Viviamo uno dei periodi più incerti della storia.
Il covid-19 ci ha posto di fronte alle nostre debolezze. Non riusciamo a venire a capo di un’orribile emergenza. Ci abbiamo provato in tutti i modi. Si è partiti con un lockdown generale che è stato di caratura mondiale, ma ha solo alleviato il problema. Tanto che, poi, giocoforza si sono dovute cercare strade alternative per non distruggere l’umanità attraverso una diversa via.
E’ inutile negarlo: se si fosse proseguito su quell’andazzo, il sistema psico-economico (scusate il neologismo) avrebbe patito conseguenze nefaste. Machiavelli diceva che“il fine giustifica i mezzi”. La si veda un po’ al contrario: per quanto riguarda la morte, non è importante la causa, ma esclusivamente l’effetto. Queste nuove aperture con svariati protocolli, però, non sono riuscite a contenere una recrudescenza del virus. Sia chiaro: non è colpa di chi li ha scritti e non è dovuta a chi li ha rispettati. Non si può nemmeno dire che ciò non sarebbe accaduto se tutti fossero stati ligi. Non abbiamo le prove. Certamente, però, il contenimento non è stato perfetto e le persone che hanno tenuto comportamenti errati non hanno favorito il miglioramento della situazione. Il dilemma è che alcune calamità sono praticamente impossibili da controllare. Si pensi a un terremoto, a un’alluvione o a uno tsunami. In un certo senso sono peggio della guerra, perché quest’ultima è frutto della malvagità umana che è limitabile. Lo stesso non si può dire quando la creazione non deriva dalle nostre menti, ma della natura. Non siamo capaci di tutto e, a volte, la realtà ci presenta delle situazioni senza risposta. Da qui deriva l’incertezza. Ora, giustamente, si vuole evitare un altro lockdown generale perché sancirebbe la rovina di gran parte degli individui e occorre accettare di barcamenarsi in questa esistenza senza un punto fermo. Il filosofo austriaco Wittgenstein affermava: “Agisco con certezza completa, Ma questa certezza è la mia”.

La serie A pare essersi adattata perfettamente alla realtà che la circonda. Non esiste una sicurezza. Il mondo è al contrario e ogni risultato lascia lo spazio per il più classico “Wowwwwwww” espresso a bocca aperta sfregandosi gli occhi per verificare che non si sia letto in maniera errata. L’attuale campionato è pazzo. Basti osservare la classifica. Il Milan guida il torneo con 12 punti, il Sassuolo segue a 10. L’Atalanta ha 9 lunghezze. Napoli e Juve sono bloccate a 8. Inter e Roma ne hanno 7 e per trovare la Lazio è necessario scorrere la graduatoria sino al 14esimo posto. I biancocelesti, prima del lockdown favoriti per lo Scudetto, sono a 4. Mamma mia! Tali stranezze sono dovute anche al fatto che si sono disputate soltanto 4 giornate. Il cammino è al suo antefatto perciò ogni giudizio è prematuro. Sarebbe come esprimere una valutazione su un ristorante esclusivamente dalla location. Non mi pare opportuno. Vi sono luoghi davvero bruttini in cui il cibo è magnifico. E’ chiaro che, soprattutto nella nostra epoca, l’occhio vuole la sua parte. Ciò ammesso, a mio modo di vedere, resta migliore un posto un po’ démodé con pasti sani e squisiti piuttosto che un luogo favoloso, ma dal mangiare scadente. Il gusto, però, è assolutamente personale. Tornando a noi… Sarebbe assurdo emettere sentenze a metà ottobre in un campionato con tempistiche normali, figuriamoci in un torneo come quello che stiamo vivendo. Certo che la stranezza la fa da padrone, ma in una mischia furibonda di punti interrogativi emerge luminoso un segno di esclamazione. Inizio l’analisi proprio da quello.

LA CERTEZZA
Il riferimento è chiaramente al Sassuolo di De Zerbi. Questa squadra può ripercorrere le orme dell’Atalanta? Non lo so. Anche in tal caso, i tempi sono prematuri per ogni ipotesi. Sicuramente ci si trova di fronte a una realtà importante che da 8 anni calca i campi della massima categoria. In un’occasione ha persino disputato l’Europa League. Parlo della compagine di Di Francesco che, nel 2015-2016, compì un’impresa raggiungendo il traguardo continentale. La società è solida. Purtroppo, la famiglia Squinzi ha perso colui che sulle prime colline emiliane veniva definito, con rispetto e riverenza, “II Dottore”. Il patron neroverde è venuto a mancare circa un anno fa così come la moglie Adriana Spazzoli. E’ chiaro che, per un gruppo come il Sassuolo, una vicenda così triste provochi una grande lesione. La squadra è rimasta orfana della sua guida, ma i figli di tali grandi personalità hanno deciso di ereditare anche questa fetta di vita dei genitori. Così i neroverdi hanno trovato una nuova luce e non poteva esservi miglior segno di continuità che attraverso i diretti discendenti di chi tanto bene aveva fatto alla Città. L’allenatore è capace. De Zerbi è un ottimo tecnico. Predilige un calcio verticale e molto moderno. Non lascia grande spazio all’estemporaneità, ma osservare le sfide degli emiliani è puro divertimento. Non ci si annoia mai. Con il tempo, il lombardo è riuscito a fornire concretezza alla sua compagine anche se resta il nodo di una fase difensiva assolutamente rivedibile. Basti osservare che nelle prime 4 partite, gli emiliani hanno subito 5 centri. I giocatori sono capaci e ben amalgamati. Consigli è un portiere d’esperienza. Chiriches e Ferrari compongono un pacchetto centrale arretrato importante. Dietro di loro spingono Romagna e la novità Ahyan senza dimenticare Marlon. Toljan è un buon terzino destro. Muldur è in rampa di lancio. Pure Rogerio e Kyriakopoulos non sono male. La mediana e l’attacco, però, sono la vera forza. Loctelli, Berardi e Caputo potrebbero entrare in pianta stabile a far parte della nazionale. Djruicic sta tornando sui livelli che lo hanno consacrato a promessa del pallone. Defrel è ormai noto. Presto rientrerà pure Boga. Il 4-2-3-1 funziona. Il Sassuolo non può certamente competere per lo Scudetto, ma ha un potenziale importante ed è in grado di raggiungere traguardi prestigiosi. E’ la certezza del torneo.

IL DIAVOLO
Passerei, ora, al Milan. Se i neroverdi sono una sicurezza, i rossoneri si incanalano sulla buona strada. Ibra ha plasmato un gruppo che aveva importanti fondamenta. Per dirla con Aristotele: “Ha trasformato la potenza in atto. Ha mosso gli ingranaggi giusti per mettere in moto la macchina. Pioli è stato straordinario nella sua normalità. Il parmigiano non è intervenuto tanto da volere lasciare un’impronta e in questo modo ha posto un marchio ancora più importante. Sino a oggi ha lavorato ottimamente. La compagine ora è solida così come la società, ma non credo che abbia un organico in grado di consentirle di trionfare in Italia. Esistono corazzate che, sulla carta, sono molto più concrete. Lo stesso, però, si diceva nel 2011-2012 della Juventus di Conte e poi… Zlatan ha capacità demiurgiche e dal punto di vista psicologico potrebbe avere l’effetto del salentino. Chi vivrà, vedrà.

SICUEREZZE TRABALLANTI
Seguendo un rigoroso ordine di classifica e avendo già trattato degli emiliani, troviamo l’Atalanta. La Dea è una grande incognita. Perchè ha perso 4-1 a Napoli? Qualcuno sosterrà: “che domanda insensata! Una partita storta può capitare e i partenopei sono compagine di tutto rispetto”. Molto vero, ma i bergamaschi hanno realmente la forza di centrare il colpo grosso? Io penso di sì, ma non posso confermarlo. Dovranno competere su 3 fronti. La rosa è importante e la società è coesa ma, in Italia, un “Leicester2” è praticamente impossibile. Dove può arrivare? La concorrenza è combattiva. Non ho certezze, ma non voglio screditare la mia tesi del terzo posto riportata qualche pezzo fa. A proposito, i campani…. Beh non nego che mi stiano stupendo. Potenzialmente avrebbero potuto essere in vetta alla classifica pari al Milan. Se non fosse stato per una ASL di troppo… Quella mancata trasferta di Torino sta costando ben 4 lunghezze. Tante. E’ chiaro che un appello potrebbe ribaltare la situazione, ma non è certo che gli azzurri giungano alla sfida con i bianconeri nello stato di estasi attuale. Insomma, quando e se le avversarie si riprenderanno, gli uomini di Gattuso terranno botta? Lorenzo il Magnifico sosteneva: “Chi vuol essere lieto sia, del doman non v’è certezza. E la Vecchia Signora? Beh è un cantiere a cielo aperto. E’ una dama coperta dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi. E’ qualcosa di assolutamente incomprensibile. La formazione schierata da Pirlo a Crotone è emblematica. E’ troppo lontana dalla realtà. Le assenze di Ronaldo, Alex Sandro, Ramsey, Dybala, de Ligt, Mckennei e Chiellini sono determinanti anche per una compagine come quella piemontese. Occorre considerare pure che Bernardeschi, Cuadrado e Rabiot sono entrati solo nella ripresa. Il tecnico bresciano sta sperimentando tanto e i primi impegni non sono certamente valutabili in ottica futura. Ai posteri, quindi, l’ardua sentenza. L’Inter? Beh, il covid non le ha lasciato pace ed essendo giunta sino in finale di Europa League ha giocato fino al termine del mese di agosto. E’ chiaro che 30 giorni di lavoro aggiuntivi rispetto alle rivali possono comportare qualche problema soprattutto adesso. Aspetterei anche per valutare le novità portate dal calciomercato come Vidal, Kolarov, Perisic e Nainggolan.

L’ETERNA ROMA
Rimane da analizzare soltanto la situazione delle squadre capitoline. Meritano un paragrafo a sé. La Roma è forte e se non fosse stato per un banale errore di compilazione di documenti avrebbe pure un punto in più che su 4 gare disputate rappresenta una differenza importante. La compagine sociale guidata da Friedkin è nuova. Occorre attendere per giudicare. Su Fonseca resta qualche perplessità dopo una stagione non brillante, ma nemmeno pessima. La squadra è competitiva. La conferma di Smalling, purtroppo infortunato, è importante. L’innesto di Kumbulla potrebbe regalare piacevoli sorprese. Pedro è una garanzia così come Dzeko e Mkhitayan. Il valore offensivo è insindacabile pur senza Zaniolo. Il ragazzo può recuperare senza fretta e apprensione anche in vista degli Euorpei. Veretout è una garanzia sulla mediana. I giallorossi sono in fase ascendete al contrario della Lazio che vive una parabola diametralmente opposta. Che il ciclo sia giunto alla fine? Forse Inzaghi non riesce più a estrapolare dal suo gruppo quanto era in grado di avere prima? Boh…

Quanti dubbi. Che pazza Serie A! Non ci resta che attendere.