Inter-Atalanta è stata la storia di un pareggio già scritto. Due squadre che hanno pensato a distruggere più che a costruire cercando in ogni modo di annullare i rispettivi punti di forza. Una partita da zero a zero, dove oltre un paio di miracolosi recuperi di Djimsiti e Romero su un appannato Lukaku, ci si ricorda solo di una parata di Handanovic su un colpo di testa di Zapata a botta sicura. Alla fine è stato un episodio a deciderla, una zampata in mischia di Milan Skriniar sugli sviluppi di un calcio piazzato. Solo la più classica delle azioni poteva sbloccare una partita così. Ad avere la meglio dunque la squadra di Antonio Conte che ha il grandissimo merito di aver plasmato una squadra a sua immagine e somiglianza. L'emozione più bella della partita si può racchiudere nelle sue urla a chiamare continuamente un pressing asfissiante e feroce sui portatori di palla avversari. L'Atalanta ci ha provato in qualche modo ma davvero è riuscita ad arrivare raramente dalle parti di Handanovic e spesso si è fermata ad un inconcludente giro palla ai limiti dell'area avversaria. Peccato, e non me ne vogliano i tifosi interesti, perchè una vittoria dei ragazzi terribili di Gasperini avrebbe reso ancora più emozionante ed avvincente questo finale di campionato.

Un campionato davvero bello e combattuto ma al quale mi pare sempre che manchi qualcosa. Cosa? Ve lo dico subito senza peli sulla lingua e senza paura di essere smentito. Una squadra che giochi come quel Napoli di Maurizio Sarri. L'ennesima figuraccia in Champions League della Juve ha confermato che non era Sarri il problema, semmai una gestione societaria che non lo ha messo nelle condizioni di lavorare al meglio, ma che comunque gli ha permesso di portare a casa lo scudetto. Cosa che difficilmente accadrà quest'anno e che darebbe dimostrazione che la dirigenza juventina non ha sbagliato solo una, bensì due volte. Nel mentre, spero che Sarri torni presto a sedere su una panchina, perchè questo calcio, il nostro calcio, ha tremendamente bisogno di un allenatore come lui.

Appaiono tre gli scenari possibili che potrebbero rimetterlo in sella: Fiorentina, Roma e Napoli. Tre piazze che per motivi diversi potrebbero trarre giovamento dalla sua venuta, tre squadre che con questo mister potrebbero rilanciarsi nella corsa per obiettivi davvero più importanti. Se oggettivamente però un suo ritorno a Napoli sembrerebbe tanto affascinante quanto improbabile, a Firenze potrebbe trovare un alleato che nell'esperienza azzurra alla fine gli è venuto a mancare. Il patron dei viola Commisso è un presidente passionale, che ama il calcio e che vorrebbe riportare la squadra gigliata ai fasti di un tempo. Ha anche dimostrato in questi due anni di non essere uno che bada a spese, lo ha fatto anche regalando alla piazza due giocatori con un ingaggio ed un trascorso importante, che ancora hanno ancora da dare qualcosa al calcio. Una presa di posizione notevole. Portare in maglia viola due calciatori come Ribery e Callejon che hanno acceso la fantasia dei tifosi pur andando ad incidere pesantemente sul monte ingaggi ma che sicuramente in prospettiva per la società non porterebbero nessuna plusvalenza. Il Prandelli bis ha pesantemente deluso le aspettative, tra l'altro relegando ad un ruolo marginale proprio quel José Maria Callejon che fu uno degli attori principali nello show portato in scena dal Napoli di Maurizio. Insomma Commisso con Sarri in panchina rappresenterebbero un binomio perfetto che potrebbe presto riportare Firenze nell'elite del calcio italiano.

Ma è nella Capitale che Maurizio potrebbe fare davvero la differenza da subito. Fonseca ha mostrato di avere idee e talento, la sua Roma gioca un bel calcio e fa del collettivo la sua forza. Non è un caso il bel cammino portato avanti anche in Europa che metterà al cospetto dei giallorossi proprio una ex squadra del suo attuale allenatore. Quello Shakhtar Donetsk mai banale da affrontare che da anni ormai è affermatissimo nel panorama europeo. Una partita che potrebbe segnare la fine di un rapporto, guarda caso proprio da dove è cominciato. Paulo Fonseca ha il contratto in scadenza a giugno, con opzione di rinnovo al raggiungimento del quarto posto. Ma è probabile, che nonostante le buone prestazioni offerte sul campo condite magari da qualche ingenuità di troppo e soprattutto da una insofferenza agli scontri diretti, la dirigenza capitolina decida di cambiare rotta virarndo su un allenatore "più navigato". E chi meglio del comandante potrebbe prendere le redini del tecnico portoghese?! A Roma, a differenza di Torino e Londra troverebbe un ambiente ideale, con meno pressioni nell'immediato e quindi con più tempo per lavorare. Ma una tifoseria che potrebbe ben presto esaltarsi nel veder dar seguito ad un progetto comunque già ben avviato. La Roma tra tutte, sembra avere anche gli interpreti migliori per vestire quel 4-3-3 tanto caro che è il marchio di fabbrica dell' allenatore di Figline Valdarno. Spinazzola e Kardsorp sarebbero risorse ottime anche per una linea a 4, con Smalling e Mancini a fare da centrali, uno più fisico, l' altro più bravo nell' impostazione. Gonzalo Villar nelle vesti di Jorginho, Veretout e Pellegrini le mezzali che ricordano molto i polmoni di Allan ed i tempi d' inserimento e la visione di gioco di Marek Hamsik. Mancherebbe qualcosina davanti, dove aspettando il rientro e la duttilità del miglior Zaniolo e con un Mkhitaryan in scadenza di contratto resterebbero El Shaarawy, Pedro e Dzeko. Il bomber bosniaco è più un regista offensivo che un killer d' area di rigore, gli atri due sembrano ottimi rincalzi ma non titolari dai quali ripartire. Ma nelle mani di Sarri, tutto sarebbe possibile.
Roma, Fiorentina e Napoli ci pensano, tre strade percorribili e pronte a riportare il Comandante Sarri dove merita, su una panchina di Serie A.