In un freddo martedì sera di questo intenso mese di gennaio, la Juventus inaugura il suo cammino nella Coppa Italia. Per il debutto dei bianconeri nella competizione, allo Stadium arriva la Sampdoria, squadra alle prese con una stagione complicata e con una posizione di classifica che rischia di diventare critica. Nella settimana che conduce a Milan - Juventus, in programma domenica sera a San Siro e sfida cruciale per rientrare definitivamente in corsa per il quarto posto, Allegri, sostituito in panchina da Landucci a causa di una squalifica pendente da quasi tre anni, presenta comunque una formazione molto vicina all’undici titolare. Squalificato De Ligt, fuori per infortunio Bonucci e con la necessità  di preservare Chiellini in vista della sfida di San Siro, il tecnico bianconero decide affidare la difesa al rientrante Danilo, alla prima uscita dopo circa due mesi di assenza. Il brasiliano farà coppia con Rugani. Saranno loro due insieme a De Sciglio e Alex Sandro, chiamati ad agire sulle due fasce, a comporre la linea di quattro uomini schierata a protezione della porta di Perin. A centrocampo spazio a Cuadrado, Locatelli, Arthur e Rabiot. In avanti, tenuto inizialmente a riposo Dybala, sarà la coppia formata da Kulusevski e Morata a cominciare la partita. 
Sulla sponda blucerchiata il mare è agitato. Esonerato D’Aversa dopo la sconfitta interna contro il Torino, rimediata sabato pomeriggio a Marassi, e in attesa di definire l’accordo con Giampaolo, ormai prossimo al ritorno a Genova dopo le recenti e non positive esperienze alla guida di Milan e Torino, sulla panchina della squadra ligure, in questa notte torinese, siede il tecnico della primavera Tufano. Diverse assenze si registrano nella formazione ospite, schierata con un 352. Falcone; Bereszynski, Magnani, Murru; Conti, Thorsby, Rincon, Askildsen, Augello; Torregrossa, Caputo; sono gli undici uomini che inizieranno l’incontro.

Canale 5 apre il collegamento con lo Stadium mentre le due squadre concludono gli ultimissimi preparativi nel tunnel che conduce al campo. In telecronaca viene riproposta la coppia Callegari-Paganin, entrambi molto criticati dopo la partita di Supercoppa, nel corso della quale molti tifosi juventini si risentirono per un racconto apparso fin troppo sbilanciato in favore della squadra nerazzurra. Cinquemila gli spettatori presenti allo stadio. Raccolti nella tribuna ovest e nel primo livello della est, offrono un impatto visivo meno desolante rispetto alla partita di sabato scorso contro l'Udinese. Lo scenario che si presenta al telespettatore, un mare di seggiolini bianchi illuminati dai riflettori, ricorda comunque la triste stagione a porte chiuse che siamo stati costretti a vivere. Purtroppo, altro non si può fare che augurarsi di venire fuori, in qualsiasi modo, da questa situazione.

Fin dal fischio d’inizio dell’arbitro Fourneau, la partita viaggia seguendo il copione più atteso. La Juventus si impadronisce fin da subito del pallone e sposta la partita nella metà campo avversaria. Nei primi minuti, la squadra di Allegri sembra studiare l’avversario, cercando di capire dove e in che modo possa trovare gli spazi giusti per creare pericoli. I bianconeri muovono bene il pallone da un lato all’altro al campo, ma non danno l’impressione di voler provare ad affondare immediatamente. La Juventus, con grande facilità, in diverse occasioni, arriva ai limiti dell’area senza però cercare l’accelerazione decisiva e anzi tornando spesso addirittura da Perin. Rispetto alle prestazioni che siamo abituati a vedere, nelle quali la manovra si snoda lenta e frastagliata, questa volta la squadra di Allegri offre un’impressione diversa. La sensazione è che sia pienamente in controllo della partita. Infatti, con il passare dei minuti, la Juventus alza progressivamente il ritmo. Gli scambi diventano più veloci e le combinazioni più efficaci. La pressione è altissima. I tentativi di ripartire messi in atto dalla formazione ospite vengono soffocati fin dai primissimi passaggi. La Juventus chiude la Samp negli ultimi venti metri di campo e la terrà lì per quasi l’intero primo tempo. La squadra mostra una buona condizione atletica. L’azione offensiva bianconera trova quella continuità che troppo spesso è mancata in questa prima metà di stagione. Le occasioni da rete si inseguono. Cuadrado, rimasto nella circostanza a sinistra dopo aver calciato un angolo, conclude un’azione insistita impegnando Falcone in una difficile parata bassa. De Sciglio, alcuni istanti più tardi, chiama il portiere doriano alla presa con una conclusione da fuori. Quindi, a coronamento di un martellamento incessante, la Juventus passa in vantaggio. E’ Cuadrado a sbloccare il risultato con una punizione dal limite dell’area. Il colombiano calcia forte, rasoterra, la palla attraversa la barriera e sorprende Falcone sul suo palo. La Juventus torna a segnare su punizione dopo oltre un anno e mezzo. Di Ronaldo, in un derby che si allontana nel tempo, l’ultima realizzazione prima di stasera. La Sampdoria ha appena il tempo di riprendere il gioco da centrocampo e la Juventus raddoppia. Immediatamente. Rabiot recupera palla in seguito ad un contrasto con Rincon e avvia il contropiede di Morata. Lo spagnolo, appena entrato in area, scambia con Cuadrado quindi calcia in rete di prima intenzione il passaggio di ritorno del colombiano. Lo Stadium esulta ma il gioco non ricomincia. Il replay evidenzia un intervento di Rabiot su Rincon, all’inizio dell’azione, che appare effettivamente falloso. Richiamato al monitor, l’arbitro Fourneau annulla la rete. Difficile muovere obiezioni sulla decisione del direttore di gara. Rimane la bella giocata tra Morata e Cuadrado.

La Sampdoria non sembra avere nel suo arco frecce adeguate per impensierire la Juventus. In attacco la squadra affidata a Tufano non si vede mai. Danilo, al rientro dopo l’infortunio, vive tutto sommato una serata tranquilla che può sfruttare per riprendere confidenza con il campo. Nonostante il vantaggio, la Juventus continua a giocare cercando ancora la via della rete. Questa volta non si abbassa a protezione del gol segnato, ma continua a spingere. Rispetto al solito, anche la fascia sinistra, con Alex Sandro e Rabiot, apparso maggiormente brillante rispetto alle ultime uscite, pur senza entusiasmare, offre il suo contributo alla fase offensiva. I bianconeri, vestiti purtroppo di giallo, continuano a chiudere la Sampdoria negli ultimi metri e a creare opportunità per allargare il punteggio. Kulusevski cerca la porta da fuori con una conclusione centrale parata da Falcone, Arthur prova per due volte dal limite dell’area senza fortuna. La Juventus raccoglie tanti calci d’angolo, non tutti battuti benissimo, ma soprattutto costringe la Sampdoria ad una partita in costante affanno. Rugani, sottoporta, sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina, chiama il portiere blucerchiato ad una difficile deviazione. Infine, un momento prima della conclusione del tempo, un contropiede condotto da Arthur e rifinito da Kulusevski con un cross rasoterra, offre una buona possibilità a Morata di battere da dentro l’area. La conclusione dello spagnolo trova Falcone pronto alla difficile respinta.
E’ l’ultima azione del primo tempo. La Juventus va al riposo con un gol di vantaggio al termine di una prima parte di gara finalmente ben giocata, nella quale la squadra, tra le altre cose, ha mostrato anche una condizione atletica in netto miglioramento. La Sampdoria, che ha confermato di attraversare un periodo complicato, non è mai riuscita a cambiare atteggiamento, neppure dopo il gol subito. Ha mantenuto (oppure è stata costretta a mantenere) un baricentro molto basso, rinunciando a un qualsiasi tipo di pressione volta a disturbare le efficaci trame avversarie. Le due punte blucerchiate, Torregrossa e Caputo, sono rimasti ai margini della partita. Isolati in avanti e cercati soltanto con palloni difficilmente giocabili.

Senza effettuare alcuna sostituzione nel corso dell’intervallo, le due formazioni rientrano in campo con gli stessi uomini che avevano iniziato l’incontro. La partita riprende seguendo lo stesso solco tracciato nella prima parte. La Juventus mantiene il baricentro alto, propone un’immediata pressione in fase di recupero palla, muove il pallone in maniera veloce ed efficace. La Sampdoria si ritrova di nuovo chiusa dentro la sua area, costretta a concedere agli avversari un numero elevato di calci d’angolo. Dopo cinque minuti di pressione la Juventus trova il raddoppio. E’ Rugani, con un colpo di testa preciso nell’angolo più lontano, a deviare in rete un cross di Arthur, dal vertice destro dell’area, arrivato sugli sviluppi dell’ennesimo tiro dalla bandierina. Nemmeno sul doppio vantaggio la squadra bianconera rallenta. Landucci dalla panchina invita la squadra a muovere il pallone velocemente e a mantenere il controllo della partita. Arriva una nuova occasione per arrotondare il punteggio. Fa tutto Morata che, da sinistra, dalla linea di fondo penetra in area, ancora una volta Falcone è attento sul tiro dell’attaccante. 
Trascorsa l’ora di gioco, per Allegri e Landucci arriva il momento delle prime sostituzioni. Chiellini prende il posto di Danilo. Dybala rileva Kulusevski. La Juventus fatica a stabilizzarsi dopo le sostituzioni e la Sampdoria approfitta dell’unico momento di sbandamento dei bianconeri nel corso della partita. Conti raccoglie un cross di Augello da sinistra che attraversa tutto il campo. Il terzino, all’interno dell’area, controlla e con il destro trova l’angolo più lontano. Perin riesce soltanto a sfiorare il pallone che tocca il palo e termina in rete. Prima della ripresa del gioco, arriva anche per la Sampdoria il momento di operare le sostituzioni. Tufano ne propone tre. Escono Thorsby, Torregrossa e lo stesso Conti, entrano Vieira, Gabbiadini e Candreva. La Sampdoria vive, in questa fase, il momento migliore dell’intera partita. La Juventus fatica a ritrovare i corretti riferimenti in campo. Subito dopo il gol del 2-1, ancora Augello dalla sinistra calibra un cross al centro dell’area sul quale Askildsen, completamente libero, non riesce a trovare l’impatto decisivo.
Scampato il pericolo, la Juventus riesce a superare il momento più difficile e a riassestarsi sui principi di gioco che avevano accompagnato la partita fino a quel punto. Grazie ad un pressione di nuovo decisa e ad un movimento della palla veloce, la squadra di Allegri torna stabilmente ad occupare la metà campo blucerchiata. Raccoglie subito i frutti. Locatelli, all’ennesimo pallone recuperato, intercetta il passaggio di Falcone verso Magnani. Il tocco del centrocampista libera Dybala davanti alla porta. La conclusione dell’argentino non lascia scampo al portiere avversario. La Juventus ristabilisce immediatamente le distanze. Questa volta l’argentino non ha sguardi di sfida da lanciare verso le tribune. Esulta con i compagni e con il pubblico presente allo stadio, che per lui ha sempre mostrato una particolare predilezione.
La Juventus continua a spingere, la Sampdoria sembra non attendere altro che il fischio conclusivo. Cuadrado impegna Falcone con un tiro dal limite dell’area. Locatelli, autore di un’ottima partita, non sfrutta una buona opportunità calciando in maniera centrale dall’interno dell’area di rigore. Allegri e Landucci propongono altre due sostituzioni. Lascia il campo Arthur, autore di una buona partita nella quale ha giocato bene praticamente tutti i palloni che ha toccato. Con una squadra che è riuscita a rimanere sempre corta e votata al recupero palla immediato, il brasiliano ha potuto giocare senza l’incubo di dover continuamente coprire porzioni di campo troppo ampie. Bentancur prende il suo posto. Lo scopo di Landucci è chiaro. Mantenere alta l’intensità e continuare a controllare pallone e partita. Il tecnico bianconero non vuole offrire alla Sampdoria ulteriori possibilità di riaprire l’incontro. Lascia il campo anche Cuadrado, protagonista di un’ottima prestazione e richiamato in panchina in vista dell’imminente sfida al Milan. Al posto del colombiano entra Akè, esterno di destra della squadra under 23. Ala vecchio stampo, veloce, scattante, verticale, il giovane francese alla prima occasione mette subito in mostra il pezzo migliore del suo repertorio. Entra in area con uno scatto deciso e salta Augello costringendolo al fallo. Fourneau concede il rigore. Morata dal dischetto, con un destro rasoterra e incrociato, non lascia scampo a Falcone, chiudendo definitivamente la partita e il discorso qualificazione.
C’è ancora il tempo per l’ingresso in campo di Kaio Jorge che prende il posto di Morata, al quale viene risparmiato qualche minuto in vista di San Siro. Salutato con un meritato applauso da parte del pubblico, lo spagnolo si sistema in panchina ricevendo i complimenti di Pinsoglio. Dybala scalda i tifosi presenti, nettamente orientati in suo favore (lo stadio nei confronti del numero 10 ha da sempre un atteggiamento nettamente opposto rispetto a quanto siamo costretti a leggere su di lui sui vari forum e social), con alcune giocate preziose, tra cui una percussione dal lato sinistro dell’area conclusa con un tiro deviato in angolo dal comunque bravo Falcone. Prima della fine, prova a prendersi la sua parte di gloria anche Rabiot, con una progressione potente e una conclusione fermata ancora da Falcone, questa volta con l’aiuto del palo. La partita non esiste più ma la Juventus continua a giocare, a cercare il gol, a divertire il pubblico presente allo stadio e  davanti alla tv. Dybala con una punizione dal lato corto dell’area, impegna ancora il portiere blucerchiato.

Dopo tre minuti di recupero, il triplice fischio di Fourneau chiude una partita finalmente piacevole che la Juventus ha saputo controllare per la quasi totalità dei novanta minuti. Senza dimenticare le difficoltà che la Sampdoria sta attraversando, addirittura senza allenatore in panchina, e soprattutto senza illudersi di essere venuti fuori dai problemi manifestati nel corso della stagione, è difficile muovere qualche appunto alla squadra che è rimasta sempre concentrata, ha mostrato una condizione atletica finalmente confortante, ha continuato a giocare per tutti i novanta minuti, cercando la via della rete nonostante il vantaggio rassicurante, ha messo in mostra un altro elemento interessante del settore giovanile. 
Per una volta, il fischio finale, invece che con il solito sospiro di sollievo, è stato accolto con un pizzico di rammarico da parte del piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv che finalmente si stava godendo una squadra che giocava a calcio e lo faceva bene.
Domenica sera a Milano vedremo se la squadra saprà confermare i progressi mostrati nella notte di coppa.