Come ogni anno la Roma fa un mercato oculato ed intelligente, vende campioni a suon di milioni e compra giocatori giovani (Kluivert) o che vogliono rilanciarsi (Pastore) a prezzo outlet.

La sua forza non sta tanto nei giocatori comprati, che presi singolarmente valgono meno di quello che potrebbero sembrare, ma sta nella bravura dei dirigenti a sceglierli e a farli amalgamare.
La Roma è come un tiramisù: freddo, spietato e delizioso da mangiare. L’aroma del caffè Roma è di quelli da far perdere la testa, infatti è allo stesso tempo forte da far girare la testa e buono da addolcire il palato.

Con il Torino ne è stato l’esempio più eclatante, fino al gol al bacio di Dzeko, dolce come il cioccolatino da far sciogliere nel caffè, la Roma risultava farraginosa è un po’ compassata nella manovra.
Dopo il gol dell’attacca bosniaco, la Roma da brutto anatroccolo quale era si è fatta cigno ed ha mostrato la bellezza abbagliante della vittoria e dei tre punti sudati su un campo dove vinceranno solo Juve e Napoli con ogni probabilità.
Di Francesco ha in mano una delle migliori torrefazioni del paese, chissà che questa volta non sia la migliore del paese.