Le vittorie di un club, con le dovute (rare) eccezioni, sono sempre frutto di un lavoro di squadra che coinvolge ogni livello strutturale, a partire dai vertici fino ad arrivare agli undici che scendono in campo. Possiamo dunque affermare che le linee di pensiero societarie e dirigenziali, le varie scelte, hanno spesso influenzato l’andamento di un’annata… o meglio ancora di un periodo. Non è semplice applicare questo concetto alle squadre estere, soprattutto per via del ruolo che svolgono gli allenatori/manager; pertanto ci limitiamo ad analizzare il calcio di casa nostra con particolare riferimento alla prima della classe.

Il 29 Settembre 2018, al termine di Juve-Napoli, l’amministratore delegato (nonché direttore generale e membro del consiglio d’amministrazione) Beppe Marotta comunica un’imminente separazione con la “sua” Juve. Decisamente un fulmine al ciel sereno, tenendo in considerazione che, circa cinque giorni prima, Beppe Marotta veniva premiato a Madrid con il “best Executive”, una sorta di riconoscimento al manager dell’anno, una conferma del suo spessore.

Alla comunicazione del dirigente di Varese, nei giorni seguenti, seguono le dichiarazioni del Presidente bianconero volenteroso di lasciare la leadership a gente più giovane. Seguono anche altre voci legate alle vicende dello stadio, all’acquisto ed alla presentazione di Ronaldo… decidiamo di non considerarle per questioni tematiche, bisogna concentrarsi su altro!

Siamo del parere che non sia stata presa in considerazione l’ipotesi dell’ascesa di Fabio Paratici, o comunque sia passata in secondo piano per sfociare le teorie più strane. Molte volte abbiamo letto di corteggiamenti, da parte di club esteri e non, nei confronti del braccio destro di Marotta. Ammettiamo che Paratici abbia reclamato più autonomia e potere, in questo caso Andrea Agnelli si sarebbe trovato di fronte ad una scelta difficile da prendere. O forse no. Se il DS della Juve non fosse stato così in gamba, avremmo assistito comunque al cambio generazionale dichiarato da Agnelli? Probabilmente no, in quel caso Marotta sarebbe risultato più giovane che mai!

D’accordo, sono solo ipotesi. Una cosa è certa, siamo di fronte ad una centralizzazione del potere guidata dal Presidente e dalla coppia Nedved-Paratici. Ora più che mai è la Juve di Andrea Agnelli!