Adesso tutti aspettano le scuse di Cristiano Ronaldo; in proposito si sono espressi anche personaggi illustri del mondo del calcio che hanno criticato il comportamento di CR7. Soprattutto, a chi ha criticato, ha dato fastidio il fatto che l’attaccante portoghese sia andato a casa prima della fine di Juve-Milan e non abbia salutato i compagni. Intanto la Juve ha fatto sapere che Ronaldo non verrà multato, e questo ha già disorientato il partito, piuttosto numeroso, di coloro che si aspettano le scuse. E il giocatore si è fatto sentire attraverso i social dove ha parlato di vittoria importante, di partita difficile e ha ribadito il suo attaccamento alla maglia bianconera chiudendo il messaggio con un: fino alla fine. Ma il grande vincitore di quanto è accaduto è stato Maurizio Sarri, che è stato lodato per avere avuto il coraggio di sostituire il giocatore in ben due occasioni, contro la Lokomotiv e con il Milan; al tecnico è stato riconosciuto anche il ruolo di leader, perché ha dimostrato di trattare tutti i giocatori allo stesso modo e di non guardare in faccia a nessuno.

Questi i fatti, che meritano senz’altro un approfondimento e alcune riflessioni. Il caso Ronaldo, se di caso si può parlare, è stato gestito male da Maurizio Sarri, mentre la Juve che non ha multato il giocatore si è comportata in maniera logica. Infatti CR7 non è un giocatore normale ma è una sorta di multinazionale, così come lo ha definito anche Chiellini un po’ di tempo fa, e rappresenta una fonte di guadagno anche per la Juve, in termini di merchandising, di ingaggi e di vendita di diritti televisivi. Inoltre il portoghese è in lizza per il Pallone d’Oro e le sostituzioni, soprattutto quella contro la Lokomotiv in Champions, lo hanno danneggiato sul piano dell’immagine. E la stessa cosa è avvenuta per la Juve alla quale, per i motivi commerciali sopra ricordati, non giova far vedere ai media Internazionali che il suo miglior giocatore, il numero uno al mondo, viene sostituito perché sta giocando male. Tutto questo sia per il giocatore che per la Juve si traduce in un danno economico; ad esempio si vendono meno magliette con l’immagine del giocatore (basta ricordare che la Juve possiede un megastore anche ad Abu Dhabi in Arabia Saudita). Per cui Maurizio Sarri, che non aveva il bisogno di dimostrare di dover essere un leader, in quanto lo è intrinsecamente come allenatore della squadra, non doveva sostituire Ronaldo a sua insaputa; intanto perché avrebbe evitato la reazione plateale sia televisiva che successiva del giocatore, e poi per i motivi di opportunità ricordati sopra.

Certo, anche Ronaldo ha sbagliato sia nella reazione che con i compagni, e poi da lui ci si aspetta sempre un esempio positivo; ma tutto nasce come conseguenza ad una cosa che non doveva essere fatta. Se CR7 non stava bene non andava schierato; e se non stava al top fisicamente per il fastidio al ginocchio, doveva essere fermato nell’intervallo della partita e non doveva essere rimandato in campo. Maurizio Sarri ha sbagliato la strategia, non la motivazione; il tecnico ha il diritto/dovere di sostituire un giocatore che a suo giudizio sta giocando male, ma per i motivi citati non lo doveva fare in quel modo. Pensare di trattare Ronaldo come un normale giocatore significa non aver capito completamente il fenomeno Ronaldo; e aver provocato il caso racchiude in se un qualcosa di masochistico, come chi si vuole far male da solo.

A chi ha giovato? Non certo al giocatore che vede affievolita la sua immagine in funzione della possibile vittoria del prossimo Pallone d'Oro. Certamente nemmeno alla Juve, che pur cercando di smorzare i toni  e di sorvolare sull'accaduto (evitando la multa al giocatore), ha sicuramente subito un danno economico. E lo stesso Maurizio Sarri non esce rafforzato da tutta la situazione, nel senso che i rapporti col giocatore si possono solo compromettere, e se questo dovesse accadere non porterebbe alcun vantaggio al tecnico, ma sarebbe molto deleterio per la squadra e quindi per la Juve. Non solo, ma se “il caso” dovesse avere un seguito, si tramuterebbe in un colossale assist per tutta quella parte del pianeta calcio contraria ai colori bianconeri; e soprattutto stufa del dominio ultra ottennale del bianconero, che finirebbe con lo sguazzare nel caso fino allo sfinimento fisico della soddisfazione.