E' un venerdì mattina come tanti altri, sono a casa ancora in cassa integrazione, sto passando l'aspirapolvere con le cuffiette e un po' di sano vecchio rock stile Gun's & roses, quando squilla il telefono. Lo guardo, vedo un numero sconosciuto, difficilmente rispondo a numeri che non conosco, ma stranamente stavolta rispondo. Io: pronto? Lui: ciao Massimo sono il presidente. Io: chi? Lui: Andrea Io: Andrea chi? Lui: boia faust, il presidente Andrea Agnelli. In quel momento mi scappa un sorriso e stavo per riattaccare, ma questo individuo insiste. A. A.: lo so che è strano, ma ti abbiamo scelto per un nuovo progetto sociale che vorrei proporti, se sei d'accordo domani mattina troverai una macchina sotto casa tua pronta a portarti qua a Torino, dove insieme a Pavel e Fabio ne parliamo insieme ok? Io: mi stai p per il culo? A. A: no assolutamente, se poi non ti va nessun problema ne chiamiamo un altro. Io: ok accetto, tanto sono in cassa integrazione.
Riaggancio, spengo l'aspirapolvere, che avevo lasciato accesa anche mentre ero al telefono, chiamo mia moglie e gli spiego il problema, e lei con un sorriso disarmante dei suoi mi dice: "che aspetti amo, preparati no?
Arriva mattina e sbirciando dalla finestra noto una bella Jeep Compass nera parcheggiata sotto casa mia con le quattro frecce accese, così mi convinco che non è uno scherzo. Bacio ai due bimbi, bacio e abbraccio alla moglie e scendo giù.
Saluto l'autista che mi apre la porta della macchina, mi saluta e mi dice: "Buon giorno signor Perin, pronto per il viaggio? Tra quattro orette circa saremo a destinazione, qualsiasi cosa voglia non esiti a dirmelo ok? Io incredulo, salgo in macchina e via.

Come promesso, dopo quattro ore arriviamo alla Continassa.
Scendo e quasi trasalgo dall'emozione di trovarmi in quel posto che fino a quel momento avevo visto solo in tv. Dall'ingresso principale vedo arrivare Pavel e Fabio, in una di immagini da servizio sportivo, ma stavolta in quel servizio c'ero anche io. Strette di mano, sorrisi, pacche sulla spalla e pian piano entriamo in sede. I brividi pervadono tutto il mio corpo, l'emozione è tanta, trovarsi in quel posto poche ore dopo che stavo passando l'aspirapolvere in casa, sembrava surreale. Mi offrono un caffè e poi vedo uscire da un ufficio lui, il presidente. A. A: Ciao Massimo ben arrivato. Io: gr gr grazie A. A: ci accomodiamo di qua e ci facciamo portare dell'acqua fresca. Entriamo in quell'ufficio, e subito la sensazione che in quelle stanze si decida e gestisca il mondo Juve mi provoca l'ennesimo tremore di gambe, ma per fortuna mi siedo subito.
Il presidente e Pavel davanti a me, e Fabio alla mia sinistra. A. A: allora Massimo, ti starai certamente chiedendo che ci fai qua, in realtà il motivo è abbastanza semplice. Abbiamo deciso di fare un esperimento, e cioè quello di affidare ad un tifoso bianconero il ruolo di direttore generale, per vedere se la passione e l'amore incondizionato per questa squadra bastano ad un tifoso per ricoprire questo ruolo.
I tifosi sognano di poter gestire la propria squadra del cuore, e noi oggi stiamo dando questa opportunità a te. Io:........................ Non ho saliva in bocca, il cuore sta per uscire dal petto e credo che mi stia arrivando un infarto, ma due parole riesco a metterle insieme. Io: sul serio? F. P.: Certo Massimo, ovviamente non ti abbiamo scelto a caso, abbiamo seguito i tuoi articoli e capito che la tua cultura sportiva, il tuo equilibrio e conoscenza, possono fare al caso nostro. P.N.: e poi non sarai certo da solo in questa avventura, noi come società ti staremo vicini in tutto e per tutto, ma ovviamente dovrai prenderti le responsabilità di certe decisioni.
Incredulo a tutto questo, mi alzo dalla sedia e inizio a vagare per l'ufficio senza meta, senza capire cosa realmente stia succedendo, ma alla fine mi dico, "ok che diamine, queste cose capitano una volta sola, mal che vada me ne ritorno alla vita di prima. Io: ok, accetto, mi prendo questo impegno con orgoglio e passione, mi pagate anche? Chiedo alla fine, giusto per capire. A. A.: ovviamente certo che sì, ecco il contratto con le cifre, firma e da questo momento sei il nuovo direttore generale.
Mi risiedo, firmo senza nemmeno leggere tutto, stringo la mano a tutti e chiedo. Io: ora che si fa? F. P.: intanto ti facciamo fare un giro della sede della Continassa, passiamo dal sarto per le divise ufficiali, poi andiamo a Vinovo dove conoscerai tutti i giocatori, l'allenatore lo staff, stasera ti accompagniamo al J HOTEL, e domani conferenza stampa ufficiale di presentazione.
Sono le 23:00, sono in stanza nell'hotel, chiamo mia moglie, ma poi non riesco a dormire. L'emozione di quanto successo, l'aver conosciuto di persona tutti i giocatori, Sarri e lo staff mi agita ancora parecchio, ma ciò che più mi mette in ansia è la conferenza della mattina seguente. Cosa devo dire? cosa mi chiederanno? Boh. Nessuno mi ha reguardito su quanto dovrei o non dovrei mai dire.

Sono le 9:30, arriva la macchina che mi deve portare a Vinovo. Arrivo già vestito con la divisa ufficiale, ci sono tutti ad attendermi, mi salutano e il presidente mi chiede: "Sei pronto?" IO: bhe si, ma c'è un qualcosa che non devo dire o fare? A. A.:assolutamente no, sii sincero e tutto andrà bene. Poi una pacca sulla spalla e via verso la sala stampa. La sala è tutta piena, alla nostra entrata scattano foto e c'è un brusio di fondo. Ci sediamo, da destra Paratici, Nedved, Io e il presidente.
Prende la parola il presidente. A. A.: Buongiorno a tutti, oggi siamo qui per presentarvi il nuovo direttore generale della Juventus, che abbiamo scelto in base a un nostro nuovo progetto sociale, si tratta di un semplice operaio, tifoso della Juventus, cui abbiamo deciso di dare questa opportunità, certi che l'amore, la passione l'equilibrio e la sua cultura sportiva possano tranquillamente sopperire ad altre mancanze, sappiamo il rischio ma siamo certi di non sbagliare a dare le redini sportive, tecniche, finanziarie e soprattutto umane a Massimo Perin.
Applauso, io rosso come un pomodoro tutto sudato e tremante, prendo la parola.
IO: Buongiorno a tutti, grazie di essere qui, vi vedo tutti per la prima volta è vi vedo tutti sorpresi, figuratevi io, è tutto molto nuovo e confuso ancora, non so bene dove mi porterà questa cosa, ma sono qui oggi, e lo vedremo insieme dove andremo.
Iniziano subito le domande dei giornalisti presenti.
Il primo: Buongiorno Massimo, ovviamente siamo tutti sorpresi da questo, ma lei quando è stato informato di questo? IO: esattamente due giorni fa mentre passavo l'aspirapolvere a casa.
Il secondo: Buongiorno Massimo, ma lei si sente in grado, da operaio a ricoprire questo ruolo così importante? Ecco, penso, ci vanno giù subito leggeri. IO: Bhe onestamente no, ma se mi hanno scelto per quello che sono, in realtà non devo fare nient'altro che essere me stesso, e condividere le mie idee con chi poi ha le capacità, che io non ho, di renderle attuabili.
Il terzo: si riferisce anche al calciomercato, chi vorrebbe prendere e chi vendere? Io: tra il volere e il potere c'è un abisso, soprattutto in questo momento storico mille dinamiche da considerare, il calciomercato non è un supermercato dove entri e prendi ciò che vuoi, sicuramente la squadra attuale è altamente competitiva, ma credo anche si possa sempre cercare di migliorare, vedremo se sarà possibile in accordo col tecnico e le possibilità.
Il quarto: ma Dybala resta? Io: per me Paulo è intoccabile, è il futuro di questa squadra e il prossimo capitano, non ho dubbi su questo. Chi mi conosce e mi ha letto in passato sa benissimo quali sono o sarebbero le mie idee, su chi vorrei e chi non vorrei più, non giriamoci intorno, perché prima o poi mi sbatterete in faccia un qualche mio articolo scritto, dove me la prendevo con questo o quello, dicendo che non erano giocatori da Juve, ma erano discorsi da tifoso, e comunque per alcuni la penso ancora così.
Il quinto: cioè, come hai detto Kedira Matuidi, Danilo, Sandro, Pjanic li venderesti? Io: visto quanto presto si fa? Insomma, non posso far finta di non avere scritto e pensato certe cose, si tratta di giocatori che chi per un motivo o per un altro credo abbiano finito di stare qua, e dovremo cercare di sostituirli degnamente. Brusio di fondo, sguardi inquietanti mi trafiggono, ma cosa dice questo? Sta mettendo alla porta i giocatori cosi senza un minimo di ritegno? Il presidente mi guarda e mi fa un cenno come a dire, è tutto ok continua così.
Il sesto: ma queste dichiarazioni non crede destabilizzino l'ambiente in un momento cruciale della stagione? Io: Ma le avevo già dette prima, volete che inizi questo percorso già raccontando balle o rimagiandomi le parole? Ripeto, chi mi ha scelto ha scelto anche ciò che ho detto e scritto quindi... magari da oggi in poi cercherò un po' più di diplomazia, visto il ruolo.
Il settimo: Su cosa si basa il suo modo di vivere il calcio, e come dovrebbe essere una squadra e una società per rispecchiare il suo credo? Io: ecco una bellissima domanda, dal punto di vista tecnico, non sono un allenatore quindi non andrò mai a dire ad un allenatore come fare il proprio lavoro, magari dovrò essere bravo a trovare un allenatore che abbia un credo calcistico simile a ciò che io vorrei vedere in campo. L'ottavo: quindi Sarri non è quel tipo di allenatore? Io: Sarri è un grande allenatore, che quest'anno ha preso in mano un nuovo progetto, e tra la polmonite, poi l'infortunio di Chiellini, e di altri, non ha avuto certamente vita facile, ma nonostante tutto è primo in campionato e in corsa su tutti i fronti, non gli si può dire nulla, dovremo metterlo più a suo agio per la prossima stagione.
Il nono: quindi conferma Sarri? Io: non mi hanno detto niente gli altri, quindi sì. Sorrisi e pacche sulle spalle da tutti scendono a stemperare un po' l'atmosfera.
Il decimo: da tifoso della Juventus non ha paura di confrontarsi con un passato non tanto amato dal resto d'Italia, le solite polemiche, i veleni con le altre società, calciopoli ecc...? Io: Io non odio nessuno, sarò odiato perché rappresento i colori di questa società che sono i colori del mio cuore? Ok ci sta, fa parte di quella parte di persone che vivono questo sport nel modo sbagliato, ma non cambierò idea sugli altri. Mio padre, mi ha inculcato un educazione calcistica che tutti conoscete o potete conoscere leggendo alcuni mie articoli a riguardo, mio padre è interista e non ho alcuna vergogna o problema a dirlo, tra di noi c'è un legame indissolubile, e personalmente non ho alcun problema contro la società Inter, anzi ho rispetto per la loro storia, e per ciò che stanno tornando a essere. Così vale per tutti, Milan, Roma, Lazio... tutti. Ognuno fa il proprio lavoro con passione e per la propria squadra darebbero tutto, in questo siamo tutti uguali. Certamente se poi qualcuno vorrà colpirci giocando sporco allora sapremo difenderci.
L'undicesimo: a proposito di giocare sporco, credo che molti potrebbero puntare il dito proprio contro di voi a riguardo di certe decisioni prese in passato, una su tutte gli scudetti revocati esposti allo stadio. Io; Sì questo è vero, infatti la prima cosa che farò è quella di farli rimuovere, perché la legge e le sentenze vanno sempre rispettate, io l'ho sempre pensato e ora che ne ho potere lo farò.
Gelo assoluto in sala stampa, ma anche in questo caso cenni di assenso da parte del resto della società.
P. N.: sapevamo anche questo, non siamo sorpresi. Io: La Juve è una grande società, lo è sempre stata, a volte è stata accusata ingiustamente e gratuitamente di molte cose inesatte, alcune volte si è tirata la zappa sui piedi da sola, ma tutte le società cercano sempre di difendere i propri interessi, l'importante è farlo sempre nel rispetto delle regole, degli altri e mai andando contro il buon senso. Vorrei portare amicizia e rispetto e serenità nel rapporto tra i club. Per quanto riguarda i tifosi, sono l'anima di questa squadra, sono il dodicesimo uomo in campo, come società faremo di tutto per difenderli e aiutarli, ma mai e poi mai scenderemo a compromessi con certa gente, allo Stadium si entra per cantare, tifare, seguire la squadra e dargli supporto, non per affari personali. Il mio sogno è quello di educare, sportivamente parlando, i tifosi della Juventus che entrano allo Stadium al tifo esclusivamente per la Juventus e mai al tifo contro. Il tifo contro è una delle cose più brutte del calcio.

La conferenza termina, strette di mano con tutti, usciamo dalla sala stampa, mi siedo un attimo su un divano, mi appisolo un attimo, ma subito una mano mi accarezza e mi chiama: è mia moglie che mi sveglia e che mi dice che mi ero addormentato sul divano con le cuffiette.
Il mondo è fatto anche di sogni, ognuno di noi vorrebbe per un giorno essere a capo della propria squadra del cuore per fare tutto quello che da casa riteniamo sia giusto.
Credo che comunque sia un compito totalmente diverso da quello che crediamo noi.