La Juventus non c'è più. La squadra che ha cannibalizzato per 9 anni il campionato, ma che già da anni sembrava una macchina ingolfata, una grande creatura appesantita dal tempo, lenta e claudicante, è sul fondo di una rupe da cui è stata gettata senza pietà. Ad inizio anno con tali premesse, un allenatore esordiente, il solito mercato sconclusionato e carente di Paratici e un altro anno sul groppone di alcuni giocatori, si era messo in conto di non vincere il campionato, questo pare ormai evidente, ma un tonfo così fragoroso, delle umiliazioni così cocenti a ripetizione e un'assenza non solo di gioco, ma anche di identità erano del tutto impronosticabili persino per me, che da anni condanno il metodo di gestione e di (non) programmazione di questa dirigenza. 

DISTRUZIONE - La Juventus è stata distrutta. Non dal Milan ieri sera, non dall'Inter campione d'Italia che verrà a fare la passerella sul nostro cadavere fra una settimana, ma da coloro che dovrebbero incarnare la sua identità, difenderla, fare il suo bene e i suoi interessi e che invece pensa solo al proprio di interesse, alle proprie prerogative e alle proprie convinzioni, Il risultato è che ci stanno facendo sprofondare sempre di più e gli unici a cui importa sembrano essere i tifosi, dei quali ormai abbiamo capito che non importa niente ai piani alti. Lassù, nella loro torre d'avorio, i dirigenti fanno trascorrere la serata facendo finta di fare meeting e vertici farlocchi, per poi lasciare ognuno al proprio posto. Sembra l'Italia la Juve: un vecchio stato ormai in declino, stanco e trascinato, sull'orlo di capitolare. Parlare di contenuti di campo, di tattica e della partita è diventato ormai inutile da mesi, perché siamo in mano a gente che di contenuti da mostrare non li ha. L'unica cosa che sappiamo è che anche la Champions ci è sfuggita. La Juventus ci è stata tolta, perché questa non è e non può essere la Juventus. Non si possono buttare all'aria anni di lavoro e di successi in questo modo. Pirlo rimane al suo posto, si auto-conferma con la solita delirante conferenza post-partita, piena delle solite dichiarazioni agghiaccianti di un, tra molte virgolette, allenatore che non si è mai davvero reso conto di dove si trova. Più che serafico e impassibile pare ormai intontito, ma conserva quall'arroganza e presunzione che sono il vero marchio di fabbrica di questa gestione societaria.

SENZA DIGNITA' - Di periodi bui ne abbiamo passati, ma così no! Manca l'orgoglio, non c'è veramente la dignità! Il problema viene da lontano, io lo dico da tempo ormai. Il pesce puzza dalla testa e quindi da Andrea Agnelli. Lui che ha scelto Pirlo per non si sa ancora bene quale motivo. Per dimostrare che lo scudetto questa squadra poteva vincerlo persino con un neofita in panchina? Per poterlo rinfacciare a Sarri (a cui dovrebbe, e non solo lui, chiedere scusa umilmente) reo di aver definito questa accozzaglia di giocatori (perchè mi rifiuto di definirla squadra) "inallenabile"? Oppure per dimostrarlo ai suoi stessi dirigenti rei di avergli fatto cacciare Allegri? Oppure ancora per rinfacciarlo a Conte e Marotta, i due epurati, adesso accasati all'Inter? Il risultato è che ormai Pirlo è indifendibile, con un organico migliore di quello messo a disposizione di Sarri quest'ultimo ha vinto il campionato, mentre Pirlo è talmente rasente allo 0 come allenatore che non si qualificherà nemmeno all coppa più imporante.

FOLLIA? - Cosa c'è dietro la protezione di questo personaggio? Una totale incapacità di ammetere una colpa e prendersi delle responsabilità. Agnelli si è rivelato un dirigente con un approccio lavorativo infantile, personalistico, scarsamente professionale e veramente poco lucido. Pensare che era stato fatto passare comel'artefice della rinascita bianconera e lo è stato in parte, ma non il principale come voleva far credere. E' quasi come se d'improvviso si fosse spenta la luce e il presidente si fosse smarrito nei meandri di un luogo sconosciuto, come il Re Folle in Game of Thrones, Re Aerys II che nei suoi primi anni di regno sembrava poter portare Westeros alla prosperità e che poi, obnubilato dalla follia, fece precipitare il regno nel caos rischiando di raderne al suolo persino la capitale.

RIDIMENSIONAMENTO - Io però non credo nell'improvvisa pazzia del presidente, non siamo in una serie tv ma nella realtà. Quindi l'indole del presidente era già chiara fin dai primi momenti e ho già citato alcuni episodi in un altro articolo (Del Piero, Conte, Marotta, Dybala ecc.), ma molti non se ne erano accorti, me compreso. Arrivati a questo punto, insieme al ridimensionamento che si prospetta per il progetto sportivo della Juventus del futuro, è necessario anche un ridimensionamento, sia d'immagine che de facto, della figura di Agnelli all'interno di Juventus. A livello d'immagine, ormai compromessa anche istituzionalmente dopo la vicenda Superlega, possiamo finirla di vederlo come un sovrano illuminato, ammantato da questa aura di intoccabilità. Al ridimensionamento de facto ci arrivo verso la fine. Sì Agnelli ha il merito di essersi affidato dal primo momento a una persona competente e preparata come Marotta, andandolo a prendere dalla Sampdoria. C'è anche una componente legata alla fortuna, poichè sebbene Marotta fosse il meglio che il mercato avesse da offrire in quel momento, per i risultati conseguiti a Genova sotto gli occhi di tutti, c'è stato anche del merito nel supportarlo e lasciarlo lavorare dopo un primo anno singhiozzante. Quindi Agnelli bravo e fortunato nella scelta di Marotta, forse a questo punto il vero artefice della rinascita juventina, sebbene anche lui da ultimo abbia commesso alcuni errori, che però non sono paragonabili per gravità e frequenza a quelli di Paratici, che non si è dimostrato nulla più di un buon gregario per un grande Amministratore Delegato. Agnelli ha avuto anche il merito di lavorare bene in ambito finanziario e commerciale espandendo il marchio e il valore della Juventus nel mercato globale. Questi meriti sono evidenti ma non giustificano la sconfessione totale e la vanificazione di anni e anni di lavoro. Come ho già detto, per costruire un progetto vincente ci vogliono anni di duro lavoro, per distruggere tutto basta un attimo. 

GLI INTOCCABILI - Di errori quindi ne ha commessi e parecchi e la ciliegina sulla torta è stata Pirlo. Probabilmente la peggiore scelta presa da un dirigente nella storia della Juventus, perchè Pirlo sebbene sia la prima volta che allena e tutto quanto, ma nel bene e nel male, sarà ricordato come il peggior allenatore nella storia della Juventus, con il risultato peggiore in rapporto alla qualità della rosa a disposizione e del monte ingaggi. Basti sapere che è il primo allenatore nella storia a perdere nella stessa stagione due partite in casa 0-3. La cosa incredibile è essere arrivati a questo punto della stagione con lui in panchina, solo perchè ammantato di riflesso dall'aura di intoccabilità del presidente che lo ha scelto. Altro intoccabile, e qui c'è voluto più tempo pure di Pirlo per capire quanto invece fosse da mettere in discussione, Chiellini. Una stampa inspiegabilmente (o forse no) schierata dalla sua parte che ad ogni occasione lo definiva prezioso, indiscutibile, nonostante da ormai 2\3 anni non sia più il giocatore che era. Quanti insulti mi sono preso per aver detto ciò, quando Chiellini ci faceva prendere gol con l'Inter a San Siro, sui rigori che ragala agli avversari, su tutti i palloni che butta nonostante noi vogliamo, secondo Pirlo, fare costruzione dal basso e palleggiare. Nedved che ora addirittura continua, forse solo per facciata, a confermare Pirlo, Ronaldo davanti ai microfoni di Striscia. Ecco Ronaldo... che ormai gioca solo per se stesso, perchè ormai abbiamo capito benissimo che se ne vuole andare, però quando lancia la maglia tutti a fare debunking e a dire che non si può dire niente su Ronaldo, quando ci fa prendere gol in barriera di nuovo tutti in silenzio, poi fa doppietta in modo abbastanza casuale con l'Udinese e Pirlo subito ad incensarlo. Sembrano una combriccola di ragazzini che fanno una marachella, vengono beccati e si coprono le spalle a vicenda in una maniera veramente ridicola e patetica.

IL BENE DELLA JUVENTUS IN SECONDO PIANO - Questa combriccola, sicuramente non i tifosi, si meritano la passerella di Conte e dell'Inter allo Stadium. Perchè è un'umiliazione per cui loro hanno posto le basi e i presupposti. Perchè tutto nasce dalla mancanza totale di onestà, di voglia di fare i conti con le proprie scelte, di assumersi le proprie responsabilità. Deve cambiare tutto, ma doveva cambiare da prima, perchè nonostante gli scudetti arrivassero per inerzia, un cambiamento era necessario dal 2017, quando tutto il meccanismo si è inceppato, ma non lo si è fatto perchè lo scudetto metteva la toppa su un buco che diventava via via sempre più grande. Ora chi ha sbagliato deve pagare, non c'è più tempo e non c'è più perchè gli errori e le mancanze sono diventate tropp ed evidenti: nessuna programmazione sportiva, i giocatori vengono strapagati e comprati a caso, gli allenatori uguale, oppure vengono presi o cacciati in base a rapporti soggettivi e personali che nulla hanno a che vedere con la conduzione professionale di una società. L'acquisto di Ronaldo non era sostenibile, ormai è chiaro, è arrivato perchè è stato lui a scegliere la Juventus e non il contrario, ma se per sostenerlo economicamente non lo si è sostenuto sportivamente allora tutto diventa inutile. Si è andati avanti comunque per questa strada, impoverendo sempre di più la qualità della rosa e alla fine ci ritroviamo non si sa come, con Chiellini che decide quando giocare e quali partite fare, che si mette in campo da solo a combinare disastri, a farsi saltare in testa da Tomori, perchè il Milan ha fatto programmazione e noi siamo in mano ad un improvvisato del ruolo, che è completamente incapace di gestire lo spogliatoio. La verità, ed è la cosa più triste, è che il bene della Juventus è stato messo in secondo piano, è stato soppiantato in favore del bene dei senatori, di una dirigenza completamente nel pallone, dei personalismi di un presidente che non si rende conto che la sua reggia, costruita con anni e anni di duro lavoro gli sta crollando in testa, perchè non vuole ammettere che necessiti di manutenzione e restauri che non sono stati fatti nel tempo. 

RIVOLUZIONE - Non nutro molta fiducia in una vera rivoluzione, visto come ragiona questa dirigenza. A questo punto auspico una mossa di Elkann che faccia saltare il banco, se non per un atto d'amore verso la Juventus, di cui non credo John sia così innamorato ed emotivamente coinvolto come lo è il cugino (sebbene negli ultimi anni non lo abbia manifestato), almeno per motivi di puro interesse. Perchè credo che chiunque sarebbe sinceramente stufo di vedere quello che comunque è un patrimonio della sua azienda, la Exor, continuare ad essere depauperato di risorse e valore complessivo anno dopo anno. Provando quindi a mettermi nei panni di Elkann, ecco come ridisegnerei il nuovo organigramma di una Juventus, che riparte dall'Europa league. Un progetto fondato quindi sui giovani, con risorse limitate ed un buco di bilancio da risanare, quindi dedito anche alla creazione di valore economico oltre che tecnico.

Andrea Agnelli presidente onorario con cura della parte commerciale e finanziaria dove ha fatto buone cose con l’espansione del brand e del marchio Juve nel mondo, ma senza voce in capitolo nella parte sportiva, dove ha dimostrato di non avere alcuna competenza.
Nuovo presidente esecutivo Lippi, uomo che conosce il mondo Juventus e la realtà torinese, che ha rappresentato l'unica pagina gloriosa in Europa della Juventus e con grandi doti organizzative e di coordinamento.
Vice presidente Alessandro Del Piero, con ampio potere decisionale, di rappresentanza istituzionale alla Boniperti, per crescere vicino a Lippi ed esserne l'erede designato alla presidenza, quando il buon Marcello per questioni anagrafiche mollerà!
Nuovo DG dell’area sportiva Giovanni Carnevali, perfetto come figura di alto spicco e bravo nelle gestione societaria, oltre che affidabile e credibile nei rapporti istituzionali e a politici.
Nuovo DS, possibilmente straniero, Luis Campos sarebbe un profilo ideale per ripartire: grazie alle sue doti nello scoprire talenti e nel valorizzarli, in una Juve destinata all'Europa League e ad anni di magra sarebbe ottimo per risollevarsi a livello economico con il buco di bilancio che ci ritroveremo. In alternativa se vogliamo rimanere in Italia, Cristiano Giuntoli sembrerebbe sul punto di rompere col Napoli e io mi fionderei su di lui che di giocatori ne ha sempre presi buoni!
Infine come nuovo allenatore, sebbene non ce lo veda ad abbandonare un’isola felice di cui è demiurgo e padrone incontrastato, Giampiero Gasperini! Uno dei migliori allenatori italiani, ideale per valorizzare giocatori giovani da cui, come detto, inevitabilmente si dovrà ripartire e garanzia nel dare alla squadra un'identità e un gioco ben preciso, oltre che proveniente dall’ambiente juventino! Inoltre valorizzerebbe notevolmente anche i giocatori dell’under 23 dando un senso al progetto che sotto Pirlo è stato ulteriormente sconfessato e privato di significato!