Un solo risultato a disposizione per tenere vive le speranze di qualificazione agli ottavi di finale di Champions. Solo con i tre punti, infatti, l'Inter potrà restare in corsa per i primi due posti del girone e questa sera contro il Real Madrid dovrà mettere in campo tutte le proprie risorse per portare a casa l'intera posta in palio. Due punti in tre partite è il magro bottino messo a referto dalla squadra di Conte che per il terzo anno consecutivo rischia di lasciare l'Europa dei grandi già nella fase a gironi e che quest'anno potrebbe addirittura rischiare il non approdo nell'Europa minore vista la quarta posizione nel girone ora occupata dai nerazzurri.

Al secondo anno di gestione Conte ci si aspettava una squadra più pronta e matura nell'affrontare le grandi sfide europee, invece sembra abbastanza chiaro il passo indietro fatto dalla squadra rispetto alla scorsa stagione, cosa questa evidenziata anche in campionato dove i nerazzurri stanno palesando più di una difficoltà nell'affrontare la stagione in corso. Al di là della questione modulo e del troppo integralismo del tecnico salentino (anche la Lazio e l'Atalanta giocano con la difesa a tre), a risaltare in questo inizio di stagione è la poca aggressività e voglia messa in campo dalla squadra. Un anno fa proprio la grinta e l'agonismo furono due degli ingredienti più importanti della gestione Conte che nonostante i tanti problemi affrontati (infortuni, Covid, voci di mercato destabilizzanti e qualche falla nella campagna acquisti di gennaio) era riuscito a creare un gruppo identitario capace di arrivare secondo in campionato ed in finale di Europa League. Ora, invece, la squadra sembra essere tornata agli standard di qualche stagione fa quando vivacchiava ai margini della zona europea e sembrava senza stimoli. Eppure l'ultima sfida di campionato contro il Torino ha dimostrato che se colpita nell'orgoglio la squadra sa rispondere per le rime: dopo sessanta minuti quasi imbarazzanti il due a zero granata ha risvegliato i nerazzurri capaci poi di ribaltare il risultato e portare a casa i tre punti. 

Qual è quindi la differenza tra questa Inter e quella della passata stagione: sicuramente il mercato ha rinforzato la rosa con acquisti di qualità come Hakimi e Vidal e altri utili come Darmian e Kolarov nel turnover. In più i ritorni di Perisic e Nainggolan hanno dato a Conte, almeno sulla carta, due elementi tecnicamente diversi per dare una svolta a partita in corso alla squadra. Nonostante il mercato importante la squadra, però, sembra aver perso alcune certezze come la fase difensiva dove i gol subiti sono troppi e spesso causati dall'ingenuità in fase di possesso della squadra o dal mal posizionamento dei giocatori. Insomma un netto passo indietro per la miglior difesa del campionato 2019-2020. Lacunosa poi anche la fase d'impostazione: solo un anno fa si lodava la scelta di Brozovic in cabina di regia con De Vrij regista arretrato (alla Bonucci) e con la variabile Sensi in mezzo al campo. Proprio l'ex Sassuolo era l'arma in più di Conte grazie a quella posizione ibrida tra la mezzala e il trequartista che occupava il numero dodici nerazzurro. L'assenza di Sensi, colpito da questo calvario continuo che lo porta dal campo all'infermeria, sembra essere uno dei tasselli più importanti che viene a mancare nel puzzle nerazzurro, anche perchè Eriksen (che sulla corta potrebbe essere la copia più tecnica di Sensi) non è mai entrato nei meccanismi di gioco e Vidal non possiede certo quelle caratteristiche. La scelta poi di puntare sul 3-4-1-2 anche per ovviare all'assenza di un regista (solo Brozovic in rosa) al momento non sta pagando con la squadra in netta difficoltà in fase d'impostazione e spesso costretta ad utilizzare sempre la stessa mossa tattica: palla a Lukaku che spalle alla porta smista per i compagni.
Solo la vittoria potrebbe ridare slancio alla Champions nerazzurra e per battere il Real Madrid Conte dovrebbe affidarsi ad una formazione più solida rispetto a quella schierata a Madrid: davanti ad Handanovic spazio a Skriniar, De Vrij e Bastoni per una difesa solida e capace d'impostare (soprattutto sulla corsia mancina). In mezzo al campo dovrebbero agire Vidal e Gagliardini per una mediana fisica con Barella pronto all'ennesima partita da tuttocampista. Sugli esterni fiducia ad Hakimi e Young reduci dalla partita quasi disastrosa contro il Torino, mentre davanti giocheranno Lukaku e Lautaro pronti a scardinare la difesa del Real Madrid. Pesa nell'undici titolare l'assenza di Brozovic anche se Conte può dirsi comunque soddisfatto visto i rientri di Skriniar e Lukaku assenti nella partita d'andata.

Tante invece le assenze in casa Real dove mancheranno Sergio Ramos, Valverde e Benzema. Per questo l'undici di Zidane dovrebbe prevedere Courtois tra i pali, Carvajal, Varane, Nacho e Mendy in difesa, Modric, Casemiro e Kroos in mezzo al campo con il tridente formato da Asensio, Mariano Diaz e Hazard.
Insomma, nonostante le assenze, Zidane potrà contare su una squadra forte e competitiva.
Per gli uomini di Conte sarà importante ripetere la prestazione fornita del match d'andata dove tolti i clamorosi errori difensivi la squadra aveva creato occasioni e messo in difficoltà i blancos che se attaccati hanno dimostrato di soffrire e anche parecchio. Proprio la tenuta difensiva del Real potrebbe diventare allenata dei nerazzurri soprattutto alla luce dell'assenza di Ramos e del rientro di Lukaku al quale ancora una volta ci si aggrappa per tenere vivi i sogni europei. 

Sullo sfondo della partita occhio anche al mercato con l'idea di uno scambio Eriksen-Isco che starebbe prendendo corpo negli ultimi giorni. Entrambi ai margini nei propri progetti tecnici, lo scambio (magari di prestiti) permetterebbe ad entrambe le compagini di risolvere due situazioni che alla lunga rischiano di mettere in difficoltà i propri allenatori nella gestione dei due ragazzi. Se però Eriksen potrebbe trovare nel Real Madrid il giusto ambiente per rilanciarsi (da sempre nel mirino dei blancos e stimato da Zidane), per Isco l'Inter potrebbe non essere la giusta soluzione visto che per caratteristiche rischierebbe di scontrarsi con le idee di Conte che fa della fisicità e della corsa il suo mantra di vita.

Saranno novanta minuti emozionanti e difficili quelli che dovranno affrontare i nerazzurri per restare attaccanti al treno europeo, novanta minuti in qui bisognerà rivedere la voglia e la determinazione che spesso hanno caratterizzano le squadre di Conte e magari anche quella sana follia nerazzurra che spesso rende possibile anche l'impossibile.