Per certi versi, l'Inter di Inzaghi può essere accostata al Napoli che, quando decide di sfondare subito, schiaccia l'avversario dando tutto o quasi in 35'. Trascorsa questa fase, c'è il momento in cui rifiata. Da quel momento in poi, di solito, il picco di intensità della prima fase non viene raggiunto più.
L'Inter, peraltro, alla bisogna sa chiudersi a riccio, ma resta pronta alla ripartenza a tridente, cioè con due ali e un vertice centrale che variano a seconda di dove si trovano i diversi giocatori nel momento in cui si riparte. Diversi altri giocatori seguono il tridente al seguito di un quarto giocatore che diventa il vertice basso di un rombo. E' questa la maniera in cui l'Inter ha eliminato il Benfica.
In due anni di derby, se escludiamo quello di andata di Coppa Italia dello scorso anno, Inzaghi ha sempre cercato la pronta soluzione di forza, che l'Inter interpreta come uno schema di rugby. Compatta come un pacchetto di mischia e pronta a far scorrere l'ovale come se giocasse alla mano, l'Inter lavora sugli avversari come se fossero una fisarmonica. Li costringe a comprimersi al centro, bucandoli poi sulle ali, oppure li dilata per sfondare lungo vie centrali.
Se volete avere l'idea di come giocano in nerazzurri in questi frangenti, immaginate che il cerchio di centrocampo si sposti armonico in avanti come un rullo compressore, pronto a ripiegare in maniera altrettanto armonica come un pendolo che ripete il percorso a ritroso.
Il gioco di attacco dell'Inter mira a tenerti lì, non tanto con il primo uomo del pacchetto di mischia, ma con quelli che vengono dietro. E' sulle seconde palle che ti schiacciano. Non te ne eri mai accorto fino a ieri, Pioli?
Questo gioco è dispendioso dal punto di vista mentale e fisico. Lo è dal punto di vista mentale, perché occorre concentrazione per rimanere compatti. Lo è dal punto di vista fisico, in quanto richiede un continuo su e giù, avanti e indré che bel divertimento. Dopo 35', quindi, i nerazzurri devono rifiatare, sperando di aver massimizzato i risultati nella fase del wut, il furor guerriero dei beerserkir, nel primo terzo del match insomma. Se è necessario riprendono nel secondo tempo, ma il periodo in cui sono davvero pericolosi va localizzato nei 35' iniziali.
I limiti dell'Inter di Inzaghi sono i momenti della partite e le fasi della stagione in cui, come tutti gli esseri umani, i giocatori devono rifiatare. Nessuno può fare overboost per 38 partite di 90' più coppe varie.
Il problema è che, dopo 2 stagioni e una pletora di derby, il Milan non ha ancora imparato cosa succederà, pronti via, al fischio di inizio. Quella partenza si verifica sempre, infatti si è verificata ieri, ma ci si aspettava che accadesse qualcosa di diverso ed è stato questo aspettare qualcosa di diverso che lascia perplessi.
L'impreparazione si vede già in occasione del primo gol. Calabria è su Dumfries, una marcatura logica fra due esterni. Arriva Tomori, furibondo, e lo caccia via a marcare Dzeko, prendendo invece lui Dumfries. Qui non è questione di essere determinati o attenti o meno bravi nell'uomo contro uomo. Qui è una questione di avere un'idea precisa su cosa fare. La difesa del Milan non l'aveva. Calabria, che non è un centrale, finisce ovviamente a mal partito contro Dzeko, centravanti di ruolo.
Il secondo indizio dell'impreparazione collettiva è la reazione scomposta dei rossoneri allo svantaggio. Se tu sei preparato a essere aggredito, sai che, in quel caso, ti attendono alcuni minuti di difficoltà, compresa la possibilità, appunto, di andare in svantaggio. Subito il gol, consideri che mancano più di 170', quindi ti comporti come gli uruguagi nel 1950 ovvero te ne stai tranquillo e attento in attesa che gli ardori degli interisti, fisiologicamente, svaniscano. Il Milan, invece, si sfilaccia tutto, come se fosse accaduta una cosa impensabile. In 3 minuti, Barella si accentra da destra portando con sé la difesa rossonera fino alla fascia opposta come un sipario. Lautaro, dal canto suo, spalanca del tutto quel sipario con una finta e Mkhitarian se ne va allegro a segnare contro l'incolpevole Maignan. Nel primo derby di campionato, era stato Brozovic, seppure partendo da posizione più arretrata, ad andare in gol allo stesso modo.
Un'ulteriore conferma dell'impreparazione rossonera è la reazione di Pioli all'infortunio di Bennacer. Sì, perché sei al 18° dell'andata, ci sono più di 160 minuti da giocare senza contare il recupero, quindi non hai motivo di sostituire un centrocampista con un attaccante, quale è Messias. Non sei ancora alla mossa della disperazione. Il centrocampo, già in affanno, va a farsi benedire con l'Inter che prende un palo a Maignan battuto.
Diaz è in versione Milan-Cremonese cioè fuori match fino all'entrata di Messias e poi frenetico e inutile. Con l'entrata di Messias, lo spagnolo va a sinistra, Messias, come il Suso dell'ultima esperienza milanista, lo vedi accompagnato regolarmente verso la mancina a sbattere contro un muro.
Piano piano piano, guarda caso arrivando alla mezz'ora, l'Inter diventa una squadra normale, com'era da attendersi, ma ormai la frittata è fatta.
Il Milan manovrerà con diligenza e attenzione per tutto il resto del match, ma senza portare a casa più di un bel palo di Tonali. L'Inter, forse... anzi senza forse, si accontenta del doppio vantaggio che alla vigilia avrebbe sottoscritto. Dà l'impressione di temere qualcosa, non so... di essere ripresa da una candid camera.
L'entrata di Origi al posto di Saelemaekers toglie al Milan le ultime chance. Non perché il belga sia stato a guardare, ma per una questione di attitudini. Saelemaekers porta la palla dal centrocampo e imposta, mentre Origi attende per finalizzare negli ultimi 20 metri. Se nessuno sale a dargli la palla, ti saluto! Dopo l'errore di far entrare Messias al posto di Bennacer, l'autiolesionismo raddoppia.
Più interessanti gli ultimi 10 minuti più recupero con Pobega in campo. Pobega è il sostituto ideale di Bennacer in un contesto come questo derby. Schierato, potrebbe marcare, interdire e produrre incursioni con maggiore forza di penetrazione e più tecnica di Diaz. Sarebbe anche meno prevedibile del pur bravo Messias in versione Suso. Nada de nada, a Pobega vengono riservati gli sgoccioli, forse nel timore che dimostri quanto sia stato insensato snobbarlo per quasi un intero campionato.
Il tifoso milanista arriva alla fine con la sensazione di aver subito un brutto colpo, ma che l'Inter abbia sciupato un'occasione per chiuderla subito. Ma il sollievo finisce qui, perché il doppio vantaggio di ieri risulterà comunque decisivo. L'Inter, infatti, riavrà a disposizione i primi 35' e, se il Milan finora non è stato capace di fare tesoro delle esperienze precedenti, come potrebbe farlo ora?
Quando termina il match e Pioli dichiara che... oh per 7 minuti l'Inter non ha tirato, ti chiedi se questo signore sappia che non allena Dudelange o Shamrock Rovers. Per me non lo sa.
E ti chiedi in quale stato di marasma stia brancolando, se dichiara che il primo tempo è stato dell'Inter, ma il secondo... che meraviglia il Milan! Ma va a mietere il grano! In questi casi occorrerebbe una secchiata d'acqua gelata per rimettere in piedi il paziente e poi mostrargli la mano per vedere se è in grado di contare le dita. Il secondo tempo dei rossoneri è stato quello di una squadra che sta perdendo contro un'altra che sta vincendo e che ha scelto di gestire la partita.
Come già ricordato sopra, secondo Pioli, il Milan è andato male sulle seconde palle. Ma va? L'Inter ti schiaccia sempre anticipandoti sulle seconde palle.
E Pioli ha sbagliato a prendersela con Gil. D'accordo, il gioco a spintarelle a spinte e a spintoni, favorito dallo stile di arbitraggio ora di moda, non è confacente ai rossoneri. E' fallo se ci si fa male, cartellino giallo se c'è il ricovero in ospedale, rosso solo in caso di strangolamento o pugnalata alla schiera. Eppure, i criteri attuali di direzione sono quelli e con quelli devi giocare, adattandoti. L'importante che l'arbitro applichi il metro con coerenza.
In ogni caso, è partita la missione Save private Pioli. Per sottolineare l'inferiorità dei giocatori rossoneri, infatti, qualcuno ha sostenuto che l'Inter avrebbe vinto con le riserve. Non è vero, l'Inter ha vinto con la formazione base, che comprende qualche elemento in più da far ruotare, così come quella del Milan, del resto. Kjaer e Calabria si sono alternati con Thiaw (titolare col Tottenham) e Kalulu. L'ingresso di altri elementi nerazzurri è avvenuto nel finale, quando l'Inter era, anche psicologicamente, nel pieno controllo del match.
Anzi, proprio i giocatori in campo ieri sera dicono che non si può esaltare il mercato nerazzurro svilendo quello rossonero. Erano fuori Lukaku, Asslani e Bellanova , con il solo Acerbi dentro. Nel Milan, alla fine, Thiaw ha giocato meno di Acerbi, ma sempre più di Lukaku (marcato bene dal giovane tedesco del diavolo).
L'unico errore grave del Milan è aver pensato che Ibra potesse giocare un altro anno, mentre tutti credevamo che avesse rinnovato per fare il team-manager in incognito. Ingenui che siamo stati! Su questo non si discute: è stata una castroneria.
Cosa succederà fra 8 giorni? Lo scoprirete dopo i primi 35' minuti del match di ritorno. Direi... un emerito cactus (quelle piante grasse che incontrate nel deserto dell'Arizona). Il guaio è stato combinato.
A questo punto, è più importante quello che succederà a La Spezia, perché il quinto posto darà la qualificazione alla Champions solo se i punti di distacco dalla Juventus non saranno troppi. Se non lo avete capito, c'è un limite alle squalifiche che si possono comminare motivandole adeguatamente. Una Juventus con molti punti di vantaggio sul quinto posto, potrebbe fare a tutti cippirimerlo e scontare l'eventuale penalizzazione dal campionato prossimo.
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