In una giornata qualunque di un mese qualsiasi di un campionato sempre uguale, si riunisce il Consiglio Federale della FIGC, per fare il punto di situazione sul calcio italiano.

Intorno al tavolo, tutti gli Organi Direttivi della Federazione: il Presidente Gravina, i rappresentanti delle leghe Lotito (serie A), Mezzaroma (serie B, nonché cognato di Lotito) e la Capotondi (Lega Pro, non si capisce perché, ma meglio lei al tavolo che Ghirelli), il Presidente Assocalciatori Tommasi, il Presidente Assoallenatori Ulivieri e il dirigente arbitrale Rizzoli, nonché il neo eletto dirigente arbitrale Fabbri, in qualità di rappresentante della Juve.

A dare l’inizio ai lavori, il messaggio d’apertura del Presidente Gravina che dichiara, ostentando una certa fierezza, che il calcio italiano, benché non rappresenti più il campionato più difficile al mondo, è diventato comunque il più brutto, che poi vale sempre un titolo. Un risultato di prestigio acquisito con fatica, nonostante le resistenze di una componente inutile come gli appassionati. E proprio sui tifosi il Presidente precisa che trattasi di una categoria astratta come quella dei contribuenti per la società italiana, chiamata a rimpinguare le casse, senza possibilità di rivendicare alcunché. Perché alla gestione dei loro risparmi ci pensano i dirigenti oggi presenti, che con oculatezza si faranno carico delle loro esigenze trasformandole in proprie, e i loro denari diventeranno cosa nostra. Tuttavia, il Presidente, dall’animo nobile, garantisce attenzioni anche alle minoranze, ed è così che si ripromette di regalare agli appassionati un altro boxing day, con la partita di cartello tra Sudtirol e FeralpiSalò.

Inoltre, Gravina aggiunge orgoglioso che siamo stati tra i primissimi al mondo a fare ricorso al VAR per eliminare l’incidenza degli errori durante le partite, a scapito dei club più forti. Con il VAR, invece, le chiamate a favore delle “piccole” saranno definitamente debellate. Attraverso un attento riesame, in virtù della legittima sudditanza psicologica, si cercherà l’episodio che possa scagionare o favorire il club più “pesante” anche con un rewind di alcuni minuti. Una garanzia come riconoscimento a quei club che, attraverso partnership e main sponsor ad essi associati, assicurano più della metà degli introiti alla FIGC (vedasi FIAT, ENI, TIM, LETE, PUMA ecc..).

Al riguardo, il dirigente arbitrale Rizzoli chiede l’autorizzazione alla sospensione del VAR per la partita tra Frosinone e Chievo, in quanto inutile ai fini degli interessi strategici della serie A. Ma Lotito, piuttosto seccato, ricorda che proprio il Chievo gli ha garantito una grossa vincita per la vittoria sulla Lazio, giocata in un casinò abusivo a Malta. E aggiunge che il VAR dovrà preservare anche di questo tipo di investimenti a campionato chiuso. Gravina e Rizzoli annuiscono senza fiatare.

Prende la parola Mezzaroma, che reclama attenzione e indulgenza anche per la serie B, dove tante piazze importanti negano la possibilità di favorire determinate società, impantanate nelle inutili logiche del merito che ne determinano le promozioni dirette. Di conseguenza, sarebbe quanto mai opportuno emanare una riforma che possa garantire i play off per le prime otto classificate, con l’assegnazione di due posti in serie A, e una terza promozione conferita alla squadra che inizia per “SA” e finisce per “TANA”, con un criterio di cristallina trasparenza. Per quanto precede, il rappresentante per la serie B chiama ai voti tale modifica, ricevendo solo il consenso di Lotito. A questo punto, la modifica s’intende “passata all’unanimità”, in quanto lo statuto specifica che il solo presidente della Lazio ha potere esclusivo di veto e/o di ratifica nel Consiglio Federale.

Tocca alla Sig.ra Capotondi che, in tutta sincerità, ammette che della Lega Pro non gliene può fregare di meno. Aggiunge che non conosce com'è organizzata, nemmeno i club che ne fanno parte, né tantomeno dinamiche ed esigenze connesse con la sua carica istituzionale. Conosce il calcio perché, un giorno, ha portato una birra a suo nonno mentre guardava una partita. Di conseguenza, a buon diritto, si sente parte integrante del Consiglio ed espone una problematica a lei tanto cara. Essendo nel mondo del calcio per sfruttare l’ampia vetrina che questo sport riserva ai suoi protagonisti, vuol favorire un ritorno d’immagine che consenta di costruire un maggiore appeal mediatico, da sfruttare in qualche comparsata cinematografica. Tuttavia, una donna insolente e volgare le ruba la scena pallonara: Wanda Nara. Evidentemente contrariata, si chiede se non sia il caso di votare per l’eliminazione delle figure di procuratrici donne nel mondo del calcio, associata all’oblio TV e social per gli anni a venire. Nel merito, interviene il Presidente Gravina che dichiara incostituzionale la richiesta della Capotondi, a meno che non la pensi diversamente Lotito. Eppure, il Presidente biancoceleste ha un’altra soluzione. Con grande delicatezza, eleganza e lungimiranza, suggerisce alla bella attrice di rifarsi le tette di almeno tre misure, di postare un paio di nudi al giorno sui social e di trovarsi un fidanzato calciatore, meglio se della Lazio. La Capotondi soddisfatta ringrazia: seguirà il consiglio.

Arriva il turno di Ulivieri che, sorseggiando dal collo di un fiasco di lambrusco, comincia a parlare della sinistra italiana, di manifestare contro l’imperialismo americano, della necessità di un sovversivismo nuovo ecc.. quando, d’un tratto, un sonoro scappellotto lo riporta sui temi dell’assemblea. Ulivieri si ricompone e, dopo un caffè (corretto), si domanda sui motivi della sua presenza al tavolo. Insieme a lui, invero, se lo chiedono anche gli altri componenti del Consiglio.

In chiusura, è il momento di Tommasi, in qualità di Presidente dell’Assocalciatori. L’ex giocatore ha in serbo un paio di discussioni tanto care alla categoria, da anni sfruttati come operai da imprenditori-presidenti senza scrupoli. Intanto vorrebbe istituire la pausa caffè ogni quarto d’ora della partita, poi rivendica la possibilità dei giocatori di poter recarsi sui luoghi di lavoro con abiti civili a loro più congeniali, anche durante le gare ufficiali, senza vestire le maglie sociali imposte dai padroni, da sempre simbolo della schiavitù di massa. Inoltre, accusa la PANINI di essere un’azienda asservita alla CIA, che approfitta dell’album per elaborare una schedatura di tutti i calciatori. Infine, paventa la possibilità di uno sciopero generale della categoria se, a partire da giugno e con cadenza trimestrale, non si provvederà al rinnovo dei contratti dei metalgiocatori con rispettivo adeguamento del salario, ritenuto ancora tragicamente al di sotto della soglia di povertà di ogni buon cittadino che si rispetti.

Con l’intervento di Tommasi si chiude l’Assemblea, rinviata a data da destinarsi nel 2020, al fine di consentire il meritato recupero psico-fisico tra una seduta e l’altra.

Il Presidente congeda i dirigenti intervenuti alla riunione, e Lotito congeda il Presidente: il calcio italiano è in buone mani.