Da che ho memoria di calcio e di Juventus, posso dire con estrema certezza che se vogliamo incasellare la filosofia della Juve in una qualche casella, certamente la casella che più gli si adatta è quella di un calcio fatto, soprattutto, di spirito di gruppo, di unione, di lotta di grinta, di volere arrivare alla vittoria a tutti i costi, più con queste caratteristiche che con il gioco puro.
Sicuramente ci sono stati anni in cui queste caratteristiche hanno incontrato anche la tecnica e la classe di alcuni giocatori e di allenatori, Lippi ad esempio, coniugava alla perfezione lo spirito Juve, con un gioco spettacolare.
Queste caratteristiche hanno permesso ai bianconeri, di arrivare spesso alla vittoria in Italia e in serie A, andando a lottare in qualsiasi campo, contro qualsiasi squadra, per i tre punti, mettendo in gioco quella grinta e voglia di vincere che nessun altro riusciva a mettere in gioco a quei livelli.
In Europa, invece, i risultati sono stati diversi, perché lì prevale il gioco, la tecnica, la classe e le prerogative della Juventus gli hanno permesso di essere, ad oggi, tra le principali squadre europee, ma senza ancora la ciliegina sulla torta.

Quest'anno la musica di cambiata, o sta cambiando, nel senso che con Sarri si è deciso in un netto cambio di rotta, una rotta che vuole aggiungere alle vecchie caratteristiche anche il fatto di arrivare al risultato attraverso una nuova filo di gioco e di visione dello stesso. Fino ad ora, la Juve ha sempre prevalso sulle squadre con altre filosofie, nei momenti difficili la Juve ha la nomea di una squadra che non muore letteralmente mai, come dice il grande radiocronista Repice, mentre altre squadre, anche più dotate tecnicamente spesso non hanno saputo reggere la pressione dal punto di vista mentale, lasciandosi andare a scivoloni che hanno costato caro.
Quest'anno la Juve ci vuole provare ma non sarà semplice, principalmente per due motivi.
Il primo, cambiare filosofia in un gruppo abituato da anni in una certa maniera non è facile, e sopratutto richiede tempo. Le idee di Sarri sono valide e sicuramente all'avanguardia, ma per esse apprese al meglio ci vuole tempo, lavoro, pazienza per forse, qualche passo falso.
Ecco questo punto, se dovesse verificarsi, sarebbe un primo banco di prova per i bianconeri, perché un conto è trovare delle difficoltà in un terreno ben conosciuto e che sai gestire con calma e sicurezza.
Un conto è avere quei momenti in una nuova strada che non sai cosa ci sarà dopo la curva. Nel caso, ci vorrà tutto quel spirito di gruppo che a Torino sanno bene dove può arrivare.
La seconda difficoltà, arriva dall'Inter di Conte e Marotta, e vi spiego perché. La Juve quest'anno avrà come avversario, per la prima volta, una riproduzione di se stessa. L'Inter ha prima preso Marotta che a livello dirigenziale sa il fatto suo e sta portando regole chiare in società, cosa che prima mancava. Poi con l'arrivo di Conte ha fatto il resto. Ricordiamo che Conte è forse il numero uno a incarnare il DNA Juventus, tanto da aver fatto storcere il naso a Moratti col suo arrivo. Conte è quello che è riuscito a riportare tutte quelle caratteristiche in bianconero, quando prese il timone di una Juventus allo sbando e senza un condottiero, e la condusse ai trionfi italiani grazie a quello spirito e a quel DNA. Stendiamo poi un velo pietoso su come sia scappato, ma lui è così.
La Juve non ha mai avuto rivali che la potessero contrastare su questo aspetto, invece quest'anno sarà diverso. Il cambiamento con Sarri, e l'Inter, molto juventina e Conte, sono due avversari particolari e nuovi per la Juventus. Una sfida su un terreno diverso e mai provato, dove ripetersi per il nono anno consecutivo non sarà così scontato. A Torino hanno avuto coraggio, certamente provare a cambiare dopo otto anni di successi te lo puoi tranquillamente permettere, anche per la legge dei grandi numeri non si può vincere per sempre, però so per certo che questo scudetto avrebbe un peso, una soddisfazione e un importanza davvero molto forte e diversa.
Quest'anno è proprio quello che non vorrebbero mai perdere. Ma sarà dura.