Il problema è a monte. E non è Conte. Non è il solo allenatore.
Certo, ci sono casi dove l'allenatore sicuramente è responsabile di disfatte perchè non sa tenere l'ambiente, sbaglia mosse, ma Conte, diamine. Lo abbiamo rincorso, si trova a vivere una delle piazze più difficili del calcio italiano. È strapagato, non a caso. Ma non può fare niente da solo se la squadra non va. I limiti dell'Inter sono evidenti, mentali, la qualità è ottima per vincere la SerieA, ma per l'Europa, no, anche se come interisti abbiamo sognato qualche miracolo in salsa 2010. Svanito sul nascere in una notte di San Siro deserto. Conte è stato letteralmente massacrato. A partire dalla questione comportamentale con i giornalisti. Ora, lui non sa perdere, e lo sappiamo. La delusione era enorme. E sinceramente non chi sia bravo a perdere. Chi sa perdere? Capello nell'intervista post partita dopo la disfatta gli ha fatto una constatazione dove non c'era molto da dire, e infatti non ha detto nulla Conte. La giornalista di Sky se ne esce con la domanda sul gioco! Se il problema dell'Inter fosse il gioco. E Conte è andato su di giri a buon ragione, perchè non è quello il problema dell'Inter. Non è il gioco. Forse sarebbe potuto essere più gentile nella risposta, ma ognuno è fatto a modo suo ed aveva tutte le ragioni di essere scazzato. Il problema dell'Inter è la mentalità, l'aggressività, l'approccio, con la sfiga che sicuramente ci mette del suo.
Sono stato uno dei sostenitori dell'avvento di Conte all'Inter e forse mi sono sbagliato, non è probabilmente l'allenatore giusto per questo ambiente, Simeone forse potrebbe essere l'uomo da Inter, ma Conte merita rispetto e il gioco al massacro è stato sinceramente meschino. E poi non lamentiamoci se i migliori allenatori fuggono dal nostro calcio.
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