Quest'anno, dopo 8 anni di Juventus e 21 anni di carriera, a fine stagione Andrea Barzagli metterà fine alla sua carriera di calciatore. La 'Roccia' bianconera - sopranomminato dai tifosi bianconeri per essere stato uno dei difensori più difficili da superare - ha annunciato il suo ritiro a quasi 38 anni (8 maggio 38 anni) e una lunga carriera, tra la serie D, serie B, Serie A e Bundesliga, arrivando alla Juventus nel 2011 proprio nell'anno della rinascita finale del club bianconero, essendo uno dei pochi ad aver vinto sette scudetti di fila e prossimo all'ottavo anche se non da protagonista come negli altri.

Andrea Barzagli è il difensore con meno cartellini rossi, difficile anche che prenda un giallo, visto che riesce sempre ad essere puntuale nell'entrata e nell'anticipo sul giocatore avversario di turno.
Barzagli è uno degli ultimi protagonisti ad aver vinto il Mondiale 2006 con Gigi Buffon suo ex capitano e compagno di squadra e Daniele De Rossi della Roma di 3 anni più giovane del giocatore di Fiesole.
L'addio di Andrea Barzagli era sottinteso in questa stagione, visto che i troppi acciacchi e la carta d'identità che oramai è arrivata al limite massimo per uno che in campo ha dato l'anima da titolare fino a due anni fa, per poi dividersi tra panchina e qualche sporadica partita nel momento di difficoltà e penuria di alternativa, nella Juventus ha conosciuto anche il ruolo di terzino nella quale in tempi remoti applicava la sua buona tenuta in velocità anche se la stazza non sembra proprio da velocista.

Andrea quindi quest'anno dirà stop alla carriera di calciatore, ma non prima di tentare con il club l'assalto a quella Champions League che manca nel suo palmares, con lui anche i compagni e amici di reparto Chiellini e Barzagli, con cui ha formato dal 2011 al 2017 il terzetto più forte d'Europa nonchè della Nazionale italiana, come miglior difesa in Italia e tra le migliori in Europa.
Andrea Barzagli è l'uomo silenzioso che in campo ha sempre fatto il suo sporco dovere, sempre con il capo chino e il pedalare, la gente lo ha sempre amato perchè quel ragazzo è sempre rimasto lo stesso da quando ha messo piede allo Stadium fino ad oggi, è rimasto lo stesso, non spocchioso, ma sempre con il sorriso e la sua simpatia toscana che non eccede mai nel ridicolo o nel rimarcare il suo toscanaccio.
La cosa bella è che Andrea è stato un tifosissimo della Fiorentina e da bambino andava nella curva Fiesole a tifare i colori viola, ma non ha rinnegato questo, anzi lo ha sempre difeso, lui è un tifoso viola tutt'ora ma non lo da a vedere, visto che un professionista è un professionista e non fa differenze di maglia o colori se un cuore è viola è viola tutta la vita anche indossando un altra maglia, forse una volta ritirato tornerà a tifare quella Fiorentina che ha battuto tante volte sul campo e forse con un piccolo dolore, ma questo non significa tradire il suo orgoglio di essere toscano e tifoso fiorentino fino al midollo.

Cosa posso dire ad Andrea Barzagli, per prima cosa grazie per quello che ha fatto per l'Italia e per la Juventus, per la persona gentile e garbata che ha pianto in diretta tv per il non essere arrivato al Mondiale 2018 che sarebbe stato l'ultimo della sua carriera, eppure quelle lacrime non le ha nascoste, perchè le emozioni non devono restare dentro e far finta di niente, lo stato d'animo deve uscire ed è bello vederle, perchè questo fa capire la persona vera che si nasconde dietro al calciatore e all'idolo della tifoseria, Andrea è stato sempre se stesso sempre e comunque. Il mio grazie va a lui come ad un fratello che in questi anni mi ha fatto gioire e vivere momenti indimenticabili, perchè questo ragazzo merita tutto il bene che ha ricevuto.
La maglia numero 15 forse resterà libera e ricoperta da un altro giocatore, anche se io su quel numero continuerò sempre a leggere Barzagli, perchè i grandi giocatori non si dimenticano dopo uno, dieci, cento anni. Spero vivamente che il sogno di alzare quella Champions per Andrea si possa esaudire, perchè se per l'ex capitano Gigi Buffon la fortuna gli ha voltato le spalle anche con un altra maglia, per lui sarebbe la ciliegina sulla torta da condividere con Chiellini e Bonucci per portare il terzetto nell'olimpo della storia bianconera e in quello nazionale dopo aver sfiorato quel sogno per ben due volte, ma in entrambe essersi arreso a due squadre molto superiori alla su Juve.

Ma come si dice, i sogni sono gli ultimi a morire, proprio come la speranza, ma stavolta è l'ultimo il definitivo, se arriverà Andrea avrà raggiunto il massimo per un giocatore di club, alzare tutti i trofei più importanti. Per lui il pallone d'oro è quello che vincono i grandi del calcio, anche se fosse di latta per Andrea un premio sarebbe giusto assegnarlo, quello per essere una persona umile e che ha sempre rispettato l'avversario, oltre ad essere preciso fuori dal rettangolo verde. Non importa vincere tanto ed essere una persona ch si sente importante, Andrea lo è stato ma restando sempre se stesso.

Grazie di tutto 'Roccia'

#Andreabarzagli15