Abbiamo ancora negli occhi la notte del Derby, la paura di essere "meno forti" della rivale cittadina, ma anche l'orgoglio di ammirare una "squadra normale" mettere in campo tutte le risorse disponibili, rischiando anche di vincere una partita che, ai più, sembrava indirizzata verso la Milano nerazzurra.
Argomentare di calcio, non è particolarmente difficile, infatti ascoltiamo o leggiamo talmente tanti "esperti" che sembra incredibile dover constatare quanto poi nel concreto, nel calcio giocato, tutta questa teoria non sia poi così facili da abbinare alla pratica. La cosa che mi indispone maggiormente è che il più delle volte sono giornalisti o commentatori, che a fatica sono riusciti a giocare una partita in patronato, oppure non hanno mai provato ad allenare o gestire, non dico una squadra vera, ma neppure quella del bar che frequentano o del figlio a scuola.
Eppure salgono in cattedra, esibendo certezze, affrontando analisi particolarmente tecniche e dettagliate, farcite di frasi fatte e di concetti astratti, impossibili da verificare, come il sesso degli angeli. Le loro convinzioni sono impossibili da scalfire, o peggio contraddire, al punto che viene spontaneo domandarsi se abbiano sbagliato professione dovendo essere loro a sedere sulle migliori panchine, italiane ed estere. Sono quelli che vincerebbero tutte le partite, se giocate il giorno dopo, che avrebbero fatto ben altre sostituzioni, conoscendo il risultato finale, ma specialmente che osannano o condannano, a turno giocatori o allenatori, in base ai risultati e che si allineano ai pronostici espressi dalla maggioranza delle persone, pronti a seguire il vento, esercizio più adatto ad un navigatore in regata velica, meno a chi è abituato a distillare certezze.

Uno sfogo, il mio, necessario per ridimensionare un mondo di "chiacchere" che si sta allargando, anche troppo, diventando più dannoso che utile, ma specialmente senza essere in grado di dare quelle risposte costruttive a cui il calcio, specialmente quello italiano, avrebbe particolarmente bisogno. Viceversa, ne abbiamo già discusso, i "critici" cercano consensi, non verità. Difendono il calcio dei risultati, non certo quello del giuoco, ma specialmente non difenderanno mai una posizione se consapevoli di rischiare di non piacere. Nulla di più assurdo, a cui fortunatamente blogger e youtubber, più o meno sconosciuti, non adottano, cercando di ritagliarsi una credibilità più genuina e molto meno patinata, anche se molto meno seguita. 
In questo contesto, il Milan, come successo in precedenza all'Atalanta, sembra un corpo estraneo al nostro campionato. Entrambe mai state realmente annoverate fra le pretendenti alla vittoria finale. Incomprensibile è poi la difficoltà con cui non riescono a capire i motivi attraverso i quali queste due formazioni, così diverse, sono riuscite a raggiungere risultati così confortanti, a scalare posizioni di classifica e ad abbattere i costi degli ingaggi, notevolmente inferiori alle altre pretendenti.
Partirei da una semplicissima considerazione che adottavamo quando da ragazzini giocavamo in patronato. Per poter battere una squadra considerata più forte e tecnica (eravamo giovani, ma non per questo "stupidini"), avevamo solo due possibilità: correre molto di più di loro e, o assestare qualche calcietto intimidatorio, sufficiente per vincere qualche contrasto in più. In pochi si sono soffermati ad evidenziare quanto il calcio di Gasperini sia partito proprio da questo concetto. Al Genoa o all'Atalanta, nella fase iniziale, si contavano talmente tanti falli ad interrompere il gioco avversario, come non succedeva in nessuna altra partita. Anche Juric ne ha fatto spesso ricorso. Entrambi poi, confortati da rose migliorate, hanno potuto abbandonare il "fallo sistematico", favorendo la potenza fisica e atletica ed abbinandola a miglior tecnica. I successi dell'Atalanta sono frutto di un calcio moderno, più intenso e veloce di quello espresso dalle rivali ed è su queste orme che Pioli ha iniziato a proporre il suo calcio.  Due squadre che sembrano inglesi, nel modo di proporsi, che giocano dal primo all'ultimo minuto, abbandonando quelle fasi di rilassamento che da sempre caratterizzano il nostro campionato. Intensità e velocità, superiori alle altre squadre, che azzerano le evidenti carenze tecniche, poichè più il gioco si svolge rapidamente, più diventa difficile affidarsi alla giocata del singolo, specialmente se viene regolarmente raddoppiato nella marcatura. Un calcio faticoso, che può produrre molti affaticamenti e infortuni, ma i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, con il Milan primo e l'Atalanta quarta, anche di chi si ostina a dare risposte ben diverse dalla realtà.

Mou, Chala e Tata. Per motivi diversi sono al centro di molte discussioni e certamente ci accompagneranno in questa lunga pausa del campionato. L'allenatore della Roma, non perde solo la partita contro il Venezia, ma si dimostra in balia di una situazione che appare già fuori controllo, in campo e non. Come sempre il calcio delle "etichette" e di giudizi già "confezionati" aveva accolto il portoghese, non come numeri e statistiche suggerivano e cioè, sazio e sulla via del tramonto, ma al contrario come il salvatore di tutti i problemi. Ma è davvero così difficile capire che lo "Special ONE" è finito lasciando l'Inter dopo il triplete? L'eliminazione del Tottenham in Europa League, lo scorso anno, che ebbi occasione di vedere, la dimostrazione di quanto abbia smarrito, fame e umiltà, svuotato di capacità e carisma, che restano doti fondamentali per poter gestire un gruppo a prescinderne dalla forza o dagli obiettivi prefissati. NESSUNO che abbia evidenziato che allontanare Fonseca per sostituirlo con Mourinho era uno sbaglio grossolano. Viceversa oggi sono pronti a dare fiato ai polmoni. Gli stessi per cui Pirlo era la scelta perfetta, Allegri resterà il miglior allenatore d'Italia per non so quanti anni, mentre Pioli è un bravo gestore, ma nulla di più e specialmente ...... "cala sempre alla seconda stagione". 
Chala, il turco triste. Mi piaceva quando giocava al Milan e spesso lo ho difeso da attacchi che ritenevo ingiusti. Quando ha scelto l'Inter, per amore... del denaro, non mi sono certamente disperato, anzi ho commentato che era una soluzione favorevole per il Milan perchè consentiva di sviluppare altre situazioni tattiche e perchè liberava da un rapporto, pubblico giocatore, non particolarmente idilliaco. Il derby ha dimostrato che questo cambio di maglia ha sicuramente condizionato più il calciatore di qualsiasi altro. I suoi post con entrambe le maglie, non solo di pessimo gusto e senza alcun rispetto per quella sana rivalità che contraddistingue le due squadre,  ma la conferma di quanto non sappia guardare avanti, contento del suo presente, ma bisognoso di una rivalsa su chi non ha accettato imposizioni. Il tempo, come sempre, darà i suoi verdetti, ma ho la sensazione che nella lunga lista di giocatori che hanno vestito entrambe le casacche il suo sarà inserito, d'obbligo, ma difficilmente resterà nella memoria come altri.
Tatarusanu, professione portiere. La scorsa stagione il Milan schierava fra i pali il portiere della nazionale italiana, poi sostituito con il secondo della nazionale francese. Nessuno poteva pensare che a difendere la porta nella sfida casalinga più importante della stagione, il derby, fosse l'ex portiere della nazionale rumena, il non più giovanissimo Tatarusanu. Superfluo evidenziare con quanto scetticismo si seguissero le sue prestazioni. Tutto potevamo immaginarci tranne che riuscisse a parare il rigore calciato da Lautaro Martinez, bloccando a terra il pallone indirizzato al suo angolino destro. Una gioia immensa, inaspettata che ha rivalutato tutto il lavoro invisibile del nostro secondo portiere e dato una lezione a chi dubitava delle sue qualità (io per primo) solo per le incertezze dello scorso anno contro la Roma. Grande Tata, ora resta da migliorare solo il taglio dei capelli e poi sarai perfetto.

Ci attende una lunga pausa, occasione perfetta per riflettere, per giudicare in modo più pertinente, ma difficilmente verrà fatto perchè non è importante quello che si dice, ma a quanti piace.
A tale proposito vi invito a mettere il vostro like e commentare... SCHERZO!!!!