Boja-River, River-Boja. Questa la finale della Coppa sudamericana, paragonabile alla nostra Champions, per il clamore che ha suscitato. Prima partita che finisce 2 - 2, poi solo violenza. Numerosi rinvii che fanno sembrare come se nessuno volesse vedere o giocare questa finale. Sabato doveva essere la giornata della gloria per una delle due contendenti, ma avviene qualcosa di assurdo. Pullman del Boja che viene letteralmente assaltato da alcuni tifosi del River. Addirittura il capitano Peres viene medicato in ospedale. Da questo momento si scatena il putiferio. Accuse al River da parte del Boja, partita rinviata di 24 ore, accuse al Conmebol, accusato di fare pressioni per far giocare comunque questa partita, un documento di 15 pagine nel quale il presidente del Boja chiede la vittoria a tavolino, ricordando cosa successe nel 2015, quando negli ottavi di finale i tifosi del Boja spruzzatina dello spray al peperoncino contro i giocatori del River, causando la sconfitta della Boja a tavolino. Alla fine nella mattinata di Martedì si incontreranno i presidenti dei due club per decidere la data e l'ora in cui avrà luogo la finale. Data presunta sarebbe l'8 Dicembre. 

Tuttavia poco importa a quando verrà rinviata questa partita. L'immagine legata a questa finale rimarrà quella della del bus attaccato, degli scontri, insomma, della violenza. La vittoria, comunque importante, rimarrà tale solo per una delle due squadre e per i propri tifosi, ma per il resto del mondo questa resta un'occasione persa. Un'occasione di riscatto per il calcio sudamericano letteralmente sprecata, come un gol sbagliato a porta vuota. 

Serviva solo un po' di organizzazione in più, un po' di sicurezza in più, mentre, per colpa di alcuni tifosi, l'unico ricordo legato a questa partita rimarrà l'amaro in bocca di ciò che poteva, invece, essere.