E adesso?Questa è la domanda che si pone il mondo intero prima ancora del calcio. E’ ormai noto che, nel Regno Unito, è stato trovato un nuovo ceppo del covid-19. Si tratta di una mutazione che tanto si temeva. Il virus è più rapido, ma non pare essere maggiormente letale e nemmeno resistente ai vaccini. Se confermate, le ultime due notizie sarebbero fondamentali. Fortunatamente gli scienziati sembrano orientati verso questa direzione anche se ultimamente non è che le loro previsioni siano sempre risultate propriamente azzeccate. Speriamo, ma dobbiamo essere consapevoli che sono uomini e quindi soggetti all’errore. Pare certo, però, che la nuova versione viaggi molto rapidamente. Si parla di un tasso di contagiosità che supera per il 70 cento il SarsCov2 che conosciamo. Quindi? Beh, è elementare. L’RT, valore molto importante per il calcolo dell’espansione della malattia nella popolazione, rischia di aumentare di una cifra percentuale intorno allo 0,5.
Alla luce di ciò, le attuali misure di contenimento potrebbero non essere sufficienti per contrastare una nuova impennata della curva. In Gran Bretagna, le restrizioni sono già state rafforzate. Da noi, invece, sono in corso verifiche per comprendere quanto sia già presente la recente forma di questo schifoso nemico. E’ assolutamente inevitabile, logico e scontato che in parte fosse qui. Circola con le persone che giustamente viaggiano. L’avverbio è giustificabile e comprensibile perché altrimenti si cade in un paradosso. Se per salvare l’essere umano dal covid-19 lo si barrica in casa, è come ucciderlo. Sono sempre stato abbastanza ottimista, ma visto l’evolversi della situazione inizio a pensare che, o l’antidoto funziona e a breve, oppure sarà un’autentica strage sociale. Mi riferisco a una catastrofe molto superiore a quella nota sino a ora. Altri lockdown non sarebbero retti sotto il profilo economico e psicologico. Il Premier Conte, per esempio, è stato più volte chiaro e obiettivo rispetto a questa idea. Il rischio sarebbe quello di dover “mollare gli ormeggi” per non creare un disastro umanitario con reazioni violente e scomposte nelle masse. Non è plausibile immaginare di lasciare le persone chiuse in scatole come criceti a guardare la vita vera tramite serie tv online. La realtà sta divenendo un film e viceversa. E’ orrendo e dovrebbe comprenderlo anche chi continua a ripetere come un mantra: “Dobbiamo utilizzare il massimo rigore” oppure “l’obiettivo principale è salvaguardare le strutture sanitarie”. Si tratta di un discorso ormai vetusto perché, se si è giunti al punto che al fine di tutelare quelle si macera il resto, si crea un dilemma pensando di distruggerlo. Dall’altra parte, però, con un virus che viaggia a velocità stratosferica e gli ospedali al collasso, la situazione sarebbe ingestibile. Fate un po’ Voi!

SERVIRANNO MODIFICHE AL PROTOCOLLO?
In tal clima diventa assolutamente complesso parlare di pallone. Sapete quanto ami e sia affezionato a questo sport che mi auguro e auspico possa divenire per me una professione. Lo è per tanti. Sono costantemente vicino ai suoi interessi come a quelli di tutte le categorie che stanno soffrendo a causa dell’attuale emergenza. Ora, però, capisco che trattare di calcio risulti particolare. Ma lo voglio fare ugualmente. Sapete perché? Il motivo è che merita grande rispetto alla stregua di una qualsiasi altra esigenza di ogni lavoratore. Trovo quantomeno strano che nessun media parecchio vicino al gioco più amato dagli italiani si sia ancora posto il problema delle implicazioni che la nuova versione del virus avrà su di esso. Il Centro Europeo per la prevenzione e controllo della malattia ha chiesto di aggiornare test molecolari e antigenici rapidi. I primi sono quei tamponi nasofaringei che necessitano di maggior tempo per l’elaborazione. I secondi, invece, sono quelli più veloci. Il protocollo con cui la serie A sta proseguendo, prevede l’ampio utilizzo di tali sistemi. Non sono uno scienziato, quindi, mi pongo delle semplici domande. Leggendo mi pare di comprendere che questa operazione sia da compiere in laboratorio, è così? E’ sufficiente una modifica del tipo di analisi, quindi, un semplice cambiamento nell’approccio e nelle tecniche o sono necessari nuovi beni e nuovi strumenti? In sostanza: è un cambiamento che si può svolgere in maniera rapida e indolore o servono meccanismi complessi che rischiano di imporre nuovi blocchi e rallentamenti? Capite bene che, in quest’ultima ipotesi, la situazione sarebbe davvero grave, ma fortunatamente la risposta della scienza pare anche in tal caso viaggiare su una linea di conforto.

CAOS COPPE
Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, virologi e affini rappresentano il porto sicuro a cui gli ottimisti si aggrappano. Intanto, però, proprio per la maggior rapidità di espansione della mutazione molti Paesi del Vecchio Continente e non solo stanno letteralmente chiudendo ogni rapporto con l’Inghilterra. Non accettano nulla, che provenga da quell’Isola, all’interno dei loro confini. Blocchi aerei, navali e ferroviari. Stop alle persone o quarantene per chi proviene dal Regno Unito. Un autentico isolamento. E’ chiaro che le varie restrizioni hanno una scadenza piuttosto breve. Germania e Olanda, per esempio, hanno scelto di imporre un fermo sino al prossimo 31 dicembre. Il Ministro Speranza, invece, sempre “eccessivamente” rigoroso si è spinto sino al 6 gennaio. Ciò detto, la situazione potrebbe pure prolungarsi. Se sport come il basket e la pallavolo non prevedono la partecipazione di molte compagini d’Oltremanica nei massimi tornei europei, il pallone è nato proprio lì. Se si osserva la Champions sono ben 3 le gare che prevedono compagini britanniche. Il Manchester City sfiderà, infatti, il Borussia Monchengladbach. Il Chelsea se la vedrà con l’Atletico Madrid e il Liverpool con il Lipsia. Mancano ancora 2 mesi ai match di andata e tutto può accadere. Se si pensa che il lockdown primaverile ha avuto proprio quella durata, l’UEFA può tirare un sospiro di sollievo. Come già riferito, gli scienziati sono piuttosto concordi nel sostenere che questa mutazione non influirà sul vaccino e tra 60 giorni, anche sotto tale profilo, saranno stati eseguiti passi importanti.

In ogni caso, si dovrebbe iniziare veramente a pensare al noto “Piano B” sia per la Coppa che per l’Europa League. Già in tempi non sospetti si è trattato del tema. Per quanto riguarda i turni a eliminazione diretta, il regolamento delle competizioni non prevede, al momento, alcuna normativa relativa all’emergenza da covid-19. E’ stato, invece, molto chiaro durante le qualificazioni e la fase a gironi. Si dovrà lavorare in questa direzione. Come? E’ molto difficile perché la situazione è in costante divenire. L’auspicio è che la vicenda si risolva in fretta e resti limitata a quelle zone, ma non è scontato. Se il dilemma dovesse persistere, la prima opzione sarebbe sicuramente quella di richiedere deroghe speciali per atleti super controllati. Si sta parlando della possibilità di concedere i rimpatri dei concittadini a seguito di test negativo, risulta ancora più semplice verificare un numero più limitato di individui che già si sottopongono costantemente a esami. Con il massimo della solerzia e del riguardo, Ceferin dovrebbe iniziare a sondare il terreno con i vari Governi e con l’UE. In alternativa si potrebbe pensare di giocare le sfide che contemplano i team di Sua Maestà in campo neutro, ma sempre con incontri di andata e ritorno in modo da non alterare troppo la situazione rispetto alle avversarie. Magari la compagine interessata sarebbe chiamata a selezionare il campo dove disputare la partita casalinga. Questo, naturalmente, con l’avallo dell’UEFA.
Esiste anche l’ipotesi legata alla gara secca. Non si tratta di soluzioni semplici anche perché sono troppi i Paesi che hanno chiuso le frontiere con UK. La situazione diviene sempre più complessa. Si potrebbe pensare a una sorta di Finals in qualche location, ma si dovrebbe modificare l’intero calendario dei campionati. Questi vedrebbero anticipato il loro finale tramite turni infrasettimanali, per poi lasciare spazio a un mese dedicato alle Coppe prima dell’Europeo. Very, very difficult. L’extrema ratio sarebbe rappresentata da una dolorosa esclusione stagionale dei team inglesi dalle competizioni internazionali. E’ qualcosa di inaccettabile, ma si tratta dell’ultima possibilità onde evitare di fermare le coppe. Ho utilizzato il principio che, in diritto, viene definito come sussidiarietà. L’ipotesi elencata al termine risulta, quindi, quella più remota. In sostanza, è un casino in cui si auspica di non incappare. Ciò non toglie che il massimo organo del calcio continentale sia chiamato immediatamente a diramare un regolamento sull’emergenza come fatto per le fasi precedenti della competizione.

JUVENTUS-NAPOLI E LE ASL
I problemi del pallone non terminano qui. Oggi il CONI potrebbe decidere le sorti di Juventus-Napoli. La vicenda è arcinota. I partenopei, giustificandosi tramite il blocco da parte dell’ASL competente, non si presentarono a Torino per sfidare i bianconeri. Il Giudice Sportivo Mastrandrea optò per sanzionare tale comportamento con il 3-0 a tavolino e un punto di penalità per gli azzurri. La sentenza fu confermata, sempre in ambito Federale, in appello. Il dispositivo di tale grado del giudizio tutelava parecchio il regolare svolgimento del torneo da un’eventuale ripetersi di una simile vicenda. Vedremo cosa accadrà nella giornata odierna. Il club bianconero e la Figc hanno deciso di non costituirsi. E’ chiaro che una possibile modifica delle prime decisioni aprirebbe una sorta di vulnus in cui il calcio rischierebbe di restare impelagato. Se le Aziende Sanitarie Locali bloccassero più match, non vi sarebbero i tempi per i recuperi. Sicuramente il caso della Casertana, che ha disputato l’ultima sfida di campionato in 9 contro 11, non aiuta a supportare l’attuale regolamento. Serve però buonsenso. Occorre valutare il singolo episodio. La gara tra i campani e la Viterbese doveva essere assolutamente fermata anche perché pare che siano scesi in campo giocatori febbricitanti e risultati poi positivi al covid-19. Diverso è la circostanza vissuta dagli azzurri che non sono sbarcati in Piemonte a causa di soli due contagi. Ho sempre sostenuto che, all’epoca, molte situazioni non erano ancora comprensibili. Il focolaio del Genoa, che aveva appena incontrato i partenopei, poteva giustificare il rinvio del match con i sabaudi. Questo principio, però, è valido se si utilizza l’equilibrio. Non è ammissibile che diventi una costante per bloccare le compagini. Altrimenti è giusto mantenere il percorso tracciato dalle sentenze dei primi due gradi di giudizio. Il dispositivo del CONI sarà quindi parecchio interessante.

SUAREZ
Pensate sia finita? Macché! Il caso Suarez incombe. Il giocatore è stato udito dagli inquirenti e sono emerse alcune frasi che avrebbe riferito agli esaminatori durante il test per conseguire il certificato B1 relativamente alla lingua italiana. Stando a Repubblica, l’uruguaiano avrebbe affermato che: “il bambino porta cucumella”. Sembra palese il riferimento al cocomero. La Gazzetta dello Sport, invece, riporta queste parole: “Ho cinquo hermano”. Tuttosport si affretta a sostenere che la Juventus avesse avvertito il giocatore dell’impossibilità dell’operazione dal momento in cui si era accorta che i tempi tecnici per inserirlo nella lista della Champions non sarebbero stati sufficienti. E’ molto difficile trattare di questa situazione perché gli elementi conosciuti sono davvero pochi e si inseriscono in una complessa struttura che richiama anche la Giustizia Ordinaria. Con il massimo riguardo, la vicenda è molto più intricata rispetto a quella della sfida saltata tra i bianconeri e il Napoli. Detto ciò, però, entrambe le vertenze possono creare immenso scompiglio all’interno di un mondo del pallone già in grande affanno.

Nonostante tutto, attualmente i media sportivi non manifestano grande preoccupazione per la situazione del calcio.
Meglio così! Spero di potermi presto accodare alla loro serenità.