Mentre la Juventus stava meritatamente avviandosi verso la finale di Cardiff, e moltissime persone stavano guardando la televisione, nessuno si sarebbe aspettato una cosa simile.

Tutti a guardare il gol di Mandzukic, tutti a vedere il gol di Dani Alves, il gol della bandiera di Mbappè. Chi con gli amici, chi con la pizza davanti alla bocca e una bella birra gelata in mano, e chi con tutte e tre queste cose assieme. Ed è proprio in queste situazioni di apparente tranquillità, di spensieratezza, di gioia, che spesso accadono le tragedie più impensabili, i disastri peggiori, che ti colpiscono proprio quando sei più indifeso e con la guardia completamente abbassata. Parte un tam tam, che striscia piano, sul filo della telecronaca Mediaset: Stefano Pioli è stato esonerato.

Molti non se ne accorgono subito, proprio come accade quando si sviluppa una tragedia. Alcuni la colgono subito, altri no, presi come sono da altre faccende. Nel caso della serata di stasera, magari in quel momento si stava discutendo con gli amici parlando della partita, oppure si era proprio in quel momento al telefono, e pertanto quell'annuncio non arriva subito. E la stessa cosa accade nei drammi: magari non si sente l'urlo della vittima, ma ben presto senti tante urla, e tante persone che scappano, ed ecco, quello si che lo si percepisce subito, e da quel momento in poi, si è emotivamente coinvolti esattamente come loro. Il tutto, senza la benché minima avvisaglia.

Certo, la squadra ormai ha un gioco inesistente, ma le parole dei dirigenti erano chiare: Pioli resta sino a fine stagione, e addirittura Ausilio che si lascia andare con un "Tanto qualsiasi cosa io vi dica non mi credete..." rivolto ai giornalisti. Col senno del poi, non resterebbe altro da fare che annuire con convinzione. Tutte le belle parole spese per confermare Pioli, il giorno di riposo concesso ai giocatori, insomma, chi si sarebbe aspettato un colpo di scena simile? Chi potrebbe creare un colpo di scena così inaspettato? Neppure Lucarelli, neppure Grisham potrebbero arrivare a tanto. Agatha Christie, se avesse vissuto in questi tempi, avrebbe buttato nel cestino della carta straccia "Assassinio sull'Orient Express", il suo colpo di scena finale non sarebbe stato nulla in confronto a questo.

Ora, il punto è: cui prodest? A chi giova questo esonero? Cosa si è voluto ottenere?

Prendiamo le due teorie più gettonate: quella dell'uscita volontaria dalla lotta per l'EL e quella del basso tasso tecnico della squadra.

Uscita volontaria dall'EL. Se fosse studiata a tavolino dalla società, per fare il torneo a Nanchino da 5,5 o 6 milioni (come si vocifera), allora le cose non cambieranno di una virgola. Se il Milan continuerà a perdere, allora lo faremo anche noi, che in panchina ci sia Vecchi, Conte traghettatore per tre giornate o l'automobilista che suona il clacson nell'esatto momento in cui scatta il verde. Non cambierà assolutamente nulla. E quindi, perchè esonerare Pioli? Per dare ai giornalisti la falsa impressione che in realtà l'Inter voglia qualificarsi? E vale la pena ordire una simile trama per raggiungere un obiettivo così meschino?

Basso tasso tecnico. Se la colpa fosse del basso tasso tecnico, allora non cambierebbe nulla ugualmente. Non è che improvvisamente Candreva smetterà di tirare i cross addosso al difensore, o D'Ambrosio diverrà il nuovo Dani Alves, o Nagatomo imparerà finalmente a non cascare in ogni finta, o Eder diventerà un giocatore utile, o Palacio perderà 10 anni tornando a essere un giovincello guizzante, o Kondogbia inizierà a divenire più continuo. Questi sono i giocatori, e quello che riescono a fare lo abbiamo visto tutti, sia quest'anno nel caso di alcuni che negli anni passati nel caso di altri. Cambiare allenatore li renderà migliori? Li potenzierà?

La verità, desolante, per me è solo una: che questo esonero è stata una autentica pagliacciata. Si, lo dico (leggasi scrivo) senza edulcorare affatto. Quest'anno si sono avvicendati Mancini per la preparazione, De Boer per il girone d'andata, Pioli per il girone di ritorno e gli interregni di Vecchi. E i giocatori erano sempre questi. A monte, sono stati fatti tantissimi errori. A livello di mercato servivano giocatori in grado di dare qualità alla squadra, specie uno che a centrocampo potesse dettare i ritmi, due terzini e un esterno sinistro.

Come terzino è arrivato Ansaldi, 6 milioni più Laxalt fortemente voluto da Zanetti, che quando sente la parola "argentino" viene colto da una sorta di compulsivismo che lo porta a volerlo all'Inter, come anche Banega, un giocatore che, proprio come fu Hernanes, gioca bene una partita su otto.

A centrocampo viene preso Joao Mario, ancora un pò acerbo ma con i numeri giusti per dettare i tempi, che poi era la nostra priorità. Pioli lo vede trequartista. Ora. Un trequartista deve avere diverse doti: di palleggio, di testa (nel senso di intelligenza tattica), ma anche e sopratutto di tiro. Prendete Sneijder. Si, lo so, grazie al cavolo, ma prendiamolo per un secondo. Sneijder era un trequartista eccezionale proprio perchè aveva anche un buon tiro da fuori, aveva dei passaggi illuminanti anche nello stretto e sapeva indovinarti la giocata. Joao Mario calcia con la forza che può avere un lattante, rende meglio più indietro e tende a spostarsi verso la fascia. Ovvero, una mezzala. E' lo stesso errore di valutazione che fecero ai tempi con Kovacic: non è un mediano perchè non è esperto nella fase difensiva, ma non è neppure un trequartista perchè, a parte il gran gol con la Lazio, non aveva chissà che gran tiro. Esattamente come Kovacic, per me anche Joao Mario è una mezzala, non certo un trequartista come invece lo ha visto Pioli. Le doti le ha, ma giocando a centrocampo.

Sulla fascia destra, per compensare le follie di manciniana memoria che fece acquistare ben tre esterni sinistri d'attacco (Jovetic, Ljajic e Perisic), si è deciso di prendere due esterni destri d'attacco, pagandoli però come due titolari: Candreva e Gabriel Barbosa. Che senso aveva fare due acquisti come questi? Candreva non si può non mettere perchè è nazionale italiano e guai a toglierlo, ma d'altra parte il brasiliano è stato pagato quasi trenta milioni, e quindi non puoi farlo marcire in panca come un qualsiasi primavera a cui basta anche solo la convocazione in prima squadra. Si è creato un dualismo assurdo, e che infatti ha portato Gabigol a vedere il campo col contagocce, nonostante gli orribili cross di Candreva. E qui la colpa non può che essere di chi ha voluto questi giocatori. Mancini? Ausilio? Chi lo sa, ma fatto sta che la situazione è questa.

La colpa è anche dello spogliatoio. Parliamoci chiaramente, quando ho sentito le parole di D'Ambrosio che, di fatto, ammetteva che i giocatori hanno mollato dopo la partita col Torino, mi sono cascate le braccia. Quando ho letto di Medel che si lasciava scappare il fatto che la squadra potrebbe aver staccato mentalmente, mi è cascata anche l'anima. Con l'esonero di Mancini, si è voluto punire le sue richieste giudicate eccessive. Con l'esonero di De Boer si è voluto difendere il gruppo contro un allenatore che hanno fatto passare come un tiranno che neppure Noriega, quando invece cercava solo di instillare un pò di amor proprio in certi giocatori parsi un pò svagati, o peggio, strafottenti e menefreghisti, come Brozovic. Con Pioli, dalla parte di chi si parteggia? Ovviamente di questo stesso gruppo, che decide di staccare e di fregarsene del campionato, proprio quando Pioli sembrava aver voluto fare, forse per la prima volta da quando è all'Inter, la voce grossa. Togliere Icardi in particolar modo, dava l'idea di una scelta decisa, forse inattesa perfino per lo stesso giocatore. E la società, nonostante mancassero tre partite alla fine del campionato, dà ragione ancora una volta a questo gruppo che ormai gioca per sè stesso, tutti per sè stessi, senza la minima parvenza di un gruppo. A questo punto, la mia speranza è che con Vecchi si possano vedere titolari Pinamonti, Gabriel Barbosa, Yao, Vanheudsen e altri primavera. Perdere per perdere, voglio perdere con dei giovani dalle bellissime speranze in campo.

E infine, la colpa è anche della dirigenza. Una dirigenza così confusionaria credo non ci fosse neppure ai tempi del dualismo Branca-Ausilio, e quel dualismo ricordiamo che ha fatto più danni della grandine. Al momento abbiamo:

- Ausilio, che dovrebbe occuparsi solo di mercato e invece è costretto ad essere una sorta di Galliani che parla sempre su tutto lo scibile nerazzurro, rimediando figure barbine;

- Gardini, che molti manco sanno chi sia, in realtà è il Chief Football Administrator, che si occupa delle relazioni istituzionali sportive, dell'amministrazione dei trasferimenti dei giocatori e della supervisione della segreteria sportiva. Giusto per chiarire che anche lui serve a qualcosa, ma nel discorso in esame fondamentalmente a nulla;

- Zanetti, l'uomo di Moratti e quello che ha fatto le facciacce alla presentazione di De Boer, che dovrebbe essere vicepresidente ma in pratica non si sa bene cosa faccia di preciso, visto che se parla, parla di Simeone e di quanto lo vorrebbe all'Inter, mentre a livello pratico dovrebbe contare quanto un Nedved alla Juve, ovvero farsi inquadrare festante al momento dei gol dell'Inter e triste o agitato quando li sbaglia e nient'altro. Sembra avere più peso di quanto si pensi. Vorrà fare una nuova colonia argentina? Il bene dell'Inter, quella attuale con presidente Zhang Jindong? Staremo a vedere. Dato il suo essere stato un grandissimo giocatore dell'Inter, spero la seconda senza che necessariamente si verifichi la prima.

Una dirigenza inoltre, che permette a Icardi di parlare di tutto e di più, a Gagliardini di sparare su Ausilio, a Joao Mario di dire che tutti, compreso Pioli, sono sotto esame, a D'Ambrosio che la squadra ha mollato e a Medel che "forse" la squadra ha staccato mentalmente. Insomma, tutti parlano su tutti di tutto. Una giungla, per parafrasare il colorito sfogo in conferenza stampa di Malesani ai tempi del Panathinaikos. Non c'è ordine, non c'è una gerarchia, ma solo una dannosa e ormai palese oclocrazia. La colpa, ovviamente, è anche di Pioli stesso: scegliere sempre gli stessi giocatori crea malumori, e se è vero che la rosa dell'Inter è davvero troppo ampia e quindi qualche malumore è inevitabile, ha preferito fare figli e figliastri seminando altro odio. Dal suo primo periodo in cui tutti partivano da zero, si è passati ad avere una formazione che ruota intorno ai soliti tredici membri. E poco importa la forma dei giocatori, se ti chiami Palacio entrerai sempre e comunque, se ti chiami Eder entrerai sempre e comunque a prescindere, se ti chiami Candreva non uscirai pressoché mai.

Per non parlare dei ruoli spesso e volentieri ignorati. Su Joao Mario mi sono soffermato a sufficienza più su, quindi possiamo passare ad altri. Tipo Gabriel Barbosa, fatto entrare contro il Genoa per giocare da trequartista, ruolo che il brasiliano non ha mai (o pressochè mai) fatto, essendo lui un esterno destro d'attacco o al più una punta. Pur di mettere Eder, sacrificava chiunque, senza mai togliere Candreva, sia mai che ci rimanga male come il giorno del debutto di Gabriel Barbosa. Insistere su Nagatomo quando è chiaro che non è cresciuto di una virgola in anni di Italia si è rivelata una scelta fallimentare. Ma in generale un atteggiamento rinunciatario al momento dei cambi, dominati dalle gerarchie, è quel che gli imputo maggiormente. E proprio quando sembrava aver iniziato a trovare il coraggio, ecco che la società lo pugnala alle spalle.

Quindi, a questo punto, la domanda è: E' davvero colpa solo di Pioli?