Niente da fare, ci ho sperato fino all'ultimo, fino all'annuncio ufficiale che avesse un briciolo di umiltà e di saggezza sportiva, invece niente. Buffon è del Psg. L'annuncio ufficiale è stato dato ieri dalla società francese e quindi il portierone italiano a 40 anni ancora non è stato in grado di appendere i guantoni al chiodo. 

Eppure c'erano tutti gli ingredienti per fare la torta più bella e dolce che si potesse fare, una lunga carriera in bianconero, innumerevoli vittorie e record personali, perfino in mondiale vinto e una retrocessione in Serie B nel momento di massima gloria che lo avevano elevato ad idolo, assieme ad altri, un rapporto ottimo con la società e con il presidente Agnelli in persona, tanto da aver pianificato tutto al meglio assieme, ma alla fine, all'ultimo atto ecco la retromarcia.

L'uomo Buffon a 40 anni ha deciso di mettere tutto in discussione e anziché scrivere fine ad una storia e una carriera incredibile come sarebbe giusto, va a fare altri due anni in Francia. Non in America o Australia dove la scelta poteva essere giustificata come esperienza di vita e chiusura di carriera come molti hanno fatto, ma al PSG, una squadra top con obiettivi che potrebbe incrociare perfino la sua Juve in Champions. Per quale motivo? Soldi? Onnipotenza? Egoismo? Paura di smettere?
Cosa nasconde questa scelta? Una scelta anche rischiosa perché è vero che a 40 anni Gigi è ancora un tra i più forti portieri del mondo, ma a quell'età i rischi sono altissimi, un piccolo infortunio o qualche errore sarebbero visti come il frutto dell'età e allora metterebbe in discussione la sua scelta con inevitabili critiche. C'è il rischio di chiudere la carriera nell'assoluto anonimato o peggio ancora deriso. 

Mi spiace Gigi, ma non condivido questa tua scelta, potevi essere unico ma hai scelto di essere uno tra i tanti.
A volte essere i migliori sta anche nel sapere quando è il momento di un passo indietro. Alcuni lo hanno avuto quel pregio, tu no.