Milan - Torino, incontro della 24^ giornata del campionato 2019-20, è stato deciso da un gol di Ante Tonino Rebic al 25° del primo tempo. Un vantaggio striminzito, con un golletto solo, ma pesante quanto un macigno in quanto vale 3 punti quanto un 5-0. Paquetà ha preso palla  raddoppiando in pressing all'altezza dell'estrema trequarti destra granata, ha innescato la corsa sciolta di Castillejo e questi  ha servito la sfera all'altezza del dischetto. Rebic irrompeva con decisione e la deviava perfetta nell'angolo alla sua sinistra. Sarà anche vero, come ha detto Luca Toni,  suo ex-compagno nel Verona, che il rendimento del croato dipende dal quarto di luna con cui si sveglia, ma a questo punto dobbiamo pensare che Rebic stia avendo ottimi risvegli da un po' di tempo a questa parte.

Pioli ha sostituito l'infortunato Chala con Paquetà nel ruolo di trequartista libero trovare la posizione alla spalle di Ibra, ma anche di Rebic e Castillejo quando avanzavano. Il tecnico, in effetti, ha schierato un 4-2-3-1 molto elastico, come in effetti deve essere un modulo di questo tipo per funzionare. L'assetto dei rossoneri diventava, infatti, un 4-4-1-1 per il rientro di Rebic e Castillejo, quando la palla era del Torino, ma si trasformava in un 3-2-4-1 in fase di attacco, con l'inserimento a stantuffo del solito Hernandez. E per tutto il primo tempo, come anche per i primi 10 minuti del secondo, il modesto Torino di questi tempi non ci ha capito assolutamente nulla. A parte il gol di Rebic, i rossoneri hanno avuto diverse altre occasioni da gol, anche se non le hanno trasformate. La causa di ciò sta anche nel fatto che il modulo elasticissimo di Pioli è dispendioso e non favorisce la lucidità di chi arriva sotto porta. A mio avviso, tuttavia, è l'unico modo in cui questa squadra, per le caratteristiche di molto giocatori, può rendere al meglio.

Pioli ha, opportunamente, chiesto ai suoi di chiudere la partita nel secondo tempo. Il Milan, infatti, è ripartito dopo la pausa fallendo 2 ottime occasioni di cui una con Ibra, che ha tentato il colpo ad effetto di mezzo collo destro, e l'altra con Castillejo che ha scelto di tentare la sorpresa sul primo palo senza provare il colpo da sotto a giro come in Coppa contro la Spal. Qui però i rossoneri si sono spenti, non per colpa di Pioli, ma per la stanchezza accumulata in questo mese e mezzo di impegni ravvicinati (tre match infrasettimanali) con una panchina corta che non ha concesso chance di turn-over. Nel prosieguo del match, purtroppo, il 4-2-3-1 è rimasto tale tanto in fase offensiva quanto difensiva, per cui il Milan si è sfilacciato e i modesti granata sono venuti su. Rincòn, un Gattuso 2 anche nell'aspetto fisico, e Ansaldi sono stati più attivi, mentre Belotti è apparso solo molto volenteroso.

Pioli, vista la buona partita di Paquetà nel primo tempo, decideva di proteggere la sua crescita ed evitare che venisse incolpato ingiustamente del calo della squadra. Lo sostituiva con l'esperto Bonaventura, la cui cinica sagacia emergeva in pieno recupero quando, a meno di 2 minuti dal fischio, resisteva alla tentazione di lanciare Leao (da poco subentrato a Rebic), ma amministrava con saggezza il pallone.

Ora, il match ha detto che:

1) la classifica rossonera inizia a essere decorosa, visto che il Milan è una delle 3 squadre che vedono la Roma al 5° posto, oro purissimo per come la stagione era iniziata;

2) il misterioso rifiuto di Musacchio al cambio con Kjaer (infortunio o ripicca?) ha dato la possibilità a Gabbia di mettersi in luce;

3) Paquetà, nonostante critiche ingiuste, ha fatto un partitone nel primo tempo, sorprendendo come cacciatore di palloni in pressing alto capace poi di innescare il gol del vantaggio:

4) Pioli era sinceramente soddisfatto della prova del ragazzo, anche perché, pur ribadendo che il trequartista titolare è Chala, questi è infortunato e il talento indubbio di Paquetà può rivelarsi preziosissimo;

5) il Milan ha imparato, cosa già vista contro la Juventus in Coppa Italia, a iniziare il secondo tempo con aggressività;

6) ha anche confermato che il modulo adottato, perfetto per le caratteristiche dei giocatori, è dispendioso, specie alla fine di un mese e mezzo con 3 impegni infrasettimanali e, pertanto, i giocatori andranno perdonati se falliranno più occasioni da gol di altre squadre o se caleranno nel finale;

7) Ibra, anche spento come ieri, manda in confusione gli avversari, come si è visto in occasione del gol di Rebic.

Nei prossimi giorni toccherà a Pioli e al suo staff ripulire i muscoli della squadra dalle tossine. Firenze incombe e non è mai stato un campo facile per il Diavolo.