Da ieri non si fa altro che parlare della notizia bomba che vede Juventus e Marotta separarsi. Una notizia che ha preso tutti di sorpresa e ha scatenato polemiche sul presidente Agnelli reo di aver silurato il manager migliore d'Italia d'Europa. 

Ovviamente il tempo, come sempre in questi, dirà chi avrà avuto ragione ma conoscendo Agnelli non è stata una decisione presa a cuor leggero o di istinto. È stata sicuramente valutata e programmata è avrà le sue motivazioni che non devono per forza essere di litigate o altro. Marotta aveva un compito e lo ha portato a termine, ora tocca a qualcun'altro. Agnelli ha dimostrato, da quando è al timone della Juventus che l'unica decisione che non ha preso lui è stata quella che preso Conte il secondo giorno di ritiro lasciando la squadra, e con ogni probabilità sarà anche l'unica. Agnelli sta portando con grande successo la Juve a livelli di internazionalita' inimmaginabili pochi anni fa e per farlo deve andare avanti con i suoi programmi e dello staff che ha accanto. Marotta e Paratici sono hanno fatto egregiamente il loro lavoro ma tutto parte dal presidente. 

La sintonia tra Marotta e Agnelli è stata ridotta ai minimi termini proprio dall'affare Ronaldo, fortemente voluto dal presidente proprio per il progetto di cui sopra, è non avallato dal direttore Marotta che non lo riteneva necessario. Nonna caso la trattativa per il portoghese ha sempre visto le figure di Paratici e Nedved in prima linea con il presidente mentre Marotta è stato più defilato. 

Ora da Del Piero a Buffon, Agnelli ha dimostrato di avere ben in testa cosa fare e come farlo, è di fregarsene beatamente di cosa pensa la gente, in fin dei conti solo lui sa i progetti e solo lui conosce realmente le motivazioni ed è giusto sia così. Si parla di Zidane si parla di Paratici "promosso" AD, si sentiranno tante cose ma io mi fido del mio presidente, so che è tutto programmato e che la Juve ha una strada ben precisa da percorrere e il presidente saprà guidarla in una dimensione che il tifoso medio italiano ancora non conosce e oggi è turbato.