I post partita per il Milan ed i suoi tifosi, negli ultimi anni, sono sempre stati poveri di gioie sportive e di risultati soddisfacenti. Ieri, la semifinale di ritorno tra i rossoneri e la Juve ha sancito l'eliminazione dei primi che, pur non perdendo nella doppia sfida, si ritrovano fuori dalla finale per via del gol di Ronaldo all'andata. Quel gol, arrivato quando la partita aveva già detto tutto, il Milan meritava, sicuramente qualcosa in più per il gioco espresso, è stato una condanna insieme alle squalifiche, ed hanno reso complicata la gara di ritorno.
Detto che le speranze erano veramente poche, le partite vanno giocate fino alla fine e al Milan poteva bastare anche un solo per gol per rimettere a posto la situazione a suo favore o, nella peggiore delle ipotesi, giocarsi il tutto ai calci di rigore. Invece niente di tutto questo. E' stata la Juventus, come da pronostico ad andare in finale dove incontrerà la vincente di Napoli-Inter.

Giocare allo Stadium non è mai facile per i rossoneri che, per le statistiche, avevano sempre incassato almeno un gol nelle partite giocate. Ieri, senza la cornice di pubblico (che brutti gli stadi vuoti, ma dovremmo farci l'abitudine) la Juve ha fatto subito la partita giocando con intensità e mettendo in difficoltà gli avversari, impossibilitati a superare la metà campo bianconera. Un calcio di rigore, netto, per l'ingenuità di Conti (che tenerezza vedere la sua faccia, la quale sapeva di averla fatta grossa), poteva mettere ancora più in salita la partita per i rossoneri. Ma quando hai in porta Donnarumma sai bene che, anche se ti chiami Cristiano Ronaldo, rischi di vederti parare il tiro. Cosa che è realmente accaduta perchè la deviazione di Gigio ha fatto sì che la palla sbattesse contro il palo. 

Ma ieri il "dio calcio" aveva già deciso come sarebbero andate a finire le cose, e ha messo ancora più in difficoltà i rossoneri, i quali, nel proseguo dell'azione, hanno assistito all'espulsione di Ante Rebic per fallo da Kung fu su Danilo. Anche qui niente da eccepire e Milan in dieci dal diciassettesimo minuto. Niente male come inizio e dire che erano più di cento giorni che non assistevamo ad una partita alla tv. Un rigore ed una espulsione per iniziare alla grande. 
Se vedere la faccia di Conti mi aveva fatto provare tenerezza nei suoi confronti (non rabbia), il fallaccio di Rebic mi ha fatto uscire dalla bocca parole come ingenuità e soprattutto frustrazione. L'ingenuità nasce dal fatto che non puoi entrare in quel modo, perchè sai bene che 9 volte su 10 il cartellino è rosso (nell'unico caso è arancione). Frustrazione in quanto, fino a quel momento, la palla Rebic non l'aveva mai vista. La differenza di giocare o meno con Ibra sta in quei diciassette minuti. Quando gioca lo svedese (nonostante i suoi anni) Rebic ne trae beneficio per via degli spazi che si creano e delle giocate che quest'ultimo riceve. Quando manca Ibra, manca uno che fa salire la squadra e permette agli altri di essere letali in zona gol. Ieri Rebic unica punta, caricato anche di troppe responsabilità prima della gara, era come un pesce fuor d'acqua, gli altri non riuscivano, per via del pressing della Juve, a dialogare con lui e di conseguenza veniva a mancare la manovra d'attacco rossonera.

Ma le partite durano novanta minuti e il Milan visto non era certamente un bel biglietto da visita da presentare ai tifosi. Col passare del tempo ha controllato meglio le sortite avversarie e con Kjaer e Romagnoli, insieme a Gigio, il reparto difensivo ha gestito meglio il resto della partita. 
Quando penso a Kjaer e Donnarumma mi viene in mente una considerazione che vorrei allargare anche ad Ibra. Penso che Kjaer sia stato il migliore in campo. Nei giornali di oggi qualcuno indicava Gigio, altri la coppia di centrali di difesa. Ma andiamo oltre. Se Kjaer è stato uno dei migliori (e non è certo giovanissimo), se a Rebic è venuto a mancare uno come Ibra (che non è certo giovanissimo), se Donnarumma ogni volta viene messo in discussione, non per il suo talento ma per il suo ingaggio, ed una volta ancora è risultato decisivo. Mi chiedo. Ma queste cose le vede la società? 
Niente da dire contro i giovani,
mentre scrivo leggo che il Milan ha quasi chiuso per l'acquisto di Kalulu, terzino destro del Lione (capitano dell'under 19 dei francesi) in scadenza di contratto, battendo la concorrenza di Bayern Monaco, Siviglia e dello stesso Lione che ha fatto di tutto per non perderlo a parametro zero. Ma ho anche l'idea che i giovani hanno bisogno di tempo e vicino di giocatori pronti che li aiutano a crescere, soprattutto in squadre come il Milan dove la maglia pesa e non ti perdonano niente. Un mix fatto di esperienza e di gioventù che possa essere l'alchimia giusta per raggiungere gli obiettivi prefissati. E quando parlo di esperienza non mi riferisco certamente a giocatori che firmano per svernare ad ingaggi elevanti, ma giocatori motivati di qualità, che possano ancora dire la loro.

Ma tornando alla partita di ieri, un altro dato netto che emerge è la differenza tra le due squadre a livello di panchina a disposizione. Basti vedere Sarri che ad un certo punto decide di cambiarne tre di colpo, (scelta che poi ha un po' rinnegato) mentre Pioli ha dovuto centellinare i suoi. In panchina molti giovani tra cui Colombo che è subentrato a tredici minuti dalla fine. Classe 2002, viene considerato uno dei pezzi pregiati del settore giovanile e Pioli lo ha mandato in campo anche per aumentare il peso in attacco, senza tuttavia incidere sulla gara.

Esclusi i giovani del settore giovanile che hanno tutto il diritto di sbagliare e crescere, anche ieri abbiamo assistito all'ennesima prova incolore di Paquetà. Leggendo le pagelle, il ragazzo non arriva alla sufficienza. Secondo il Corriere dello Sport, "non riesce a tenere il passo di Alex Sandro che fisicamente e atleticamente lo travolge. Migliora quando può giocare con la palla al piede, ma questo si sa. Nella ripresa lavora sodo anche in fase difensiva"... Pioli lo tiene in campo fino al minuto trentasette della ripresa. Cedendo il posto proprio al già citato Colombo. Ma da Paquetà il Milan ed i suoi tifosi si aspettano ben altro, ed il ragazzo dovrà fornire prestazioni migliori, in questo finale di stagione, se vuole convincere il club a puntare ancora su di lui.
Personalmente, ma Pioli avrà fatto considerazioni diverse, ho trovato migliore la prestazione di Giacomo Bonaventura e avrei tenuto più in campo Jack rispetto al brasiliano. Il quale, ha fornito una prestazione sufficiente, adoperandosi inizialmente in fase difensiva e, successivamente, diventando il punto di riferimento in attacco dopo la cacciata di Rebic. Bonaventura si era fatto notare per l'occasione migliore dei rossoneri con il cross pennellato per la testa di Calhanoglu (unico sussulto degno di nota, visto che Buffon non è stato mai impensierito ed è rimasto spettatore della partita). Ma Pioli a inizio secondo tempo ha preferito toglierlo (Jack non ha preso bene la sostituzione) per Leao.
Ma la partita era stata preparata in un certo modo, e con l'uomo in meno occorreva contenere le sfuriate juventine in fase difensiva e, agendo di rimessa, provando a capitalizzare al meglio le ripartenze.

In definitiva è stata comunque un'occasione sprecata. Il Milan, pur non pungendo, si è ritrovato una Juventus che, pur partendo a razzo, man mano ha perso mordente, con in campo un Cristiano Ronaldo al di sotto delle aspettative, al di là del rigore sbagliato, controllato bene dalla retroguardia rossonera. 
Peccato, nonostante il Milan non abbia mai dato la sensazione di poter vincere la partita, speravo in un finale diverso. Uno tipo alla Rocky. Dove, pur prendendone un sacco, alla fine tiene botta e vince l'incontro. Ma si sa, non sempre le storie finiscono come i film. 
Ore è il momento di rimboccarsi le maniche e preparare quel che resta del finale di stagione. Perchè il Milan può e deve dire la propria. E per farlo deve iniziare a vincere già alla ripresa del (suo) campionato a Lecce.