Storia di un ritorno di fiamma (calcistico) ... e di un ritorno in Redazione!


          Certi amori non finiscono

          Fanno dei giri immensi

          E poi ritornano

          Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili

          Ma amici mai......

Questa è una strofa del testo di una celebre canzone di Antonello Venditti Certi amori, scritta nel 1991 e che ottenne un larghissimo successo di pubblico in tutto il mondo.   
E' sulla scia canora di quel melodioso motivo accompagnato dalle splendide parole cantate da Antonello, che si presenta ieri pomeriggio a Casa Milan il procuratore italo-olandese Mino Raiola, curatore dei contratti di Donnarumma, Bonaventura, Romagnoli e recentemente anche di Suso, per iniziare una  trattativa volta a riportare al Milan l'attaccante Zlatan Ibrahimovic
E' vero che c'è un forte interesse da parte del Bologna, dove allena il suo grande amico Sinisa Mihajlovic, dimesso recentemente dall'ospedale al termine del terzo ciclo di terapie antileucemiche, ma l'interesse per la città di Milano, nutrito soprattutto dai suoi famigliari, lascia presagire, nell'imminente futuro, una corsa a due tra meneghini e felsinei, starà dunque al campione svedese e al suo procuratore scegliere quale casacca indossare per il proseguo del nostro campionato nel nuovo anno.

Ho già scritto in un mio recente articolo dei 7 più famosi calciatori di ritorno al Milan degli ultimi anni e che a conti fatti non si è dimostrato positivo, ma nel caso di uno Zlatan a "boomerang" in rossonero, io personalmente farei proprio un'eccezione. 
Facendo i debiti scongiuri su eventuali infortuni o cali di forma, possibili a 38 anni suonati, parliamo di un campionissimo (542 reti realizzate in 914 partite) che quando scende in campo costringe, a partita in corso, l'allenatore della squadra avversaria a cambiare modulo di gioco rivoluzionando così i suoi schemi o in alternativa mettergli ben tre difensori che lo guardino a vista; diventerebbe così più semplice, con il suo arrivo, per tutta la nostra attuale carente squadra giocare un calcio molto più propositivo, efficace, e in ultimo, senza ombra di dubbio, molto più realizzativo in termini di reti segnate. 

Se questo "vendittiano" ritorno non si concretizzasse, per come il Milan è messo ora, vedo poche speranze volte al conseguimento del riaggancio, nella parte finale del campionato, del gruppo di squadre in lotta per ambire ad un posto in Europa League. Di conseguenza vedremmo fra 6 mesi un'anonima, insignificante posizione in classifica del nostro Milan (salvo miracoli dell'ultima ora); dunque al di là del progetto giovani, della squadra con l'età media più bassa della Serie A, al di là di ogni ragionevole dubbio io (a mio modo di vedere) sottoscrivo il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan!                     
Mi ha colpito stamane la lettura di questa frase che trovo scritta su CalcioNews24.com sempre in merito ai ritorni che hanno scaldato il cuore dei tifosi: E' come rivedere, dopo vent'anni, la propria moglie con lo stesso vestito del primo incontro, è già un miracolo se riesce a infilarlo, ma anche con qualche ruga e chilo in più ti farà lo stesso effetto romantico, come rivedere l'idolo di casa che qualche anno dopo indossa la stessa maglia".

         

E' passato qualche anno da quando mio padre Renato andò in pensione. 
In quell'ufficio sede di un'agenzia di stampa estera, qualcosa negli ultimi tempi era cambiato, la sala delle telescriventi ove operava papà non c'era più, erano state sostituite dai primi ingombranti computers, ora si avvertiva soltanto la silenziosa scrittura delle stampanti sui fogli bianchi riempiti dagli articoli dei redattori.
Tutto l'ufficio aveva subito un restyling, anche perchè era arrivato un nuovo direttore proveniente dalla sede di Parigi, Mr. Philippe. 
Nel suo primo giorno di lavoro fece sistemare nel suo studio i mobili, la scrivania ed i quadri provenienti dalla sua ex sede parigina. Diede uno sguardo a tutto il nuovo ufficio e ne rimase soddisfatto, poi nell'atrio notò poggiati in terra alcuni quadri da sistemare e fu attratto in particolare da un'icona raffigurante una Madonna con Bambino, realizzata con i caratteri che la telescrivente batte sul foglio, lo definì nel suo genere un vero capolavoro e domandò ai vari collaboratori chi ne fosse stato l'autore; rispose il più anziano, dicendo che era stato realizzato da Renato, ormai da alcuni anni in pensione. "Bene ragazzi - proferì ad alta voce Mr. Philippe - sono qui in questa nuova sede da tre giorni e come sapete provengo da Parigi, vorrei domenica prossima invitare tutti voi con le vostre famiglie qui per festeggiare questo mio nuovo mandato".  Seguì un caloroso applauso e proseguì"... Lei Sig. Osvaldo si occupi di invitare anche tutti i nostri ex andati in pensione sia in Italia che all'estero, mentre la Sig.ra Clotilde si occuperà di tutta l'organizzazione, bene vi aspetto tutti domenica alle 18, buon lavoro a tutti!".
Ci fu un secondo nutrito applauso.

Arriva quella domenica pomeriggio, i miei genitori giungono in auto provenienti da un paese in Umbria dove si erano ritirati in pensione, arriva anche un ex telescriventista collega di mio padre, ma residente a Roma, Stefano entra con la moglie e si abbracciano calorosamente: "...ma Renato, non sei per nulla cambiato... ahhh, scherzi, lo dici tu, ti sembra... no, no... sei come prima, non sei invecchiato... mah, sarà... è un'impressione... forse perchè ho mantenuto i capelli... ma guarda che me li tingo!!... Beato te... io son pelato!!". 
Ed ecco che arriva anche Jean Paul, il gran redattore di sport, ma soprattutto di calcio, era partito dalla sua casa in Provenza e non poteva certo mancare; era innamorato di Roma dove aveva lavorato per oltre 15 anni, ma una volta in pensione raggiunse la sua mamma anziana e sola nella sua villa in Provenza. Nel rivedere Renato lo invitò per l'estate prossima a casa sua, dove con i vicini boschi sarebbero andati in cerca di funghi, di cui papà ne era un provetto intenditore. 
Il ricevimento andò avanti per ore e si fece quasi la mezzanotte, al termine il direttore Mr. Philippe fece un brindisi e salutò uno per uno gli invitati sull'androne dell'ufficio; quando arrivò al commiato con Renato gli fece notare La Madonna col Bambino da lui elaborata in un fine turno di lavoro e lì appesa con una nuova cornice sul salone d'ingresso, papà annuì con il capo alla domanda fattagli: "Renato, ma è Lei l'autore di questo capolavoro?" "Ouì Mr. Philippe, c'est moi!" "Mais vous ètes formidable!".
Si lasciarono con una vigorosa stretta di mano; lungo le scale papà si fermò per qualche minuto, mia madre pensò dipendesse dalla digestione, papà invece quasi di nascosto stava piangendo.

Al mattino di tre mesi dopo, entra nell'agenzia di stampa un giornalista americano, deve incontrare il direttore per un nuovo reportage. Si accomoda sul divano in attesa di esser ricevuto, subito dopo un usciere lo invita a seguirlo, ma lui incuriosito da quel quadro ritraente La Madonna col Bambino, fatto con la scrittura dei caratteri di stampa, ne domanda di chi fosse opera, e l'usciere: "Lo ha realizzato un nostro ex operatore con la telescrivente..." "mi dia per favore il suo recapito, vorrei portare opere analoghe in America... "purtroppo non è possibile, il Signor Renato è mancato pochi giorni fa..." "Oh, quanto mi spiace, era un grand'uomo..."Sì certo, un vero grande uomo anche le cose difficili sapeva renderle semplici, normali, per lui era tutto normale!... Ma venga, si accomodi, il direttore l'attende".

           
    "Chi decide chi è normale? La normalità è un'invenzione di chi è privo di fantasia." 

                                                                                                                             (Alda Merini)

 

Un caro abbraccio 

Massimo 48