Scordiamoci il Milan degli olandesi, che rischia, quest'anno, di fare la stagione più negativa di questo nuovo secolo, la Roma, per quante fossero diverse le aspettative, è fuori al momento dalla zona Champions ma si trova con due punti in più rispetto alla scorsa stagione. La Lazio, invece, con tre punti in meno rispetto all'anno scorso è fuori dalla zona Champions. Il Napoli è l'ombra dell'inseguitrice della Juve della scorsa stagione, 4 punti in meno rispetto all'anno scorso, l'Inter cerca di prendere il suo posto, e la Juve, è sempre lì, in testa. La vera sorpresa è l'Atalanta, che in Champions è un disastro clamoroso, ma in campionato si ritrova con la bellezza di 11 punti in più rispetto all'anno scorso. Da zona retrocessione che era, a zona Champions che si ritrova. Sostanzialmente il campionato è una fotocopia dell'anno scorso, con un blocco di una decina di squadre in lista per non retrocedere, oramai ci si sta rassegnando al fatto che metà campionato è per non retrocedere e ciò spiega anche il perchè ci sia una fuga, una spaccatura così in avanti di quel quartetto, che tolta la "sorpresa" Atalanta, è in un certo senso la ripetizione di quello che accade da tempo.

C'è una spaccatura netta nel nostro campionato. Se non si calibrano meglio le risorse economiche, la Serie A continuerà ad essere in modo evidente spaccata letteralmente in due blocchi. E a questo punto bisogna chiedersi se si continua così che senso ha mantenere il campionato a 20 squadre. Con le conseguenze che poi si vedono in Europa. Dove si fanno figuracce colossali, si fatica come non mai, e con la Serie A che perde appeal. Il rinnovamento non c'è stato. Ed il fatto che si stia facendo il nome di Ibrahimovic come un sogno per la SerieA, cosa da non credere, da vivere il tutto come un grande ritorno, sinceramente ci sarebbe poco di cui rallegrarsi. Perchè si tratta, dopo CR7, e Buffon, e Ribery, del richiamo di campioni a fine carriera.

Insomma, si rischia di diventare un po' come i campionati cinesi, arabi, americani, che hanno bisogno delle star a fine carriera per rilanciare il campionato, a livello di business ed immagine, ma a livello qualitativo e tecnico la crescita non c'è e non potrà esserci. Ci saranno certamente momenti di grande qualità, ma fini a se stessi. Su ciò una riflessione andrebbe fatta, su cosa sta diventando la SerieA.
 carne né pesce, rischia di essere il niente.