Avevano reso riconoscibile il suo volto. Nonostante le precauzioni prese, come il coprirsi il volto con una pseudo maschera di filamenti di perline, alla fine lo hanno raggiunto, e ucciso. A colpi d'arma da fuoco. Una chiara esecuzione. Una notizia che ha fatto timidamente il giro del mondo, ripresa anche in Italia da qualche giornale. I giornalisti che fanno il proprio lavoro con coraggio non sono tanti. Non è per tutti osare, fare inchieste, domande scomode, sollevare interrogativi che mettono in discussione il potere. Il giornalismo d'inchiesta è pericoloso. Aveva fatto tremare la politica ghanese il giovane Ahmed Hussein Divela. Ma non solo. In Africa il calcio è seguito come in Europa, come in Sud America. Uno sport popolare, fonte di sogni, d'ispirazione per tanti. Sono tanti i giocatori africani noti che hanno fatto parte della storia di importanti squadre.

Da Eto'o a Salah, e da Koulibaly a Weah,da Drogba a Manè, da Benatià ad Abedi Pelè. Ghanese.  6 volte sono stati premiati giocatori del Ghana come miglior giocatori dell'anno in Africa.  Su sei volte, quattro volte è stato premiato proprio Abedi Pelè giocatore del Marsiglia e una volta Karim Abdul Razak mentre il primo a vincerlo fu Ibrahim Sunday  nel 1971 alla seconda edizione del premio. Il giornalista ghanese, evidenziano le informazioni disponibili, collaborando con Anas Aremayaw Anas ha portato alle dimissioni del presidente della Federazione ghanese, Kwesi Nyantakyi,  perchè, come riporta Repubblica, "filmato con potenziali "investitori" (giornalisti infiltrati) ai quali venivano offerti lucrosi contratti con il governo del Ghana, in cambio di diversi milioni di dollari. In seguito allo scandalo, più di 50 arbitri africani sono stati sospesi dalla Confederazione del calcio africano (CAF)."

Un calcio migliore è possibile, e sarà possibile anche grazie a persone come Divela. Ucciso per aver fatto il proprio lavoro e lottato contro un sistema che uccide anche lo sport più bello e attraente del mondo.