A poche ore dalla chiusura del mercato italiano si possono tirare le somme di ciò che è stato l'operato di Monchi, ds della Roma, alla sua seconda sessione di mercato. L'attuale direttore sportivo giallorosso è conosciuto e apprezzato da tutti per la sua capacità di scovare ed acquistare giovani promettenti semi-sconosciuti, farli crescere valorizzando le potenzialità dei singoli e venderli portando a termine importanti plusvalenze. I nomi più importanti scoperti dallo spagnolo sono Sergio Ramos​​​​​​, Rakitic​​​​​​, Dani Alves, Adriano e tanti altri. Si sa, le plusvalenze non sono mai state ben viste dai tifosi, ma sono necessarie per la tenuta finanziaria ed economica dei club. Ragionare un mercato su questo principio porta indubbiamente dei vantaggi di non poco conto: bilanci in regola e alta competitività sul campo.

L'attuale sessione di mercato della Roma è andata proprio in questa direzione. Sono stati acquistati, infatti, ben 12 giocatori, la maggior parte con la solita impronta tipica di Monchi: giovani forti e di prospettiva. Si pensi a Kluivert, Coric, Bianda, Fuzato​​​​​, Zaniolo e Cristante. Ovviamente, i suddetti acquisti sono mirati, atti a potenziare le zone di campo carenti dello scorso anno. Non solo giovanilismo e freschezza, dunque, ma anche esperienza e quantità: PastoreMarcano, Olsen e N'Zonzi sono l'emblema di questa filosofia. La rosa, infatti, si è notevolmente potenziata rispetto allo scorso anno: completezza - si pensi che i panchinari possono comporre una squadra di assoluta qualità per il livello della Serie A - e competitività sono le parole chiave di quest'anno.

Al contrario di quello che si possa pensare, le pesanti cessioni di Nainggolan Alisson​​​​​​ sono dovute e ragionate: il primo è stato ceduto all'Inter per scelte societarie prese in conseguenza a comportamenti non sempre corretti del belga; il secondo è passato al Liverpool per una offerta irrinunciabile: si pensi solo che il brasiliano ha mantenuto il primato di portiere più pagato della storia per un paio di settimane, superato solo pochi giorni fa da Kepa​​​​​​, attualmente in forza al Chelsea. Alla cifra incassata dalla società capitolina - di poco superiore ai 70 milioni di euro - è difficile dire di no, soprattutto per un portiere che, seppur forte, ha tanto dimostrato in una sola stagione - la scorsa, 2017/2018 - non confermando quindi continuità prestazionale.

Plusvalenza​​​​​​, parola tanto odiata dai tifosi quanto amata dalle società, può ritenersi l'arma vincente per una società come la Roma che, pur essendosi confermata nelle prime posizioni ai vertici del calcio italiano (e non solo) negli ultimi anni, deve necessariamente attuare un mercato di autofinanziamento per il gap economico di non poco conto con la Juventus (diritti tv e stadio sono i pilastri per ricavi monstre). Non a caso, proprio in questi ultimi giorni è entrato a far parte della dirigenza giallorossa Francesco Calvo, nuovo Chief Revenue Officer, ex dirigente di Barcellona e Juventus, proprio per ottimizzare al massimo i ricavi da investire nel mercato e non solo.

Le plusvalenze, come detto in precedenza, sono tanto importanti per le casse della società quanto a livello sportivo. Monchi, infatti, quando era a Siviglia, con questa sua peculiare strategia è riuscito a ridurre il gap con le big spagnole portando a casa anche trofei importanti: cinque Coppe Uefa, due coppe del Re, una Supercoppa di Spagna e una Supercoppa europea. La Roma, dunque, può (e deve) dare massima fiducia all'attuale ds. Il futuro si costruisce a piccoli passi, mattone dopo mattone, e Monchi lo sta facendo con impegno, costanza e determinazione. Il modus operandi è vincente; i successi e la gratificante sensazione delle vittorie verranno da sé.