Inutile nasconderlo, che quello di quest'anno sia il campionato più strano e particolare di sempre non lo si può di certo negare: tre mesi di blackout, poi la luce con i riflettori che si riaccendono ancora per raccontare qualcosa che forse non dovrebbe nemmeno esserci. Proprio perché una serie A d'estate nemmeno un visionario avrebbe potuto aspettarsela, così come altrettanto nessuno avrebbe mai pensato di vedere quel che sta accadendo in campo. Prima del lockdown sembrava il campionato più equilibrato degli ultimi anni, con la Lazio a tenere testa alla regina bianconera e l'Inter poco più staccata dietro, ma con un Antonio Conte volenteroso di rifarsi sulle contendenti.

Eppure adesso, nel giro di un paio di settimane il castello sembra essere crollato su se stesso, come fosse stato costruito con le carte da gioco, e non resta che trascinarsi fino alla fine senza più nulla da chiedere al fato abbandonando definitivamente quel brivido di imprevedibilità. Ancora una volta l'enorme gap tra la prima della classe ed il resto delle inseguitrici si è palesato in un finale di stagione senza emozioni, tranne che per gli strepitosi risultati raggiunti da alcune piccole realtà provinciali come l'Atalanta su tutte ed il Sassuolo, imbattuto dalla ripresa ad oggi. Insomma, sia la Lazio che l'Inter si sono sgretolate nel corso del tempo come un'automobile che sotto l'effetto della velocità via via più elevata, inizia a perdere pezzi di sé lasciandoseli alle spalle, riducendosi ad un rottame ormai non più in grado di seguire la scia di chi è davanti. E così iniziano le inchieste sui fallimenti che partono dal tanto dibattuto allenatore nerazzurro fino al presidente dei biancocelesti, ognuno con i propri capi d'accusa che riguardano principalmente delle scelte strategiche, che magari anche molti tra gli inquisitori avrebbero sbagliato.

Riguardo al nodo allenatore di sponda nerazzurra in molti stanno già pensando al sostituto di un Antonio Conte che a parer loro avrebbe miseramente fallito la sua missione nell'agganciare la Juventus, quando al contrario il tecnico salentino è riuscito a valorizzare calciatori ormai smarriti (vedesi Candreva) per non parlare dell'expolit di Lautaro, avvenuto sotto la sua gestione.
Sicuramente non si può dire che abbia deciso sempre correttamente quale strada seguire, non a caso il suo 3-5-2 ultimamente non garantisce solidità e forse sarebbe il caso di cambiarlo, ma onestamente non credo che un semplice cambio di modulo possa determinare grosse differenze rispetto all'andamento degli ultimi tempi. Infatti, molti calciatori interisti sembrano ormai essersi arresi allo strapotere delle Juventus, così come nel bel mezzo della capitale, con la Lazio ridotta ad un cumulo di macerie che cerca di disperatamente di trascinarsi a malapena verso una qualificazione alla prossima Champions League. La rosa troppo corta, il presidente spesso punzecchiato perché "tirchio" ed incapace di fornire ad un allenatore di alta potenzialità come Simone Inzaghi una rosa all'altezza delle circostanze, con le assenze pesanti che spesso pesano tanto, ma che forse in realtà non sono l'unica spiegazione del tracollo biancocelesti. Entrambe le formazioni sembrano accomunate da un morale rivolto verso il basso, poiché con le speranze scudetto ormai sfumate nel nulla è quasi impossibile regalare prestazioni fenomenali come quelle viste in precedenza, perché saranno anche professionisti, ma restano pur sempre essere umani che indubbiamente vivono di motivazioni.
Con i miei ragionamenti non vorrei sminuire il lavoro di nessuno, ma pensate al Milan, una grande del nostro calcio che ultimamente si sta esibendo in pregevoli uscite corali, eppure fino a pochi mesi fa i capi d'accusa sembravano molto più gravi di quelli di adesso, con una stagione comunque fallimentare sotto ogni punto di vista, perché di certo non può essere l'obiettivo dichiarato qualificarsi all'Europa League.

Quindi, cari detrattori che inneggiano al ritorno di Spalletti all'Inter, non vi è bastato un biennio dal palpitante finale con la Lazio prima e l'Empoli poi che meritavano sicuramente di spedirci lontano dal riveder le stelle? Inoltre chi può pensare che sia fattibile presentarsi in Italia, iniziare un progetto quasi da zero e riuscire a superare chi da 10 anni vince praticamente a mani basse? Se credete che esistano allenatori in grado di fare i miracoli a mò di moltiplicazione dei pani e dei pesci, credete in ciò che volete, ma non pensate che Mourinho abbia vinto un triplete dal nulla, dato che l'ossatura quella squadra ce l'aveva già da un pezzo. Lo special one cambiò gli interpreti offensivi, ma lì dietro erano gli stessi di prima a lottare su ogni pallone, eccezion fatta per qualche elemento come Lucio in difesa e Thiago Motta a centrocampo.

La missione scudetto dell'Inter è soltanto iniziata e credo che prima di poter sollevare polveroni sia quanto meno necessario darle il tempo di concludersi, poiché cari amici la polemica nel calcio fa comodo solo ai giornali.