Un dato emerso è inequivocabile: la giornata numero trentasei di Serie A ha regalato risultati importanti in grado di mettere ancora una volta tutto in discussione, coinvolgendo addirittura squadre che sembravano già destinate alla permanenza anticipata in massima serie. A centottanta minuti dal termine della stagione, la zona salvezza s'infiamma ulteriormente e chiama all'appello cinque squadre, più due a un passo dalla riconferma per un'altra annata in A, ma ancora a rischio debacle totale, soprattutto se continuano a non mietere più punti preziosi.

Pur rimanendo terzultimo in classifica, il ché vorrebbe dire retrocessione se finisse oggi il campionato, l'Empoli si è rilanciato nel 2-1 maturato in casa di una Sampdoria che non aveva più nulla da chiedere alla stagione. Eppure non è stata una passeggiata per gli uomini di Andreazzoli, ma nulla hanno potuto i blucerchiati per ribaltare il trend negativo - derby escluso - che ha bloccato loro ogni velleità europee. I toscani si sono sbloccati nella ripresa, Farias ha messo la freccia e Di Lorenzo ha perfezionato il sorpasso. A nulla, se non per le statistiche e la classifica marcatori, è valso il rigore trasformato da Quagliarella.

L'Udinese, dal canto suo, non ha trovato resistenza alcuna al Benito Stirpe di Frosinone, anzi i ciociari hanno ancora una volta mostrato la propria insofferenza negli impegni probanti. L'assenza di stimoli e una retrocessione nella serie cadetta già matematica hanno fatto il resto: l'Empoli vince, i friulani di Tudor trovano tre punti preziosi a distanza di cinque turni e rispondono alle dirette avversarie. Sì, perché non è soltanto una questione tra Udinese ed Empoli. Il ko - l'ennesimo - sul campo della straordinaria Atalanta ha fatto sprofondare il Genoa al quartultimo posto ed ora fortemente a rischio retrocessione. In crisi di risultati, gioco e idee, per la squadra allenata da Prandelli si preannunciano due giornate all'insegna della pericolosità concreta e sensibile, considerando l'avversario che si presenterà a Marassi tra cinque giorni.

Con i successi di Empoli e Udinese, rientra nel calderone il Cagliari. Certo, cinque punti di vantaggio sulla diciottesima a due turni dal termine vuol dire avere un importante tesoretto a disposizione. Con due pareggi la salvezza sarebbe aritmentica, ma per i sardi è arrivato il momento di tornare alla vittoria per scacciare ogni pensiero negativo, anche a fronte di tre sconfitte consecutive arrivate tuttavia contro Roma, Napoli e Lazio, avversarie non proprio alla portata. Quella che poteva essere una partita di fine stagione all'insegna del divertimento, Genoa-Cagliari di sabato diventa uno scontro diretto.

E così Bologna-Parma di questa sera assume i connotati di un altro scontro salvezza tra i più vivaci e terribili che può offrire ad oggi il campionato di Serie A. I rossoblù sono rinati con l'arrivo di Mihajlovic in panchina, hanno ottenuto risultati importanti e considerevoli, frutto di una nuova linfa e di una consapevolezza di una rosa che aveva bisogno di una frustrata per sbloccarsi. I ducali hanno gettato al vento troppi match che potevano garantire a D'Aversa e i suoi una salvezza già prima di maggio senza eccessivi patemi d'animo, ma ora non possono commettere nuovi passi falsi. Un pareggio potrebbe bastare per le esigenze ambo le parti, però non è un risultato scontato: l'economia della zona salvezza passa da questo match, dal derby emiliano diventato a sorpresa un crocevia per i destini sia delle due compagini, sia delle dirette avversarie.

A sorpresa - anch'essa - nel lotto va inserita una Fiorentina in piena caduta libera con le sembianze di una tremenda irrimediabilità. Nonostante l'obiettivo Europa League gettato in fumo anche sul fronte Coppa Italia (più per meriti dell'Atalanta), la Viola sembrava avviata verso una parte finale di stagione certamente anonima, ma improntata sugli esperimenti tattici e su una stabilità a metà classifica. L'arrivo di Montella darà il via in estate a un nuovo ciclo, ma prima va fermata la deriva nella quale è suo malgrado incappata in maniera a dir poco clamorosa.

La vittoria manca da Spal-Fiorentina 1-4 del 17 febbraio scorso, da quel momento il crollo è stato vertiginoso e le ultime quattro sconfitte consecutive ha portato l'Empoli a soli cinque lunghezze di ritardo da un collettivo senza più idee e stimoli, ma latente anche nell'orgoglio.
Su questo, inevitabilmente, Montella e la dirigenza dovranno lavorare duro questa estate: la salvezza è sempre a portata di mano, ma è necessaria una svolta nel breve tempo possibile, prima che l'improbabile possa addirittura trasformarsi in un incubo.