Con la crescita spettacolare di Paulo Dybala per qualcuno è diventato d’attualità il dilemma: Ronaldo o Dybala? Pensando che il portoghese limiti le possibilità dell’argentino di esprimersi appieno.
Questa questione si intreccia con il problema del tridente: tridente sì o tridente no?
Per rispondere al primo dilemma, penso sia utile partire dal secondo.

Per quel che vale, la mia risposta è: tridente sì, ma...
A parte il fatto che è un delitto contro il gioco del calcio rinunciare sistematicamente ad uno dei tre attaccanti in questo momento di forma strepitosa, ci sono validi motivi per preferire questa formula, senza danneggiare l’equilibrio della squadra. Per fare questo, come in tutte le scelte però c’è un’implicazione dolorosa: bisogna fare a meno di Pjanic!

So bene che il bosniaco eleva il tasso di classe della squadra, come si suol dire, e che talvolta risolve la partita con tiri da fuori area o su calcio di punizione, ma la sua presenza limita enormemente il potenziale di Dybala, quando come in questa fase di campionato ha la volontà e la forza di giocare a tutto campo.

Le mie perplessità sull’acquisto dell’argentino, il primo anno, si sono sciolte quando ho notato, in molte partite, che era il giocatore che faceva più km di tutti: abbinava quindi qualità e quantità, sospinto da una scintillante voglia di vincere e di imporsi.
La buona notizia è che quei km li faceva a velocità superiore agli altri, liberandosi facilmente dell’uomo e portando la squadra in situazione vantaggiosa sule ripartenze, anche se gli avversari, come sempre contro la Juve, non si scoprivano. E’ proprio l’atteggiamento prudente e concentrato delle avversarie contro la Juve che fa ritenere indispensabile la verve e la classe di Paulo, che comunque riesce a superare l’avversario, iniziare un’azione, proseguirla sempre in velocità, con scambi veloci e creare pericoli a ripetizione. Purtroppo spesso gli avversari lo fermano in maniera scorretta e non sempre gli arbitri lo tutelano... ma questo è un altro discordo.

Con Pjanic in campo tutto questo non è possibile, non perché il bosniaco sia fermo, come taluni dicono, ma perché assorbe il gioco e, nonostante qualche deliziosa imbucata, difficilmente riesce ancora a sorprendere gli avversari, rendendo il gioco della Juve più prevedibile e meno dinamico.

Ho maturato questa convinzione perché alcuni commentatori, in qualche occasione di assenza di Pianic, affermavano che senza il bosniaco il gioco della Juve era inesistente. Poi in alcune partite Sarri ha utilizzato il tridente e, combinazione, la tattica funzionava al meglio proprio quando PJanic era assente. All’inizio mi domandavo: come mai la Juve riesce ad avere un gioco spumeggiante senza Pjanic? Poi , ragionandoci sopra, penso di averne trovato la ragione, che è quella sopra esposta.

Devo dire che l’esclusione del bosniaco mi dispiace sia per motivi sia tecnici che affettivi, ma se Bentancourt regge ai livelli attuali, Rabiot continua a migliorare come ultimamente e, ovviamente, Matuidi è sempre Matuidi, Sarri potrebbe avere trovato la quadratura del cerchio per far giocare la Juve alla… Sarri.

Ovviamente si tratta di un gioco piuttosto dispendioso per cui qualche rotazione può essere opportuna… ma le alternative non mancano!