Siamo arrivati a Natale e se anche per poco tempo il campionato si ferma e si possono tirare le prime somme e fare qualche considerazione di quanto fin qua emerso. Il campo sta parlando un dialetto milanese abbastanza chiaro e forte. Dopo anni vedere le due squadre di Milano a contendersi la vetta della classifica a suon di vittorie, è un segnale forte che che le due squadre e le rispettive società stanno dando a tutti. Se per la Milano sponda nerazzurra, era un qualcosa di prevedibile, per quella rossonera è in realtà una sorpresa. Nessuno ad inizio stagione si sarebbe mai sognato di vedere il Milan a questo punto della stagione in testa alla classifica imbattuto con 10 vittorie e 4 pareggi. È il frutto di un progetto serio iniziato lo scorso anno e portato avanti quest'anno. Il Milan è giovane e non è soltanto Ibra dipendente, sta dimostrando di essere una compagine seria che ci crede e sta facendo davvero bene e merita il primato. Poi c'è l'Inter che ha inanellato sette vittorie consecutive. In questo caso a differenza dei cugini, ci si aspettava una stagione da protagonista, il lavoro iniziato, anche in questo caso, lo scorso anno e gli importanti investimenti sul mercato non potevano portare a risultati diversi in Italia, diverso giudizio invece per la Champions dove onestamente ci si aspettava di più. Ora Conte si ritrova nella situazione ideale, cioè quella di poter pensare solamente al campionato, gestendo forze e risorse per un'unica competizione. Poi staccati già a distanze importanti tutti gli altri ma nessuno degli altri sembra poter avere un passo per poter infastidire il duo milanese.
La Juve in una serata si è ritrovata addirittura a meno dieci punti dalla testa in un anonimo sesto posto. La squadra di Pirlo nonostante buone prestazioni di livello, dimostra di non avere la continuità di un tempo che la contraddistingueva dalle altre, troppi passi falsi e un percorso fin qui altalenante per poter avere velleità di successo. La testa e la mentalità di una squadra sono la cosa più importante in assoluto. Come nel Milan queste caratteristiche stanno facendo la differenza in positivo, a Torino invece, i giovani e alcuni "vecchi" sembrano non avere la mentalità da Juventus e senza quella non si può andare avanti sperando nel decimo scudetto. La sconfitta con la Fiorentina ci sta, una serata storta capita a tutti, il problema è che non è stata l'unica o la prima della stagione, i pareggi con Verona, Crotone, Benevento, Atalanta Roma e Lazio pesano parecchio. Pirlo deve trovare il modo di tenere sulla corda la squadra, di tenere alta sempre l'attenzione e la concentrazione, dare nuovi stimoli a una squadra che ha vinto nove scudetti di fila non è semplice, come non lo è trasferire il dna juventino ai nuovi arrivati soprattutto se giovani. La Juve ha bisogno di continuità, di inanellare una striscia di vittorie consecutive per trovare una certa tranquillità ed equilibrio e cercare di ridurre lo svantaggio in classifica. Davanti i primi della classe corrono e in un modo o nell'altro riescono sempre a portare a casa il bottino pieno anche in giornate difficili, e questo è sinonimo di concretezza, di forza e convinzione dei propri mezzi. Ora i rivali ci sono e sono agguerriti, sono ben attrezzati e daranno battaglia, la Juve deve ritrovare dentro di sé la voglia di lottare altrimenti sarà giusto che a primeggiare sia qualcun altro che ha messo in campo più convinzione.

Sono convinto che dal punto di vista tecnico e organico la Juve possa tranquillamente rientrare in classifica e azzerare il divario perché la squadra, la rosa e la capacità ci sono, ma per farlo bisogna tirare fuori gli attributi e lo devono fare tutti non sempre i soliti. Bisogna fare bottino pieno di punti anche in serate poco brillanti, difficili, farlo alla vecchia maniera come Allegri ci ha insegnato, non si può pensare di portare a casa vittorie solo al termine di gare di alto livello tecnico e fisico, ci vuole cinismo e praticità. Ritroviamo queste caratteristiche al più presto e potremo andare a contendere il titolo alle milanesi, altrimenti saremo costretti ad alzare bandiera bianca dopo nove anni. Un piccolo appunto sulla sentenza della questione Juve Napoli. In cuor mio sapevo che sarebbe finita così, perché così le cose sono sempre andate quando le partite passano dal campo agli uffici. Dai tempi del cambio di regolamento in corso, sul tesseramento degli stranieri, alle questioni curve chiuse, alle squalifiche per simulazione, alle questioni tifosi mafia, da calciopoli a Suarez, passando per Perugia in questo "sport" la Juve esce sempre sconfitta, in barba al grande potere politico che avrebbe secondo i luoghi comuni. Comunque è stata una vergogna e un'ingiustizia per tutte le squadre che a differenza del Napoli, le partite le hanno sempre giocate, da REGOLAMENTO, nonostante le assenze, le difficoltà dovute al Covid-19, mentre per il Napoli è stato applicato un regolamento "speciale*.
Ora cercheremo di riprenderci quei tre punti sul campo dove noi giochiamo le nostre partite... non altrove.