L'altra sera il Milan ha forse espresso la sua miglior prestazione stagionale andando vicinissimo a sfiorare quella vittoria che manca contro i bianconeri in Coppa Italia dal lontano 1978, quando la nostra squadra allenata da Niels Liedholm s'impose grazie ai due mattatori del match che furono Bigon e Buriani. 
A distanza di 42 anni l'altra sera avremmo potuto centrare la vittoria, se non fosse arrivato quel calcio di rigore a tre minuti dal termine della gara e trasformato dal solito Cristiano Ronaldo che assieme a Buffon, unico vero mattatore dell'incontro, avremmo nutrito, dopo la magica perla del quinto gol stagionale di Rebic, di ben maggiori chances al fine di superare la semifinale di ritorno all'Allianz Stadium del prossimo 4 marzo.

Ma come al solito quando si tratta di affrontare i sabaudi c'è sempre qualcosa che non torna, e questo da sempre nella storia calcistica delle due rivali. Fece vasta eco nel mondo la foto del gol annullato a Muntari mentre l'incredulo Buffon ne raccoglieva il pallone oltre mezzo metro dentro la linea di porta. L'estremo difensore era allora più giovane di otto anni, ma a giudicare dalla sua prestazione in campo, ora in barba alle sue 42 primavere è stato l'altra sera senza ombra di dubbio l'eroe del match risultando il migliore dei 22 in campo, salvando i bianconeri con splendidi interventi su altrettanti tiri delle ben 11 conclusioni da parte del Milan nello specchio della porta contro le sole 4 concretizzate dalla Juve.  Si direbbe dal suo splendido stato di forma che abbia arrestato le lancette del tempo.

Invece va elogiata tutta la nostra squadra per l'impegno profuso ed il bel gioco espresso per tutti i 90 minuti.   
Un plauso particolare va rivolto al nostro Stefano Pioli che è riuscito a distanza di soli quattro giorni a rivitalizzare tutta la squadra reduce ed intristita dall'amara sconfitta subita domenica nel derby.   
Cosa abbia detto ai giocatori nessuno, al di là delle frasi di rito, può saperlo, come del resto non verremmo mai a sapere la vera causa di quei 20 minuti di blackout contro l'Inter, però è da lodare questo suo repentino impegno teso a risollevare un Milan nuovamente in ginocchio, si erano infatti rivisti i fantasmi di Istanbul seguiti a ruota dai più recenti incubi orobici.   
Il Milan non è guarito, il lungo decorso post-trauma ha registrato un notevole miglioramento con l'avvento di Ibrahimovic, ma poi dopo l'amara delusione del derby è dovuto ricorrere, causa un fastidioso rigurgito, ad una robusta dose di antiacido, e qui in poco tempo il nostro Stefano è riuscito ad approntare la ricetta galenica con i giusti ingredienti per duellare alla pari con la Juventus, squadra che a mio avviso sta iniziando a percorrere il viale del tramonto (della serie "Corsi e ricorsi storici" applicabile anche al Calcio!). 

Insomma il Milan, ringraziando ancora l'allenatore parmense per il suo paziente, certosino lavoro di restauro fisico e mentale, riesce ora, ed era ora, con un rinnovato e frizzante gioco ad entusiasmare ed emozionare, verbi questi la cui declinazione non era più in uso tra la tifoseria rossonera da lunga data. Finalmente i nostri piccoli tifosi allo stadio e fuori possono tornare a sorridere, a scambiarsi le figurine, insomma a gridare Forza Milan!!   
Piuttosto sono i Campioni d'Italia che non suscitano più quelle belle emozioni delle stagioni scorse. Già da qualche gara vedo la Juventus affannosamente ricorrere il risultato, gli schemi di gioco di allegriana memoria si stanno via via sbiadendo, la difesa orfana di Chiellini non è più la diga frangiflutti di un tempo, il centro campo manca spesso di fluidità ed intensità, un Pjanic ombra di se stesso ne è l'emblema, e con scarsi rifornimenti i pur bravi Dybala e Ronaldo stentano a finalizzare le loro pur talentuose giocate.

Durante la partita il predominio del gioco è stato sempre di marca rossonera, anche quando negli ultimi 20 minuti il Milan ha giocato in 10, causa espulsione per doppio giallo decretata dal discusso arbitro Valeri a carico di Theo Hernandez. E nononostante l'inferiorità numerica sono trapelate, come ormai si assiste da alcune gare, difficoltà nella costruzione del gioco, nel ritmo troppo blando imposto al pallone, nella prevedibilità da parte dell'avversario degli astrusi, e non più compassati movimenti della palla, con e senza possesso. Il semplice giochino del giro palla sembra più consono ad una squadra di rango inferiore che non alla pluriscudettata attuale squadra Campione d'Italia. Una differenza di atteggiamento che traspare ormai costantemente nel nervoso cipiglio disegnato sul volto dell'allenatore Sarri, il quale da saggio toscano riesce a camuffare le sue perplessità rotolando fra le labbra quell'eterno mozzicone di sigaretta, mentre scribacchia appunti su di un piccolo taccuino, lo stesso sul quale il mitico Tenente Colombo annotava gli indizi volti allo smascheramento del colpevole, e forse anche il buon Maurizio è alla ricerca dei presunti responsabili dell'attuale andamento contro vento intrapreso dai bianconeri per provare a raddrizzare una barca che, in balia alle onde sempre più alte, non riesce più a governare.

Ma la fortuna, a dire il vero fortemente voluta dalla dirigenza, consiste al momento nell'avere una valida scialuppa di salvataggio, sempre pronta ad ammarare, navigare negli insidiosi marosi del campionato, raccogliere naufraghi e salvare per ora, alle volte con merito altre con buona dose di fortuna, risultato, faccia e classifica. Questa barca di soccorso (la definirei ONG: Oltre Nessun Gol) porta effigiate sulla sua prua il disegno di 5 Palloni d'Oro, sulla sua poppa il nome di Cristiano Ronaldo, sul pennone svetta una bandiera portoghese e la sua attuale darsena, per porla al riparo dalle intemperie, è gestita dall'Armatore Andrea Agnelli. Sono anni che naviga solitaria in alta classifica, ma ora è costretta alla coabitazione con l'Inter, e ad una sola spanna di lunghezza incalzano minacciosamente i biancocelesti di Simone Inzaghi prima alimentati da una tranquilla bonaccia ma ora rivitalizzati da un caldo vento di scirocco in poppa. 
L'immensa classe di Ronaldo e la fattura dei suoi gol valorizzano estremamente il patrimonio dei bianconeri, senza la sua presenza il valore della sua rosa sarebbe crollato al pari delle sue quotazioni in Borsa. 
Ma è come se si avesse un guardaroba zeppo di jeans e camicie, che se pur di marca, stonerebbe con un abito cucito dalla Sartoria Caraceni con stoffe di Ermenegildo Zegna, si noterebbe istantaneamente la differenza qualitativa come solo il campionissimo è nella oggi pallida Juventus in grado di dare.  Atalanta, Verona, Lazio ed Inter stanno esprimendo un calcio migliore di quello bianconero, ed il proseguo di campionato forse ci riserverà delle gradite sorprese. 
Mentre in Europa il prossimo impegno dei bianconeri è quello degli ottavi di finale della C.L., che li vedrà impegnati con l'Olimpic Lione in terra di Francia il prossimo 26 febbraio, lì si potrà valutare se la squadra risulterà guarita da questa influenza stagionale oppure abbia contratto un virus sconosciuto, sul vaccino del quale è appena iniziata la fase di studio e ricerca.

Sorpresa invece abbiamo trovato noi l'altra sera, e purtroppo non piacevole, andare sotto la Mole a combattere il ritorno senza gli squalificati Ibrahimovic, Hernandez e Castillejo è come se si fosse detto di difendere Re Luigi XIII di Francia con la sua squadra di Moschettieri priva di D'Artagnan, Portos e Aramis!... Non ci voleva, tre ingenuità da polli condannano ora il Milan a compiere un'autentica impresa e speriamo di non pagarne dazio. 
Servirà una gara intensa, tirata ed essendo priva dei suoi maggiori interpreti chissà se tutta la squadra riunita come in un unico, eroico coacerbo, possa riuscire nell'impresa di poter espugnare per la prima volta l'Allianz Stadium. Andare in finale e giocarsi la conquista della Coppa Italia magari vendicandosi contro i cugini del Naviglio o contendersela con il sempre amato Ringhio, rappresenterebbe per il nostro Milan l'insperata salvezza di una delle stagioni più travagliate nei nostri 120 anni di storia gloriosa.

Ma è meglio non fantasticare e rimanere con i piedi ben incollati al terreno.     
La Juventus avrà dalla sua parte, oltre che le mura amiche allietate dall'infernale baccano dei suoi inviperiti tifosi, anche i favori del pronostico che la vedono matematicamente certa di accettare un minimo 0 a 0 che la qualificherebbe automaticamente.   
Per contro il Milan dovrà realizzare almeno una rete senza subirne e dunque, date le forzate assenze, ci sarà da lavorare parecchio per il poco collaudato duo Paquetà-Leao, una coppia di attaccanti costata una fortuna la scorsa stagione, e così quale migliore occasione di questa per mostrare la loro valenza? L'ultima chance sarebbe ipotizzare un pari anche dopo i tempi supplementari e così si finirebbe alla lotteria dei calci di rigore. E solo allora rievocheremmo ben volentieri quello sguardo di ghiaccio scolpito negli occhi di Andrji Secvcenko quando freddò Buffon con quell'ultimo rigore che ci regalò la nostra sesta Champions League in quella magica sera del 28 maggio 2003 quando Capitan Maldini sollevò in alto il mitico trofeo... sotto il cielo stellato dell'Old Trafford!!
Ricordare è bello, sognare ancor di più!!

             "La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro, leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare."

             Arthur Schopenhauer

                           

Un abbraccio
Massimo 48