Abbiamo assistito questa sera, in Russia, ad una prestazione mostruosa di un giocatore di nome Cristiano Ronaldo, un fuoriclasse assoluto, uno dei più grandi calciatori mai esistiti in tutta la storia del calcio. Ma se dico che di lui non riesco ad innamorarmi (calcisticamente parlando) come per altri fuoriclasse, dico una bestemmia? Non riesco a vedere in lui un lato umano, non riesco a vedere in lui niente di spontaneo: ogni suo atteggiamento è sempre verso le telecamere, ogni movimento, ogni sguardo, lui sa che lo stiamo guardando. ​​​​​​

Non calcola nemmeno i compagni di squadra: tutti devono giocare al suo servizio, e se c'è una punizione un rigore non c'è nemmeno l'ombra di dubbio su chi lo batterà. A mio avviso è anche uno dei più grandi simulatori: basta guardare il rigore e la punizione di stasera, guadagnati con astuzia e antisportività uniche, il tutto perché lui deve essere il protagonista. Lui e solamente lui. Sia chiaro, non mi sogno nemmeno di criticarlo dal punto di vista dell'atleta, è unico e fisicamente incredibile, ma non mi innamoro di lui e nemmeno tiferò per lui. Resta il fatto che in campo lui detta legge e fa ciò che vuole. Ma "il risultato personale a tutti i costi" non è tra i miei motti. ​