Difficile parlare di un calcio meno ricco quando le cifre di uno giovane calciatore, a confronto con quelle di un esperto operaio o medico addirittura, sono imbarazzanti. Il giudizio è presto fatto ma sappiamo quanti soldi faccia girare il mondo Sport, soprattutto Calcio, NBA, F1 solo per citarne alcuni. Questo periodo di pandemia ha però fatto chinare la testa a governi (vedi Cina con L'Inter) e società sportive (vedi il Milan con Donnarumma), ha fatto aprire gli occhi a chi pensava di poter scavare quella montagna di introiti, ogni Club con la sua avida galleria di debiti, senza pensare che la vetta della montagna non ne avesse fatto pagare il conto. Ed il conto è arrivato! Ora si stanno riscoprendo valori, come la passione, l'equilibrio, la vera ricerca di nuovi talenti, l'uso parsimonioso di ogni denaro che passa per le casse del Club.

Si sta aprendo una nuova epoca almeno nel mondo del calcio, il tifoso è disposto ad accettare la perdita di un capitale perché non accetta un rinnovo monstre, valori che il tifoso insegue nella sua vita da sempre ora vanno a braccetto con le manovre di mercato e progettazione della Società che per anni ha inseguito come un dannato levriero, in trasferte sudate, contratti tv, compra decoder, monta parabole, scarica app, orari di partite a qualsiasi ora del giorno e della settimana... quando sembrava troppo tardi, quando quella montagna ha tremato a marzo 2020, ci si è fermati ad ascoltare quel boato che ha fatto vibrare la nostra vita in ogni sua attività lavorativa e sociale.

Per il proprietario il Club è azienda, è business, è investimenti, perdite e ricavi, ma in questa corsa è pur sempre una lepre, che deve rimanere un bersaglio appetitoso, raggiungibile ma non raggiunto, obiettivo goloso per permettere a quella parte di mondo di continuare a girare e la forza gliela può dare solo chi immette denaro in questo mondo, il tifoso appunto. Ma si è capito, finalmente direi, che se si elimina la voce passione, allora la corsa non ha più senso, e così questo ridimensionamento che stiamo vivendo sta abbassando le cifre in gioco di contratti, prezzi di acquisto, ma sta facendo emergere un'altra ricchezza, la ricchezza della passione, dei valori di affetto per una maglia, per i colori, la storia di un Club che c'era prima di noi e dovrà continuare a esserci dopo di noi.

Ecco perché meno ricchi, ma più ricchi tutti, ricco il businessman perché il suo lavoro continua, ricco il tifoso perché la sua passione non si è estinta, ma la vede toccata da questo periodo di crisi economica e riorganizzata proprio per non far estinguere quello che è la vera benzina dello sport, la passione!