L’Argentina ha sofferto tanto per arrivare a questo mondiale, ma, a quanto sembra, il viaggio in Russia non sembra dire bene alla compagnia di Sampaoli. E, anzi, vedendo la disfatta della compagine celeste contro la Croazia sembra di vedere qualcosa di familiare. Al di là dei nomi, ammettiamolo, l’Argentina potrebbe star disputando il mondiale che avrebbe fatto l’Italia, se effettivamente fosse arrivata alle fasi finali.

L’Argentina è la vera sorpresa in negativo di questa competizione, senza se e senza ma. Non ha gioco, ha un allenatore che fa delle scelte discutibili (anche in tema di abbigliamento) e non ha veri trascinatori. Probabilmente, se l’Italia fosse ai mondiali, saremmo anche noi nelle medesime difficoltà. Con Immobile e Belotti che, coi dovuti distinguo, bucano le partite come Messi, Sampaoli che fa da zimbello dei social "alla Ventura", e Balotelli che viene rimpianto come adesso, probabilmente, in Sudamerica rimpiangono Icardi.

La Selecion è un flop, ma, forse, è anche un flop annunciato. A partire dal portiere, che non ha mai dimostrato sicurezza e che ieri ha letteralmente fatto crollare il castello, per la verità molto fragile, costruito da Sampaoli.

Ma non è l’unico responsabile, in fin dei conti. In Argentina, da anni, ormai si tratta Messi come un’entità imprescindibile, eppure… Eppure Leo non è mai stato determinante in nazionale e adesso sembra anche iniziare il lento declino che lo trasformerà, forse, in un calciatore più normale di quello che è stato nei suoi anni d'oro. Il flop del diez è veramente evidente, ma, per rispetto della sua sacrale figura, Sampaoli non prova nemmeno a cambiare le cose. Non sarebbe blasfemia dire che ieri si poteva provare anche a sostituire, a un certo punto, Messi con Dybala, che, per i minuti giocati, ha, se non altro, dimostrato una migliore condizione fisica.

I vani tentativi di inserire Pavon e Higuain, senza pensare minimamente a ciò che era importante ieri, ovvero costruire una manovra che fosse una, sono stati davvero dei deja vu. E ci hanno fatto pensare a tutti quei momenti in cui la nazionale italiana, di fronte alle sue lacune, ha provato a far confusione, piuttosto che a battere i rivali al gioco del calcio.

Insomma, un bruttissimo Mondiale, almeno fin ora, dell’Albiceleste, che, per i suoi demeriti, finiamo per trovare anche un po’ simpatica. La qualificazione è appesa a un filo, e bisognerà vedere se la Selecìon, quanto meno, avrà quella botta di fortuna che è mancata ultimamente all’Italia.