Ammetto che appena arrivato in Italia, Rocco Commisso mi era sembrato simpatico, buffo, con quell'aria del classico italo-americano, uscito dal set di un Rocky Balboa, un po' Danny De Vito, un po' Joe Pesci, con quell'accento inconfondibile. Ma tutto ciò è durato poco, e nel momento in cui ha dovuto iniziare a fare il presidente seriamente tutto il palco è miseramente crollato. Sì perché, anche se in parte il calcio è uno spettacolo, bisogna ad un certo punto saper fare le scelte giuste e per bene, e non sempre spararle grosse per fare "audience". Le persone come lui, che ce l'hanno fatta, hanno la convinzione di potercela fare in qualsiasi campo, ma il calcio non è un mestiere per tutti e soprattutto che ci si può inventare dall'oggi al domani. E così, dopo l'euforia iniziale, si è dovuti passare ai fatti, e sono usciti i dolori.

Firenze è una piazza passionle, che dopo l'illusione dei Della Valle e le ultime delusioni, posa le proprie speranze sul nuovo presidente Commisso. E quando diventi il nuovo presidente di una società di calcio, in qualche modo devi attirare le simpatie dei tifosi e farti voler bene. Per farlo ci sono solamente due modi. Il primo: arrivi in elicottero e atterri in mezzo ad un campo di calcio e hai già in mente cosa fare per riportare in alto la società, e i tuoi programmi lungimiranti sono assecondati da reali capacità e possibilità. Oppure? Attacchi la Juventus. E questo è ciò che ha fatto Rocco Commisso: al primo ostacolo della sua nuova avventura, e cioè la gestione di Chiesa, ha sbottato. Non era così difficile, bastava evitare di fare dichiarazioni da propaganda, del tipo "Chiesa rimarrà sicuramente in viola", per assicurarsi dei facili consensi, e cercare di capire serenamente con calma come stavano in realtà le cose. Tenendo conto di tutte le situazioni e dinamiche che già si erano innescate ancora prima del suo arrivo.

Capisco anche il suo punto di vista, ma fare calcio non è così semplice, non ci sono istruzioni, e soprattutto non ci si inventa presidenti di una squadra di calcio solamente perché le possibilità finanziarie te lo permettono. Chi conosce questo mondo e ha qualche annetto, sa benissimo quanto sia difficile. Ci sono situazioni e dinamiche che vanno gestite con serenità, esperienza e buon senso, non da capo ultrà. Alla fine Commisso è un'altro De Laurentiis, cioè, un presidente bravo a spostare le attenzioni altrove, dove fa più comodo e dove è più facile muoversi. Tanto folklore, tanta caciara ma poca sostanza. Da debuttante in questo ambiente, uscire con polemiche e bordate tipo "Che in Italia ci sia solo la Juve a comandare i campionati da otto anni, per poi non combinare niente in Europa, è un male che va cambiato" non ha alcun senso e alcuna logica. Sarebbe più onesto dire che la Juve è partita dalle ceneri del 2006 e che grazie alle ambizioni, possibilità e capacità (non chiacchiere) del suo presidente Agnelli, è arrivata ad un livello di blasone, importanza, forza economica e tecnica, a cui tutti vorrebbero arrivare, ma che purtroppo pochi o nessuno per il momento può ambire. La storia secondo cui quando qualcuno è molto forte, più forte degli altri, invece di seguirlo si tenti di fermarlo o addirittura di mettergli i bastoni tra le ruote nei propri progetti, è sbagliata, e tipica di chi, sapendo di non avere le capacità per combattere sul campo, tenta di destabilizzare l'ambiente con altri metodi. Magari, anzi sicuramente, con queste dichiarazioni Commisso si è attirato le preferenze e le simpatie non solo dei tifosi della Fiorentina ma anche di altri, ma sarà, come sempre, una soddisfazione da poco. Quando i tifosi viola capiranno realmente le intenzioni di questo modus operandi, cambieranno idea. Nel frattempo anche a Firenze è iniziato il solito stucchevole e noioso spettacolo.