Colui che sta componendo questo articolo è un ragazzo razionale, semplice, un ragazzo che non preferisce essere lodato per un articolo usufruendo della scomparsa di qualche giocatore che è entrato a far parte dell’Olimpo del calcio, ma un ragazzo che vuole rendere omaggio ad uno dei migliori portieri della storia, tra i pionieri del calcio moderno, probabilmente mai troppo celebrato.

La sua è certamente un'infanzia decisamente particolare, non simile a quella che gli adolescenti sperano: nasce a Sheffield, città posta praticamente al centro del Regno Unito per poi spostarsi a Catcliffe, più a est rispetto al suo luogo nativo e si è spostato da lì perché il padre gestiva un negozio di scommesse, allora illegale, e dopo diverse rapine, che costarono la vita al fratello di Gordon e la chiusura di questo negozio, si spostarono appunto a Catcliffe. Molla la scuola a 15 anni per dare una mano alla famiglia e va a lavorare in una industria di carbone, dove sviluppa una ottima forza fisica e nel dopo lavoro si dilettava a fare il portiere con ottimi risultati. Tecnicamente giocò la sua partita in una lega, la lega dello Yorkshire, in modo molto casuale: lui andò ad assistere i Rawmarsh Welfare, dove giocava qualche suo conoscente, il portiere di questa squadra però non si presenta e l’allenatore intravide un giovanissimo Gordon Banks sulla tribuna, lo supplicò di scendere in campo a difendere i pali: ne prenderà 12 di reti quel giorno, ma cosa puoi pretendere?

Pochi anni dopo parteciperà al servizio militare inglese, Gordon fu spedito in Germania dove partecipò e vinse col suo reggimento un torneo locale, destando molta curiosità in patria. Al suo ritorno, anzi, già prima che il servizio militare si concludesse, l’allora allenatore del Chesterfield Ted Davison gli fa firmare il suo primo contratto da professionista, nel 1956.
Due anni dopo debutta in terza divisione con ottimi risultati, tant’è che riceve una chiamata da un club di prima divisione, il Leicester, che lo ingaggia e, complice un infortunio del portiere titolare McLaren, diventa lui il titolare. In questi anni dimostra ampiamente a tutti di essere il miglior portiere del campionato e se ne accorge anche quella mente rivoluzionaria, malefica e geniale di Alf Ramsey, divenuto CT della nazionale inglese.
Piccola parentesi: venne chiamato lui sulla panchina inglese in preparazione del mondiale del 1966 che si giocava proprio in Inghilterra ed è grazie a lui che oggi i CT scelgono personalmente i giocatori che rappresentano la nazionale, prima venivano scelti dalle federazioni.
Già dalla prima partita con la maglia dei tre leoni, avvenute nel 1963 contro la Scozia, si intuisce che il portiere che accompagnerà l’Inghilterra al mondiale di casa sarà lui, ha un senso della posizione straordinario e anche se poteva capitare che non era piazzato nella posizione giusta, poteva contare su riflessi fenomenali e un’agilità che anche i gatti avrebbero invidiato.  
Difatti ai mondiali di calcio d’Inghilterra del 1966, tristemente noti a noi per via dell’eliminazione subita dalla misteriosa (si diceva che nell’intervallo veniva cambiata tutta la squadra ed era difficile sospettare, vista la somiglianza fisica, ma non è una motivazione per giustificare la debacle) e insospettabile Corea del Nord, Gordon Banks sarà tra i principali protagonisti: ad essere onesti, non è stato un mondiale propriamente avverso agli inglesi, anzi molti si lamentano di diversi favori arbitrali, e non solo quelli, che ha ricevuto, chiedete agli argentini di questa partita e loro vi risponderanno dicendo: ”el robo del siglo”, ovvero il furto del secolo. Vincerà un mondiale l’Inghilterra, comunque, da protagonista e al ritorno al Leicester, incredibilmente, Banks dovette fronteggiare l’avvento del portiere delle giovanili Shilton, considerato anche più bravo di Banks, neo campione del mondo. Quest’ultimo viene messo sul mercato e saluta Leicester sbattendo la porta e andrà ad accasarsi allo Stoke e penso che nessun verbo sia più ideale per descrivere quello che il nostro goalkeeper ha trovato nella cittadina di Stoke on Trent, dove vivrà fino alla fine dei suoi giorni.
Con lo Stoke debutta, incredibilmente, nel campionato statunitense: infatti la federazione calcistica degli USA organizza il suo primo campionato, ma siccome le squadre sono poche, invita anche compagini sudamericane e di oltreoceano, così per un anno lo Stoke City rappresenterà i Clevaland Stokers; giungeranno secondi nella Eastern Division.

Passano gli anni e lui rimane sempre il portiere della nazionale inglese, anche al mondiale messicano del 1970, dove realizza un vero e proprio miracolo, una parata sensazionale, contro le leggi della fisica su Pelè; questa parata verrà definita la parata del secolo e resterà per sempre nella storia, ma occhio a non sottovalutare l’azione antecedente a questa parata, tra le più belle di sempre.
Il 7 giugno del 1970 a Guadalajara l’Inghilterra affronta il Brasile dei cinque numeri 10 e vedere giocare quel Brasile è semplicemente sublime; il tutto parte da uno splendido lancio verticale di Carlos Alberto, scatto e cross al bacio di Jairzinho, che di tecnica ne aveva in abbondanza, stacco e colpo di testa perfetto di Pelè e poi tutto si fermò: sembra quasi come un dipinto, sembra una scena riprodotta su tela, dal colpo di testa dell’attaccante brasiliano alla parata di Banks pare che passi un eternità, sarebbe decisamente bello rivedere la scena attraverso decine di fotografie che immortalano ogni frazione di secondo questa scena, Pelè colpisce come meglio non può e Banks, in leggero controtempo perché, come dichiarò in futuro, pensava che il pallone sarebbe andato a Tostao, sul primo palo, tolse quel pallone sulla linea di porta e annullò le urla di gioia dei tifosi brasiliani all’ennesimo gol di Pelè. Quest’ultimo dirà: ”Non potevo crederci. In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore al mondo. Ma quando è passata l'ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto” e ne ha ben donde.
Amaro sarà quel mondiale per gli inglesi, eliminati dalla Germania ai supplementari nei quarti di finale: Banks non giocò questa partita per via di una indisposizione intestinale, probabilmente con lui in porta la storia sarebbe potuta essere diversa. 

Nel 1970 riceverà anche l’onorificenza di baronetto, se non altro riconoscimento prestigioso di uno che da calciatore ha vinto davvero poco. Rimarrà portiere della nazionale dei tre leoni fino al 1972, anno dove verrà eletto miglior giocatore inglese, quando un incidente d’auto gli porterà un danno all’occhio destro che irrimediabilmente lo porterà al ritiro.
Il destino volle che la sua ultima partita con la maglia della nazionale fosse proprio contro la Scozia con la quale aveva esordito e il non propriamente amato Shilton, che gli aveva soffiato il posto al Leicester, si trasferirà proprio allo Stoke e sarà proprio lui a difendere la nazionale inglesi negli anni post-Banks. Dopo il ritiro si diletterà come allenatore in una squadra di dilettanti, il Telford per poi ritornare brevemente nel calcio giocato, solamente una partita disputò con gl’irlandesi del St. Patrick’s e una stagione negli USA, vestendo la maglia dei  Fort Lauderdale, che vede come attuale presidente un certo Ronaldo,  detto il fenomeno. Nel 2002 sarà inserito nella Hall Of Fame del calcio inglese.

Pubblicherà anche un autobiografia nello stesso anno, che sarà la sua seconda visto la prima autobiografia pubblicata nel 1980 e gli sarà dedicato anche un libro nel 2006, scritto da Don Mullan, scrittore irlandese che conobbe Banks propriò nella sua unica apparizione nel torneo irlandese, intitolata “Gordon Banks: A Hero Who Could Fly”, dove parla dell’influenza che il portiere natio di Sheffield ha dato allo scrittore nella sua vita.Verso la fine del 2013 gli viene diagnosticato un tumore ai reni che lo porterà via con se il 12 Febbraio 2019.

Fuori all’attuale Bet365 Stadium, casa dello Stoke City, c’è una statua che rappresenta la parata più famosa della storia del calcio, svelata da quello che sarebbe divenuto un suo grande amico, Edson Arantes do Nascimento, detto Pelè.
Il suo ricordo vive in tutti coloro che amano questo sport, in coloro che come il sottoscritto hanno difeso la propria squadra stando in una porta, in tutti coloro che amano il calcio, grazie di tutto, Gordon.

Fortunato Coppola