Anche il passaggio ad Elliott Management fin da subito mi aveva creato non pochi dubbi sul fatto che il Milan fosse sulla via del ritorno ad essere una vera squadra di calcio.
Le ragioni sono state spiegate più volte da chi voleva andare oltre le apparenze di cartongesso e si materializzavano in una serie di combinazioni quantomeno sospette: il silenzio assordante e reiterato di chi comanda, le scelte mercantili fatte a caso, gli ingaggi dirigenziali di persone più adatte a tenere buona una piazza sul punto di esplodere, che dotate di reale esperienza.

Non doveva sorprendere, tuttavia, e come ho sempre sostenuto, che un fondo d’investimento trattasse il Milan per ciò che era: una pesante eredità ottenuta senza una vera volontà (probabilmente con una buona dose di fastidio), oberata da anni di passivi e da stagioni di bidoni su bidoni spacciati per una squadra di calcio.

Certo rimangono incomprensibili, o se volete, incluse nei misteri del Milan post Ibrahimovich, le spese sul mercato, ovvero quattro, cinquecento milioni buttati negli ultimi tre anni per portare a casa il niente. Con ogni probabilità anche questa cifra verrà conteggiata il giorno in cui ci sarà un vero redde rationem su quanto successo alla nostra povera società da quasi dieci anni a questa parte. Resta il fatto che al danno enorme, si è aggiunta la beffa di soggetti di un’incompetenza disarmante i quali, con una cifra del genere anziché prendere quattro profili di livello internazionale, ci hanno imbottito di bidoni sconcertanti: un esercito per la precisione.

E quei bidoni sono gli stessi che non si riescono a piazzare sul mercato, che ci dobbiamo tenere sul groppone, che siamo costretti a sorbirci ogni weekend come titolari, perché i fenomeni di cui sopra li hanno anche gratificati con contratti da 6 al Superenalotto; portano i nomi che tutti ormai non sopportiamo più perché ogni giorno che passa sbeffeggiano (forse inconsapevolmente) il rango rossonero: Biglia, Kessié, Rodriguez, Calhanoglu... proprio quelli che ieri sera e non solo, che da anni, ci fanno vergognare.

Ma sottolineare la loro inadeguatezza surreale, unita a quella dei tecnici di terz’ordine che hanno violato la panchina che fu di Sacchi e Rocco, è uno sparare sulla Croce Rossa. Sono miracolati presi da incompetenti, non hanno puntato la pistola alle tempie di nessuno per vestire la maglia del Milan. E, comunque, sono lì in campo ogni domenica a prendere fischi ed insulti, al contrario di chi non ha le palle di farsi vedere o di rilasciare una dichiarazione eterodiretta all’anno.

Presto o tardi Elliott riuscirà a far fruttare il fastidio capitatogli per le mani a causa di un cinese senza fondi, oltre che da un giullare brianzolo: lo credo perché è nel suo interesse. Quel giorno probabilmente saremo acquistati da un soggetto reale, non so se un mediocre o un impero.

E non so quando accadrà, ma so che quel giorno saremo uomini liberi!