Tanto tuonò che piovve, una frase che calza perfettamente alla situazione attuale del Milan. Diciamo subito che se due testate giornalistiche straniere, fra le più conosciute, come la tedesca Bild e la francese Equipe, hanno pubblicato la notizia che il tedesco Rangnick, responsabile delle squadre di calcio del gruppo Red Bull, sarà il prossimo allenatore del Milan, non si sono certamente affidate a chiacchere da bar, ma avranno avuto certezze ed effettuato verifiche, per non mettere a rischio la propria credibilità. 

Scrivere di allenatori è un'abitudine e il più delle volte passa inosservato, ma in questo caso la situazione è ben diversa, poichè Rangnick oltre che ricoprire il ruolo di allenatore, avrebbe anche il compito di Direttore Tecnico, oggi ricoperto da Maldini e Boban, proponendo un nuovo cambio ai vertici, di un progetto che stenta a decollare e portando un modo nuovo di organizzare la Società, accentrando molti poteri ad un unica persona, una soluzione che potrebbe essere alquanto rischiosa.

La mia opinione è la seguente. Sicuramente Gazidis, dopo che l'inizio della stagione era stato disastroso, con i pessimi risultati sportivi e il conseguente licenziamento di Gianpaolo, peggiorati da una situazione economica sempre "gravosa", con una rosa troppo numerosa e costosa e con l'unica cessione di Cutrone, a bilancio, mentre si augurava di rinunciare a qualche "pezzo pregiato", facendosi scudo sull'immagine e notorietà di Maldini e Boban, avrà iniziato a considerare l'eventualità di sostituire le due "bandiere rossonere". L'inizio difficoltoso di Mister Pioli, che raggiunge il punto più basso, nella vergognosa sconfitta di Bergamo, oltre a punti di vista e strategie troppo diverse, di cui Ibra e lo scambio Paquetà/Bernardeschi sono solo la punta di un iceberg, con la tifoseria, pronta a protestare, stufa di essere presa in giro, hanno convinto il Manager sudafricano a contattare il "mago tedesco", probabilmente sottoscrivendo un accordo.

Non aveva certamente preventivato che l'arrivo del Campione svedese, oltre a riportare entusiasmo fra i tifosi. riuscisse ad essere così importante e determinante da dare una svolta ed un significato ad una stagione che sembrava scialba e compromessa.

Intorno a Ibra si è compattato tutto l'ambiente, allenatore, giocatori, dirigenza e tifoseria, ritrovando risultati e senso di appartenza. Maldini e Boban, hanno preso fiducia, sfoltendo la rosa e di conseguenza le spese, dimostrandosi ampiamente all'altezza della situazione, una certezza per i tifosi, gli unici in grado di contenere il progetto di uno "spiazzato Gazidis", di trasformare il Milan in una provinciale.

Chi aveva interesse a far trapelare questa notizia ? Non certamente la proprietà o Gazidis. Forse il Presidente, Scaroni, che per quanto di facciata, resta un milanista DOC. La mia personalissima opinione è che qualche Dirigente, fra quelli che, non è un mistero, lavorano per l'ingresso di una nuova proprietà, spaventato da questa "rivoluzione americana", che oltre ad allungare i tempi di una cessione, a costi sempre più alti, rischia di essere un salto nel vuoto, con il rischio di perdere anche il sostegno della tifoseria, abbia passato la notizia alle due prestigiose testate, non a caso straniere, per avere maggior garanzie di riservatezza.

La tenue smentita di Elliot, evidenzia la frattura fra Gazidis e il duo, Maldini e Boban. Ora se, come leggiamo, il Manager non può essere allontanato, siamo così certi che l'allontanamento delle due "bandiere" verrebbe accettato e capito ?

Una scelta rischiosa, mentre gli acquirenti bussano alla porta e la partita di sabato a Firenze, non sembra più così importante.