Vittoria molto sofferta nel finale, ma che garantisce alla Fiorentina dodici punti in sei gare, una media di due a partita. Tali punti arrivano dopo quattro trasferte e due sole gare giocate in casa, e dopo aver affrontato già tre delle sette sorelle (Roma, Atalanta ed Inter). Terza vittoria consecutiva in trasferta, non accadeva dal 2018, e terza vittoria nelle prime quattro trasferte come mai era accaduto prima nella storia della Viola.

Tutto questo grazie ad un grande tecnico che è riuscito in fretta a far giocare a pallone di nuovo la Fiorentina, rigenerando l’intera squadra.

L’unica nota negativa della partita di oggi, che farà storcere la bocca forse a molti tifosi, per me è rappresentata da Callejon. Gioca esterno destro offensivo, il suo ruolo, ma non salta mai l’uomo, neanche prova mai a puntarlo, limitandosi sempre e solo al passaggio comodo all’indietro. Quando è stanco poi, viene a mancare l’unico apporto positivo che dà alla squadra, quello dei ripiegamenti difensivi: oggi immobile per gli ultimi 20 minuti di match e ridicolizzato da Deulofeu, il quale nel finale di gara lo avrà saltato, come se davanti avesse un birillo, una decina di volte.
Anche senza Berardi, ma con questo Deulofeu ed un vice Vlahovic (o meglio un secondo attaccante, da affiancare al serbo in alcune partite, oltre che a farlo respirare in altre), ci potevamo giocare l’Europa che conta, a mio modesto parere, direttamente al primo anno del nuovo ciclo di Italiano (quello aperto a Firenze).

Chiudo con le interessanti dichiarazioni di Barone nel pre-match: il nuovo contratto di Vlahovic e già pronto sulla scrivania da due settimane, ma in questo lasso di tempo né il giocatore e né il suo procuratore sono mai venuti per parlarne.

Pagelle di Udinese-Fiorentina

Dragowski 7=: coi piedi ancora può migliorare, ma fa due ottime parate nella ripresa da salva risultato. Decisivo.
Odriozola
7: corre per lui e per Callejon senza un attimo di pausa, lungo tutta la fascia destra. Instancabile.
Milenkovic
6: gli capita di andare vuoto una volta a testa contro Deulofeu e Beto, poi tiene botta fino all’ultimo. Sufficiente.
Martinez Quarta
6,5: piedi buoni, aggressivo e sempre in anticipo sugli attaccanti avversari, proprio come piace ad Italiano. Mezzo voto in meno perché rischia l’espulsione. Italiano lo toglie soltanto per questo, forse anche un pochino più tardi del consentito. Coraggioso.
Biraghi
6+: resta in campo due terzi di gara, nonostante la botta ricevuta in avvio alla bocca dello stomaco. Applaudito anche dai suoi tifosi, finalmente. Stoico.
Bonaventura
6,5: alla sesta da titolare su sei giocate, disputa per la prima volta una gara normale. Mezzo voto in più, però, per essersi procurato il rigore che vale i tre punti. Grimaldello.
Torreira 6,5: non la tocca praticamente mai nel primo quarto d’ora, ma poi sale in cattedra e la squadra inizia a soffrire oltre il normale proprio quando esce dal campo. Fosforo.
Duncan 6,5: ormai è una sicurezza in entrambe le fasi, muscoli d’acciaio in quella difensiva e tempi d’inserimento ottimi in quella offensiva. Garanzia.
Callejon 5: nel commento che precede queste pagelle trovate la motivazione al mio voto. Inutile.
Vlahovic 6+: fa 10 rigori segnati su 10 in Serie A, senza far stravedere nel resto della partita (seppur anche oggi subendo tantissimi falli). Cecchino.
Saponara
6: alla prima da titolare in stagione non avrebbe i 90 minuti nelle gambe, ma cerca di non farlo vedere fino all’ultimo fallo guadagnato, quello nell’ultima azione della partita. Intelligente.
Terzic
6: mancava solo lui all’esordio stagionale, ed eccoci serviti. Fa il suo.
Maleh
6: cicca un gran palla di Odriozola, ma si mette a far legna, pur avendo altre caratteristiche. Tanto impegno.
Amrabat
7: entra alla grande in partita, recuperando e gestendo tantissimi palloni. Fondamentale.
Nastasic
6: ordinato e sempre sul pezzo, seppur da subentrato. Concentrato.
Igor
n.g.
Italiano 6,5: al terzo match in una settimana, nonostante i cambi, la squadra non è per niente brillante come al solito. Chiude la partita col 5/3/1/1: Zeman, che lo ha definito il suo degno erede, non lo avrebbe mai fatto! Più bravo ed elastico, mentalmente, del boemo.