Questa estate il calciomercato ha riservato parecchie sorprese. Tonali lascia il Milan, Milinkovic Savic la Lazio, e si sapeva, ma va in Arabia. Anche Brozovic parte per il Paese che pian piano si sta letteralmente comprando un campionato decente. Cuadrado lascia la Juve e va all’Inter (rob de matt!) e ci sono altri movimenti, più o meno attesi. Ecco l’Inter. La squadra di Milano ha iniziato un calciomercato con i botti. Prima Thuram, poi Frattesi, poi…qualche inciampo. Marotta e Ausilio (supportato da Baccin), hanno cercato di far quadrare i conti nel nome della sostenibilità, imposta dalla proprietà come linea imprescindibile per rispettare i paletti del fair play finanziario e soffocare l’eco che risuona nelle casse vuote della società. In soldoni, uno esce e uno entra. Quindi: Dzeko/Thuram, Brozovic/Frattesi, Bellanova/Cuadrado, Lukaku/????. Lukaku? Si, proprio lui… sapete già tutto, inutile ripete lo squallore. Poi Onana, nel momento in cui scrivo venduto per una grossa cifra e in attesa di un sostituto.
L’Inter con lui ha fatto cassa. Indubbiamente un’operazione che ha creato una plusvalenza clamorosa, in solo un anno. Ma ha perso un portiere difficilmente sostituibile sia per il gioco coi piedi, veramente ispirato, sia per la persona, che nel giorno della sua partenza ha dato un colpo di coda inaspettato. Ma andiamo per ordine. Chi è Onana? Non intendo dal punto di vista sportivo, con un click potete sapere tutto. Intendo come persona. Pubblico qui sotto alcuni passaggi di una sua intervista, letta tempo addietro su “The players Tribune” in occasione della sua squalifica per doping. Aiuta a farsi un’idea soprattutto dell’uomo.
La verità su André Onana
In tanti pensano di sapere cosa sia successo. Pensano di conoscermi. Hanno visto i titoli...
"André Onana? Ma è stato squalificato per essersi dopato, giusto?"
"Imbroglione", "Un tossico".
Anche dopo che tutto è emerso, dopo il comunicato della Corte Arbitrale dello Sport, una macchia era rimasta sul mio nome.
André Onana squalificato per doping...come si spiega questa roba alla tua famiglia? Come lo spieghi ai tuoi figli?
Non è stato facile, no. Ma ascoltate, c'è una spiegazione e se volete sentirla...accomodatevi. Questa è la verità, per quelli che vorranno sentirla.
In una settimana, nel febbraio del 2021, ho perso tutto.
Ero in Camerun con la Nazionale quando arrivò una telefonata, era il medico dell'Ajax. Quando mi disse che ero risultato positivo al furosemide la mia reazione fu: "Come? Stai scherzando?”Poi continuai: "Dottore, c'è sicuramente un errore. Ho fatto un sacco di questi test, lo so come funzionano, non ho mai avuto nessun problema." Chi mi conosce sa che non bevo e non fumo. Non ho mai toccato droghe, mai. E non avevo mai sentito parlare del furosemide. Le uniche pillole che avessi mai preso erano quelle prescritte dai medici del club o della Nazionale.
E cos'erano ora queste s***nzate?
Dopo aver parlato col medico dell'Ajax chiamai Melanie, la mia fidanzata. In realtà mentre le raccontavo tutto stavo ridendo, del resto ero sicuro che fosse un errore. All'improvviso però lei mi interruppe: "André, furosemide...è il farmaco per la gravidanza che mi hanno prescritto". Fu in quel momento che realizzai.Non si trattava del classico intoppo burocratico. Quando feci ritorno dal Camerun il dottore venne con me, a casa mia, controllando tutto quel che avevo nell'armadietto. E confermò. Volendo prendere qualcosa per il mal di testa devo aver sbagliato barattolo, facendo confusione, devo aver preso le pillole che il dottore aveva prescritto a Melanie. I barattoli erano praticamente identici.
C**zo. Questa piccola pillola da 40 mg. Ero sotto shock.
La UEFA poteva verificare che si trattasse di un errore umano, no? Hanno indagato e io ho detto loro la mia storia. Più che altro mi chiedevano perché avessi quella medicina a casa. La risposta era semplice: “La mia compagna sta per avere un bambino...erano le sue pillole.” Non si trattava di qualche folle scusa che mi ero inventato. Non mi sono inventato niente, non stavo provando a imbrogliare. Tutte le prove erano lì. Si era trattato soltanto di uno stupido errore. Alla fine pensavo che avrebbero reagito così: "OK, sono cose che succedono. Un errore. La prossima volta stai più attento." Per metterla in termini calcistici pensavo che mi avrebbero mostrato il cartellino giallo. Ma no, passarono al rosso diretto.
Squalifica di dodici mesi. Niente calcio.
Eredivisie? Coppa? Europa League? Champions League? Coppa d'Africa? Tutto andato. Un anno per un calciatore? Vale come 10 anni. Un'eternità. Nel calcio sai di avere un periodo limitato di tempo per raggiungere i tuoi obiettivi. Devi lavorare duramente per farcela. Fidatevi, ho lavorato tanto per raggiungere i miei sogni.
…mi sono sentito come se tutto quello per cui avevo lavorato mi fosse stato strappato via.
Melanie, la mia famiglia e i compagni di squadra sapevano la verità...ma gli altri? Avrebbero guardato oltre i titoli?
ANDRE’ ONANA SQUALIFICATO PER DOPING. Come un tossicodipendente.
I miei compagni all'Ajax hanno indossato una maglia col mio nome, contro il PSV, per mostrarmi il loro supporto e ho ricevuto un sacco di messaggi sui social, da tanti protagonisti del mondo del calcio. Potrei passare tutto il giorno a elencare giocatori e allenatori che mi hanno sostenuto. Una bella sensazione, sì, ma mi sentivo comunque isolato. La sanzione significava che non potevo andare alle partite, allenarmi coi compagni. Non potevo festeggiare con loro il titolo, pur avendo giocato il 60% della stagione, ogni partita fino alla squalifica.
Come può essere giusto?
Ho capito. La legge è la legge, dico bene? Se fai casino ne paghi il prezzo. E io l'ho pagato. Ma talvolta ti chiedi se ti stiano punendo per insegnarti una lezione o soltanto per farti male. La gente intorno a me era cambiata. Chi prima rideva aveva smesso di farlo, aveva smesso di sorridere. Qualcuno è proprio sparito. C'è chi mi aspettavo si facesse sentire che, invece, non lo ha mai fatto. Ho imparato da questo e ho iniziato a vedere il mondo con maggiore chiarezza. Sono tornato in Spagna, a Salou, per allenarmi secondo un programma studiato dall'Ajax per me. Seguivo doppie sessioni ogni giorno con dei personal trainer, i migliori, davvero.
Quel che più mi è rimasto dentro di questa esperienza sono i momenti in cui gli allenatori portavano con sé dei portieri di squadre locali, dilettantistiche, per lavorare con me. Guardavo questi ragazzi allenarsi con me e pensavo, "Wow, da dove spuntano? Sono fantastici!" Per un motivo o per un altro, però, non ce l'hanno fatta. Ho ascoltato le loro storie e ho capito come talvolta il talento non sia sufficiente. Gli Dei del calcio scelgono chi vogliono scegliere.
La mia prospettiva è cambiata. Ho pensato alla mia fortuna, ai miei privilegi, nonostante tutto.
In un certo senso mi serviva un anno così per fare mente locale. Ascoltatemi, non mi getterò in ginocchio per ringraziare per la squalifica – non ci penso neanche – ma tutto questo mi ha aiutato a fare un passo indietro, a vedere cosa sia davvero importante. Mi sono allenato come mai prima, come una macchina. Chiunque mi vedesse non avrebbe mai pensato che fossi un giocatore sotto squalifica. In estate, con la riduzione della squalifica da dodici a nove mesi da parte della Corte Arbitrale dello Sport, ho esultato come se avessi vinto la Champions! C'era anche una riga, nel comunicato, in cui si riconosceva l'assenza di colpe significative da parte mia. Era qualcosa. Non potevano eliminare la macchia del tutto ma questo iniziava a pulirla. Ma ancora più importante era la possibilità, con la riduzione della squalifica, di poter giocare la Coppa d'Africa a gennaio...in Camerun.
Tutti prendono colpi. Tutti cadono. Quest'anno ho imparato che il punto non è questo.Il punto è come riesci a rialzarti.
Se qualcuno volesse leggere per intero l’intervista ad Andrè Onana vi lascio il link: https://www.theplayerstribune.com/posts/andre-onana-inter-soccer-cameroon-italian
Da quanto dichiarato viene fuori un personaggio raro, un uomo, prima dell’atleta.
Ha trasformato una disavventura in un nuovo inizio, apprezzando ancor di più le opportunità avute dalla vita. Il resto è storia recente. Ausilio lo contatta e crede in lui nel momento più buio. Lui apprezza e arriva a parametro zero a Milano.
Prima di partire per Manchester, André Onana ha rilasciato una bella intervista alla GdS, ne riprendo alcune dichiarazioni a parer mio molto significative:
“Una parte del mio cuore è triste: lasciare l’Inter significa lasciare una famiglia, non una normale squadra”.
“Ho capito che essere dell’Inter è un modo di stare al mondo, di vivere la vita”.
"L’importante è essere onesti e dire sempre la verità alla gente”.
“A Milano è nata una magia che è quasi difficile da spiegare".
“Chissà, la vita è imprevedibile, magari un giorno tornerò anch’io...”.
Penso che Andrè Onana abbia detto delle cose molto belle nel salutare l’Inter, soprattutto sentite. Non ricordo calciatori che nel giorno dell’addio si siano spinti ad apprezzamenti così profondi per la squadra che lo cedeva.
Se guardiamo sullo stesso pianerottolo Brozovic, pur avendo un passato pluriennale con la casacca dell’Inter, si è limitato al minimo sindacale con un messaggio sui social. Lukaku, il baciamaglia (come ho già scritto in altro pezzo), non pervenuto.
La bellezza di questo sport è anche il fatto che fuori dal campo da gioco ti regala quadretti inaspettati. A volte da protagonisti meno seguiti dai media. Così salta fuori un uomo di spessore e, attraverso la sua storia, apprezzi di più anche il calciatore.
Vedendolo giocare ammetto che la gestione del pallone con i piedi l’ho sempre trovata rischiosa e da tachicardia. Sono un fan di Maignan, per intenderci: bravo, regolare, preciso. Ma del resto io sono qui che scarabocchio e di queste cose c’è chi se ne occupa ad un livello più alto.
Però da oggi seguirò il Manchester United con maggior interesse e soprattutto guarderò il suo portiere, col grosso rammarico di non poterlo più vedere sui campi di calcio nostrani.
Ciao André, calciatore e uomo vero oltre il campo da gioco.
Buona vita!
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