Non è cosa scontata oggigiorno in Italia, nel campionato di Serie A, sentire di calciatori che non vogliono lasciare la squadra che ne detiene le prestazioni per accasarsi in altri lidi, in altre realtà più "ricche" sotto tutti i punti di vista.
L'appeal della Premier o i soldi dei Qatarioti ogni anno svuotano dei campioni i campionati meno attraenti e meno ricchi offrendo contratti faraonici ai calciatori che comunque di buon grado accettano senza tante storie e riempiendo le casse dei club che non hanno altra scelta chi per un motivo e chi per un altro di vendere il proprio o i propri pezzi pregiati.
Ma negli ultimi anni nell'Inter la sensazione (che poi sensazione non è, ma è un dato di fatto) che i calciatori stiano bene dove stanno è sempre più evidente. I vari Hakimi, Brozovic, Bastoni, Lautaro, lo stesso Skriniar, che rinnoverebbe in un lampo se solo l'Inter non avesse necessità anche quest'anno di vendere un pezzo top come lo scorso anno col treno marocchino.
Per non parlare di Romelu Lukaku che ha letteralmente fatto il diavolo a quattro per tornare nella Milano nerazzurra, pentendosi amaramente di aver lasciato la sua famiglia, cosa ribadita anche nella giornata di ieri all'evento organizzato dall'Inter per la presentazione della nuova maglia. 
In un mondo calcistico di gente che se ne va via a 0 anche dopo aver trionfato dopo anni di nulla cosmico o semplicemente stufi della realtà di cui fanno parte chiedendo di essere ceduti, il sapere che l'Inter abbia l'effetto contrario a tutto questo mi fa ancor di più battere il cuore per questi colori.
Oramai i calciatori che sanno di essere accostati alla Beneamata fanno di tutto per approdarvi, il caso di Gleison Bremer per citarne uno è significativo, nè le sirene estere nè quelle dei vicini di torinesi hanno scalfito la sua voglia di Inter ribadendolo a più riprese a chi di dovere.
L'Inter, come detto ieri pomeriggio anche da Barella, è una famiglia, e lo sappiamo, quando si sta bene in famiglia difficilmente si vuole andar via, con buona pace per chi invece mosso dall'invidia pensa e scrive il contrario.