La lettura delle pagine sui giornali, dopo l'ubriacatura del mondiale, ci rilancia nella mai sopita diatriba delle difficoltà finanziarie delle nostre squadre di calcio.
Possiamo dire che il sistema calcio si è dato dagli anni ottanta una governance più idonea a soddisfare i criteri nei quali le società calcistiche possono muoversi e definire le proprie strategie di costruzione e mantenimento dei costi relativi ad acquisizione e funzionamento delle rose e di come possono definire gli introiti da stadi, da marketing e sponsor. 
Ma a quanto pare non è sufficiente, ed il malessere è generale, e se da una parte si grida allo scandalo Juventus, dall'altra si tace su situazioni peggiori nelle quali non si è ancora indagato, ma si dovrà prima o poi  addivenire ad una decisone.
La Lega sembra fare finta di niente, forse vuole approfittare del polverone societario piemontese, cercando di muoversi poi secondo le direttive e le eventuali sentenze che partoriranno le indagini di Pm e decisioni di giudici.
Ma anche da questo versante, le difficoltà ad individuare le responsabilità ed i reati che dovrebbero essere stati commessi da dirigenti e proprietà juventina, sembrano fumosi e poco chiari. Questo perchè se in una società commerciale che vende o trasforma prodotti, ci sono leggi e mercuriali precisi, nel caso di squadre di calcio, ci si imbatte in difficili definizioni di valori, stime e bilanci di previsione, alla luce di situazioni molto aleatorie, con asset poco stabili, e dinamiche di mercato spesso imprevedibili.  
E come si può valutare una plusvalenza, dato che uno scambio di giocatori può avvenire in seguito a valutazioni spesso definite da possibili scenari sportivi futuri e non da materiali grezzi o semilavorati di certa composizione e con prezzi di mercato precisi.
Teniamo presente che se uno scambio si basa su cifre esagerate, e quindi fuori mercato, possono avvenire due cose: o i valori dei giocatori salgono, causa prestazioni adeguate e premianti, oppure rimangono iscritti a bilancio come minusvalenze, o peggio cespiti (come immobili) di scarso valore con ammortamenti lunghi e negativi per il bilancio. Quindi non solo il mercato, ma la errata valutazione (o la sfortuna) possono incidere in un futuro valore del giocatore di riferimento. Mancano definizioni certe e precise di valutazione dei giocatori.
Facciamo un esempio!
Quel giocatore ha vent'anni, ha segnato un mucchio di gol nel campionato primavera. E' alto, forte ed ha persino gli occhi azzurri! Che valutazione gli diamo? Se segna molto, valutazione alta, ma gli occhi azzurri potrebbero penalizzarlo, magari conducendolo ad una vita dissoluta dietro a ragazze che lo distoglierebbero da una sana vita sportiva. Oppure dopo averlo valutato un bel pacco di milioni, si infortuna seriamente e sta fuori un anno!

Dite che sto vaneggiando? Guardate il caso Piaça, un giocatore Croato che ha fatto sognare mezza Europa. Ha grandi doti, ma poi appena comprato dalla Juventus, spesa 23 milioni, si infortuna in nazionale, e non ritorna più quello di prima. E ci troviamo una minusvalenza, senza nemmeno un indennizzo, perché è uno dei rischi di mercato e nessuno ti assicura o ti concede in bilancio una detrazione fiscale.
Oppure guardiamo allo scambio Pianic vs Arthur. Valutazioni esagerate? Non direi, perché uno è il regista della nazionale Bosniaca, e l'altro il titolare della nazionale brasiliana, con la quale vince la Copa America nel 2019. Poi anche qui, mentre si sta adattando al campionato italiano, in una partita contro l'Atalanta, un'entrata assassina di Freuler lo azzoppa per un anno e mezzo.
E' colpa dell'Ad della Juventus? O magari del signor arbitro che ha lasciato correre perchè secondo lui era gioco maschio e pure il VAr come al solito era assente.
E sulle valutazioni arbitrali ci sarebbero molte cose da dire. In primo luogo, il loro dovere principale è quello di fare in modo che non si esageri in entrate che riducano l'integrità fisica dei giocatori in campo. Ma ormai si assiste ad esaltazioni di scontri da lotta libera ed entrate che sarebbero passibili di un paio di anni di galera, ma che non si sanzionano. Salvo poi concedere rigori per contatti minimi ed assurdi, come se l'area di rigore fosse una "Sancta Sancorum" con annesso altare  per la preghiera e l'ostensione del Santissimo.
E da tutto ciò nasce l'impossibilità di fare una valutazione che sia oggettiva, ovvero con parametri determinati (da chi?) e massimi e minimi da rispettare nelle valutazioni. Ma se ti arriva una squadra da oltremanica ed un giocatore per il quale tu chiederesti massimo 20 ti mette sul piatto 60, tu cosa fai? Dici no, è troppo? Oppure te li prendi e poi saranno affari loro?
E' il mercato, e se vogliamo il vulnus di questo mercato è la differente patrimonialità di mercati diseguali, perché la concorrenza è distrutta da forti capacità di spesa da una parte e da difficili sopravvivenze dall'altra.
Ci mettiamo anche che il Covid ha distrutto le finanze di quasi tutto il mondo dello spettaciolo, incluso il calcio, oltre a cinema e teatri, ed abbiamo un quadro desolante.
La differenza la fanno i soldi dei soliti ricchi, Arabi in primo piano, che fanno e disfano a piacimento, e che per loro la crisi non si sa nemmeno se sta nel vocabolario idiomatico. Il nostro calcio sta perdendo la capacità di fornire un pacchetto di prodotti vendibili al mondo, con mercati come Asia e America del Nord che non ci compensano il nostro spettacolo, con il calcio Inglese che da sponsor e diritti televisivi incassa somme da capogiro mentre noi  facciamo fatica a seguire le partite su Dazn, otrettutto con costi superiori a quanto pagano i telespettatori inglesi.
Non parliamo dell'aspetto più buio, e mi riferisco ai soldi che sceicchi e oligarchi russi hanno distribuito a piene mani, e questo senza un controllo da parte dell'UEFA, e lo scandalo Qatar ne è un segnale, sia a livello di Campionato del Mondo che di scandalo nell'Europarlamento. Ma se nel Parlamento Europeo si procede ad indagini ed incriminazioni, nel mondo ovattato FIFA e UEFA, tutto tace. 
Si sono invece scatenati nelle indagini contro la Juventus, secondo me incoerenti e che non porteranno a grandi incriminazioni. Perché? Perché per prima cosa, la situazione plusvalenze, come descritta non può portare a niente. Rimane la scelta di alcune poste di bilancio, ma qui si tratta di semplice attribuzione di criteri contabili con diverse scuole di interpretazione, al massimo un'irregolarità amministrativa con annessa multa, sempre che sia dimostrabile. La manovra stipendi sembra la più perniciosa.
Non si capisce cosa vogliono colpire. Averli pagati ma calcolati in un bilancio successivo? Oppure, non avere comunicato alla Borsa, ed ai mercati questi accordi? Ma della manovra stipendi, detta anche accordo di momentanea riduzione degli stipendi, lo sapeva chiunque apriva un giornale, anche se di età vicino ai tre anni. Forse si doveva darne comunicazione in "Pompa Magna"? Ma quando si deve discutere un fatto criminoso legato ad un bilancio, si devono considerare la gravità di reati come bancarotta fraudolenta, dove uno scappa con la cassa e non paga nè fornitori e nemmeno tasse. Ma qui tutti i debiti sono stati onorati!
E poi si è anche evocata la possibilità del ricorso all'aggiotaggio. L'aggiotaggio è la divulgazione ad arte di notizie riguardanti società quotate in  borsa per agevolare particolari giochi di investimento. Ma il titolo Juventus sono ormai tre anni che langue e non vola più come una volta, sintomo che gli operatori di borsa le notizie le avevano.
Ma ci sarebbe un altro tipo di aggiotaggio, e proprio perchè riguarda una società con azioni acquistate da risparmiatori. Quale? La risposta la do subito: la fuga di notizie da parte di soggetti che dovrebbero tutelate il segreto delle indagini, ed invece hanno fornito a giornali ed agenzie di stampa tutte le informazioni possibili, persino quelle false.
Chi rimborsa gli azionisti di queste manovre, tendenti probabilmente a forzare il processo mediatico e non ad informare il pubblico di fatti reali? Delle perdite del titolo azionario, e annessa diminuzione del patrimonio sociale, chi paga? Sappiamo che l'Onorevole Nordio ha detto in una recente intervista che "le intercettazioni devono essere uno strumento di indagine, tendenti a scovare delle prove, e non esse stesse una prova di esistenza del reato!" Ed il nostro Guardasigilli ha sicuramente definito il "vulnus" verificatosi durante Calciopoli, dove le intercettazioni divulgate ad arte furono lo strumento di colpevolezza senza appello della Juventus, salvo poi verificare che erano state artefatte, ma avevano portato la Lega Calcio a far fuori i vertici della stessa, (con annesso commissario ad hoc, stipendiato dall'Inter) ed a decapitare i vertici della Juventus, con annessa impossibilità di difendersi, senza avere nemmeno l'opportunità di leggere le intercettazioni e magari di approfondirle. No, bisognava fare come Robespierre, decapitare e creare una nuova coscienza umana. Solo che Robespierre fu a sua volta ghigliottinato, ma qualcun altro no. E si deve anche notare che le intercettazioni furono fornite da una società privata, e non da una richiesta da parte di magistrati. 
Ma questa volta la Juventus ha giocato di anticipo! Ha dimesso il cda, e ne ha costituito un altro, inattaccabile, e soprattutto rappresentato da commercialisti, tributaristi, esperti di bilanci, avvocati di esperienza, e grandi relazioni mediatiche e conoscenze di società ed istituzioni.
La battaglia sarà furiosa, e due Pm a mio vedere poco dotati di capacità di leggere un bilancio, saranno travolti da esperti e giuristi. Hanno già dovuto perdere la battaglia che voleva sottoporre a tutela cautelare alcuni indagati. Il giudice li ha "bacchettati", considerando che si tratta di persone incensurate, e che i loro presunti reati non permettono la compromissione delle prove, visto che si tratterebbe di fatti avvenuti in passato, e non più modificabili, se non tramite la macchina del tempo, ma non è a nostra disposizione, anche perchè se esistesse la prima cosa che Agnelli farebbe, sarebbe di non acquistare mai Ronaldo. 

Ma l'ultimo sassolino me lo levo dalla scarpa! E se i PM volessero invece dimostrare che la Juventus non era in regola per l'iscrizione al campionato? Sarebbe un caso discutibile di esercizio di competenze che non sono dei giudici. Perchè questa è una valutazione che spetta ad organi federali e non ad un giudice ordinario.
Ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge. Il caso D'onofrio! Un signore pregiudicato e noto per avere malmenato persone e usato quindi la violenza per ottenere favori personali, viene nominato a capo del massimo organismo dell'AIA, e giudica l'operato degli arbitri!
Il commercio di droga è la sua specialità, e nonostante una condanna penale, comanda gli arbitri, e ne giudica le performance, quindi se per caso un rigore non viene dato, mettiamo per ipotesi, contro la Juventus, l'arbitro "colpevole" viene sanzionato! Trentalange, ha sempre detto che non ne sapeva niente! E nessuno sapeva ma forse ne era connivente. E non c'è nessuno che indaga su di un fatto gravissimo dove l'infiltrazione di un pregiudicato operava indisturbata nell'ambito di una istituzione che doveva salvaguardare i principi di lealtà e sportività del calcio? Forse perché stavolta la Juventus non ne faceva parte! 
E tra i reati più perseguibili, ci metto l'antiriciclaggio, e la violazione delle sue norme. Eppure ci sono stati soldi che sono andati e venuti da probabili paradisi fiscali, ma anche qui tutto langue.
Noi siamo i soliti italiani, sempre bravi a farci invadere, e mai pronti a difenderci, anzi ci uniamo al nemico! Giudici dove siete?