Durante la presentazione dell’incontro degli ottavi di Champions: Atalanta – Valencia, in una tv ( a pagamento) il conduttore a livello statistico precisò che al Meazza, durante quella splendida serata, un bergamasco su tre era emigrato a Milano.

Vorrei però specificare che pur avendo una città che in effetti è piuttosto piccola la provincia di Bergamo supera la bellezza di un milione e centomila abitanti che la pone tra le prime a livello nazionale davanti alla provincia di Bologna, Firenze, Genova, Verona ecc. scusate se è poco.

L’Atalanta oggi vale per il calcio Bergamasco come lo sono stati: tomba per lo sci, Valentino Rossi per il motociclismo, la Ferrari per l’automobilismo ecc. Probabilmente l’interesse per questa squadra sta oltrepassando i confini orobici; io seguo alcuni siti web e noto un interesse che appassiona tifosi di tutto lo stivale.
In questo momento storico dove i valori morali sono pochi e confusi; nella grande confusione politica, nel secolarismo dilagante cosa abbiamo di meglio da seguire se non la Dea (naturalmente ridiamo, ma non troppo).

Per chiudere va detto che l’Adda ha un grande merito per il seguito che i Bergamaschi rivolgono all’Atalanta; l’identità forte che ci distingue da Milano, pur rispettandola, non ha favorito Milan e Inter nelle grazie della tifoseria Bergamasca.

Tutto questo per sottolineare che nella frase del conduttore e nei modi ho colto un celato snobismo, consiglierei ad alcuni giornalisti di documentarsi maggiormente.