In Italia c'è una categoria di persone chiamata "tuttologi".
Essi ricoprono varie professioni, ma nel tempo libero, forse per noia, sono pronti ad usare tutta la loro retorica per sindacare sugli argomenti più disparati. Nel caso preso in esame, si tratta di "tuttologi moralisti", una degenerazione ancor più marcata della categoria.
Questi sono saliti in cattedra, negli ultimi giorni, a proposito della telecronaca di Riccardo Trevisani e Daniele Adani, durante Inter-Tottenham dello scorso martedì. A detta dei tuttologi moralisti, i due telecronisti si sarebbero troppo scomposti in occasione del gol vittoria di Vecino. Come se non bastasse, questi intenditori di tutto sono andati giù pesante con le parole, definendo la coppia "ridicoli".
Addirittura a molti è parso come un attentato al buon giornalismo quell'esultanza, in nome di una compostezza misurata, quasi apatica.
La risposta di Trevisani non si è fatta attendere. A sua discolpa, se colpa c'è stata e non mi sembra proprio, il giornalista di Sky ha descritto l'atmosfera del momento a San Siro, e ha spiegato che sarebbe stato impossibile, per un vero amante del calcio, trattenersi in quella circostanza.
Il punto è: chi alla fine sono stati i veri ridicoli? A mio modesto parere l'ennesima figura magra è stata fatta dai signori moralisti, per giunta rappresentati da voci che scrivono per giornali prestigiosi, e che per questo sono tenuti, o dovrebbero esserlo, a tralasciare inutili polemiche da bar.
A tirar le fila, poi, questi tuttologi non appaiono con un immagine etica e professionale impeccabile. Al contrario si mostrano poco intelligenti nel dare credito a notizie di poco conto.
Ma questo è il nostro amato Paese: un teatro che a volte mette in scena grandi tragedie e altre volte lascia spazio a commedie esilaranti.
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