Ne ho viste tante! Non nella vita, lì non si finisce mai di imparare, ma di formazioni appioppate a Pirlo. Moduli disparati, dal 3-4-3 al 4-3-3 passando per il 3-5-2 e, perchè no, il classico 4-42.! Giocatori messi lì in posizioni improbabili rispetto al loro ruolo, addirittura mi è sembrato a volte che si dovesse giocare almeno in 12. Vero è che in questo momento chiunque è legittimato a dire la propria e nessuno potrebbe essere smentito, essendo la Juve un cantiere di calciomercato ancora aperto e gli indizi così labili che forse è necessaria la mente di un investigatore eccelso come Sherlock. Anch'io voglio dire la mia, addentrandomi nei meandri della mente del Mister. Sì, perchè è mia opinione che bisogna iniziare da lui.

Il personaggio è noto come calciatore, brillante nelle giocate e imparagonabile rispetto alla schiatta dei centrocampisti che si sono avvicendati nel ruolo a livello mondiale. Qualcuno ora potrà tirar fuori il coniglio dal cilindro, ma si tratta comunque di gusti personali: il giudizio è oggettivo. Ora però è perplessato per l'assoluta verginità come trainer, di una squadra poi come la Juventus, così ambiziosa e nel mirino della critica per i risultati da conseguire. La perplessità è inoppugnabile e l'imputato reo, soprattutto per l'evolversi degli accadimenti che lo hanno portato alla ribalta. Ma le attenuanti viaggiano in coppia. Innanzitutto è stato accolto in una società che conosce benissimo per averla frequentata con successo da calciatore. Contrariamente che con Sarri, Agnelli ha occhi a cuoricino per lui e saprà coccolarlo a dovere nella buona, ma soprattutto difenderlo a spada tratta nella cattiva sorte. Vuol dire molto. Dopodiche anche lo spogliatoio gli è familiare: dalle prime dichiarazioni i senatori si sono schierati con lui riconoscendogli il rispetto dovuto per il passaggio alla categoria con mansione superiore. Vedremo col tempo, visto che i rapporti con Sarri sono stati a quanto pare la molla del suo allontanamento. La squadra di collaboratori è stata abbastanza ponderata, qualche rifiuto in Nesta, qualche imposizione in Baronio, saggia la scelta di Tudor, con cui dimostra intelligenza nel riconoscere i propri limiti accostandosi un ex calciatore, tra l'altro ex Juve che non guasta, il quale ha già avuto qualche esperienza da primo allenatore, anche se con alterne vicessitudini, che comunque non gli impediranno di poter apportare qualche suggerimento al momento opportuno. Chiudo col tattico e col preparatore: il primo, Gagliardi, avveniristico; Bertelli, più propenso a sitemi di preparazione legati all'atletica che al potenziamento muscolare. Un po' come avviene all'estero. Detto del contesto, concentriamoci sul viso. Di difficile interpretazione, non ha espressioni illuminanti, possiamo derubricarlo come una Sfinge. In questo è accompagnato da una scarsa loquacità, sicuramente davanti alle telecamere, benchè risulti simpaticissimo a chi poi lo conosce meglio e più direttamente. La barba gli ha cambiato faccia, trasformandolo nelle sembianze del duro Chuck Norris, il giusto sguardo rispetto a quello che ci si aspetta all'apparenza dai suoi comportamenti pubblici. Asciutto e diretto nelle dichiarazioni, bisognerà conviverci. Il caso Higuain lo ha smontato in 26 parole 26 e il Pipita è già negli USA, lasciando un cospicuo fardello di minusvalenza alla società. Sic Transiat. A Roma penso direbbero:"Me Cojoni!". Sul gioco ha buttato lì 3-4 frasi sospese, che analizzeremo come fossero brani della Divina Commedia, quelli che studiavo a scuola, per cui un periodo presentava una gamma di interpretazioni basandosi sul significato di ogni parola e delle stesse all'interno del periodo compiuto. Ma possibile che Dante avesse pensato a tutta questa gamma di variazioni sul tema, mentre scriveva? Ebbene, Pirlo me lo ha fatto pensare, contrariamente al mio scetticismo precedente le sue criptiche dichiarazioni.

Ma cosa ha detto? Per citarlo: "Mi piace difendere a 4 ed impostare il gioco a 3" e poi "Bisogna mantenere il possesso palla il più possibile e recuperarla non appena persa (sempre la palla, ndr)". Ricordiamo che nell'ambiente è molto accreditato dal punto di vista della teoria, tanto da essere soprannominato anche per questo "il Maestro". Quindi prendo per buone queste due dichiarazioni, anche se puzzano molto di imbroglio se poi volessi trasferirle dalla carta bianca al prato verde. All'impianto dobbiamo poi coniugare i problemi tattici emersi in questi anni nel gioco della Juve, sia con Allegri che con Sarri. Sintetizziamo. Serve un centravanti che riempia l'area di rigore e sia al servizio delle evoluzioni di Cristiano. Serve dare più continuità di presenza a Dybala, che in campo si è dimostrato tra i più decisivi. Serve inserire in pianta stabile nell'undici titolare il talento irrinunciabile di Kulusevski. Serve non schiacciarsi troppo in difesa, come quando c'era Allegri, per non urtare gli esteti del bel gioco. Serve non subire black out, come nel Sarri del post-lockdown, quando segnavi 2 e prendevi 4. Penso che neanche Rubik potesse ingegnare un simile rompicapo. Si è presa un bella responsabilità, il Mister. E senza battere ciglio. Vedremo se è sicurezza o arroganza, ma il duro Chuck ha vinto spesso le sue sfide.

Ora, per far coesistere il centravanti (Suarez?) e Dybala con Cristiano ci vuole un'idea illuminante, una genialata. Del resto è quello che viene chiesto a un Maestro. Sarebbe troppo semplice rifugiarsi nel tridente con Kulusevski, come la logica impone visto il difficile apporto difensivo che potrebbero dare i tre tenori schierati insieme. Dunque parto dal presupposto che, a regime, quindi dopo un percorso catartico, vedremo il famigerato splendido tridente luccicare di meraviglie. Ma come lo supporteremo? Le due Leggi della Fisica "Tenere palla" e "Rubare palla" impongono difesa alta per compattare le linee e pressing sul giocatore avversario che ha appena riconquistato palla, quindi dinamismo feroce dei 7 player addetti all'organizzazione difensiva. Mi ricorda tanto lo stile del Barcellona di Guardiola, con i piccoli ma bravissimi centrocampisti blaugrana pronti a fare nugolo intorno all'avversario per conquistare palla e ripartire capeggiati da Messi. Ma non era quello che voleva anche Sarri? Sicuramente a lui non è riuscito. Serviranno interpreti affamati, da mangiare l'erba di contiana memoria, che sappiano spegnere ogni fonte di gioco avversario sul nascere, già col pressing a centrocampo. In questo forse non servono centrocampisti di passo come Pjanic, un po' lenti nella corsa. I vari Bentancur, l'ultimo Rabiot che ha fatto ben sperare, Arthur dal baricentro basso, il giovane bronzeo texano McKennie forse potranno bastare. Soprattutto se si decide per un centrocampo a due, affiancati da cursori di gamba con buoni piedi. Penso ad Alex Sandro, Cuadrado, ma la novità potrebbe essere proprio l'irrinunciabile Kulusevski, messo a destra o a sinistra indifferentemente in quanto anche mancino.

Col centrocampo a quattro non resta che schierare la difesa a tre, che rimane tale solo in impostazione. Questo darebbe modo a Bonucci di tornare nel ruolo di centrale che ha sancito i suoi fasti e dal quale può innescare coi lanci lunghi il terzetto d'attacco puro. Il problema è far convivere l'organizzazione difensiva a 4 con 3 difensori. C'è tutto un discorso di scalature da inculcare, stante due modalità di attuazione:

1. uno dei due braccetti del tridente difensivo deve passare terzino e uno dei laterali di centrocampo deve abbassarsi in difesa;

2. il centrale del terzetto difensivo sale davanti alla difesa alla Van Bommel col Milan.

Due prospettive ardite, che devono convivere coi dispositivi di marcature preventive, nonchè di recupero palla nell'eventualità di fallimento del primo pressing. Così però si garantisce un tridente offensivo stellare, capace da solo di sostenere il fabbisogno realizzativo. Si inserirebbe un Kulusevski, ma anche Cuadrado, con licenza di sgroppare e segnare, cosa che hanno nel sangue. Si garantirebbe un battitore esperto come Bonucci, che garantisce il lancio lungo. E si recepisce anche l'ultima regola di Pirlo che chiede dinamismo e sacrificio. Difesa a tre modulata. Kulusevski cursore nei 4 a centrocampo. Tridente offensivo DOC. E tanta corsa senza palla. Vediamo il Maestro. Auguri, Andrea.