Nel secondo anticipo del sabato, la Juventus, impegnata in un’insidiosa trasferta genovese contro la Sampdoria, è chiamata a rispondere alla vittoria ottenuta dal Milan in casa del Bologna al termine di una partita piacevole, condotta abbastanza agevolmente dalla squadra di Pioli per gran parte del tempo. Le reti di Rebic nel primo tempo, astuto e rapido nel ribattere in porta il rigore parato ad Ibrahimovic, e il raddoppio di Kessie, direttamente dal dischetto, ad inizio ripresa, hanno incanalato l’incontro in direzione Milano. Un errore in disimpegno di Theo Hernandez, che ha aperto la strada alla rete rossoblu, segnata da Poli, ha regalato un minimo di emozione per gli ultimi dieci minuti di gioco. Qualche palla in area, qualche mischia davanti alla porta di Donnarumma ma nessuna vera occasione per il Bologna di pareggiare la partita. Il Milan esce vittorioso dal Dall’Ara e allunga in classifica in attesa degli altri due anticipi della giornata,  Sampdoria - Juventus e, a seguire, Inter  Benevento.

Sotto una pioggia minacciosa, il campo di Marassi si presenta quasi più brutto del solito inascoltabile inno della Lega che precede come di consueto il calcio di avvio. Accettabile nella zona centrale, molto meno sulle due fasce. Diverse tonalità di verde si alternano sulla superficie erbosa. Un problema questo dello stadio genovese che sembra irrisolvibile. Anni di rizollature, nuovi sistemi di drenaggio e un’infinità di altri piccoli interventi non hanno mai prodotto risultati più duraturi di qualche mese. Dal tempo della profonda ristrutturazione subìta dal “Ferraris” in occasione dei mondiali italiani del 1990, il manto erboso si è molto spesso presentato in cattive condizioni, quando non pessime. Un campo del genere preoccupa senza dubbio chi ha a cuore le sorti della Juventus. Squadra che fa del possesso palla e dell’uscita palla a terra dall’area di rigore, a volte persino esasperata ed esasperante nell’applicazione, due chiavi fondamentali del “calcio liquido” voluto da Pirlo.

L’allenatore bianconero, per la sfida di Marassi, opta per una linea di continuità con le scelte di formazione più recenti. Nonostante il recupero di De Ligt, rodato in settimana contro la Spal, Pirlo decide di affidarsi una volta ancora alla coppia antica Bonucci - Chiellini, che con Cuadrado e Danilo sulle due fasce compongono la linea difensiva davanti a Szczesny. In mezzo al campo la scelta cade nuovamente su Arthur e Bentancur, mentre McKennie sarà chiamato a fornire il suo solito contributo di energia e inserimenti tra la fascia destra e la trequarti. La presenza in campo di Cuadrado spinge Chiesa su quella corsia di sinistra che, per le sue caratteristiche, non sembra gradire particolarmente. La composizione di Pirlo è chiusa con la coppia offensiva Ronaldo - Morata. La risposta di Claudio Ranieri è affidata al suo solido e consueto 442 che vede Bereszynski, Colley, Yoshida e Augello a difendere l’ex portiere bianconero Audero. Adrien Silva ed Ekdal i due mediani, mentre sulle due ali spazio a Thorsby e Candreva. Keita Balde e Quagliarella formano la coppia offensiva. Avranno il compito di colpire negli spazi che eventualmente si apriranno nella retroguardia bianconera.

L’avvio del gioco segue il copione più atteso. Juventus, vestita di arancione, a gestire il pallone, Sampdoria attenta a chiudere gli spazi in difesa e pronta a sfruttare eventualmente qualche opportunità di ripartenza. La Juve appare in buona condizione atletica. Dimostra fin dall'inizio di essere presente mentalmente all'interno della partita. Il pallone viaggia veloce e il baricentro della squadra di Pirlo è costantemente nella metà campo blucerchiata. Non arrivano grandi occasioni da rete però. La Samp chiude bene ogni varco, manca lo spazio per giocare il pallone filtrante oltre la linea difensiva, soluzione alla quale forse la squadra bianconera sembra ricorrere con troppa insistenza.
Intorno al ventesimo minuto lo squarcio che apre la partita. Un ottimo recupero di Bentancur innesca un triangolo veloce tra Morata e Ronaldo che taglia fuori i difensori blucerchiati, permettendo al centravanti spagnolo di ritrovarsi libero oltre la linea difensiva. Sul cross, basso e teso, irrompe Chiesa che brucia Yoshida e Bereszynski e porta in vantaggio la Juventus segnando su quel campo che, tanti anni fa, vide esplodere la stella di suo padre. Il gol juventino rovina il piano tattico di Ranieri. La Sampdoria è costretta a rinunciare al proposito di una partita impostata su attesa e ripartenze e ad alzare il baricentro nel tentativo di recuperare lo svantaggio. La Juventus si fa trovare pronta. Non si concede le solite distrazioni che troppe volte in stagione sono intervenute a minacciare situazioni di vantaggio. La squadra mantiene alto il livello della concentrazione. Copre bene il campo, non va in caccia del pallone a tutti i costi ma, quando necessario, aspetta la Samp nella sua area, come piace a Bonucci e Chiellini, e sfrutta le tante opportunità che si creano per ripartire in contropiede. Non rischia praticamente nulla, ha gioco facile nel recuperare il pallone, meno nello sfruttare le occasioni favorevoli che costruisce.
Intorno alla mezz’ora, l’ennesimo contrasto vincente di Bentancur, questa volta ai danni di Ekdal, apre al centrocampista uruguaiano la strada verso l’area di rigore, ostacolato in maniera fallosa dallo stesso Ekdal. Per l’arbitro Fabbri, nonostante il campo aperto dinanzi a Bentancur, non è chiara occasione da gol ed estrae il cartellino giallo. Decisione che può essere condivisa anche se risulta difficile non ritornare con la mente al Lazio - Juventus della scorsa stagione e a quell’espulsione di Cuadrado, colpevole di aver fermato in maniera irregolare Lazzari, a quaranta metri dalla porta e in posizione defilata. Fu il Var in quel caso a richiamare l’arbitro e a fargli cambiare il cartellino giallo in rosso. Stavolta non succede niente. Alla battuta della punizione si presenta Ronaldo. Il suo tiro viene come al solito deviato dalla barriera. Difficile non sottolineare come, dopo gli anni di Manchester e le prime stagioni al Real Madrid, il portoghese abbia avuto un netto crollo realizzativo sui calci di punizione. Da quando è alla Juventus un solo gol e tanti tiri contro la barriera. Qualunque altro giocatore, con queste statistiche, non verrebbe nemmeno fatto avvicinare al punto di battuta. 
Ancora Ronaldo, qualche istante dopo, dal limite dell’area lascia partire un bel destro alzato in calcio d’angolo, poi è ancora lui, a cinque minuti dalla fine del primo tempo, a sciupare l’occasione più importante della sua partita. Chiellini rompe la trama della Sampdoria e avvia un contropiede, rapido e verticale, rifinito da Chiesa per il fuoriclasse portoghese. Ronaldo si allarga però troppo nel tentativo di superare Audero e calcia fuori con lo specchio della porta ormai ristretto. Bravo il portiere a non cadere. L’ultima occasione del primo tempo capita ancora a  Ronaldo. Servito da una verticalizzazione di Bentancur, l’attaccante juventino viene chiuso da un grande intervento del giapponese Yoshida che gli toglie il pallone proprio al momento di battere a rete da posizione favorevole.

Si chiude sul punteggio di 0-1 un primo tempo che ha evidenziato un netto divario tecnico tra le due squadre. E’ piaciuta molto la coppia mediana Arthur - Bentancur. Molto bene sia in impostazione che in interdizione, trasmettono la sensazione di un’intesa sempre crescente. Padroni del centrocampo, l’elevato livello tecnico del brasiliano e la capacità di recuperare palla del giocatore uruguaiano hanno consentito alla Juventus di avere il pieno controllo dell’incontro. L’unico aspetto negativo della prima parte di gara risiede nella poca lucidità nel finalizzare le tante occasioni avute. Oltre alle palle gol non capitalizzate da Ronaldo, troppo spesso una scelta sbagliata nel momento dell’ultimo passaggio ha mandato in fumo numerose potenziali opportunità per andare al riposo con un vantaggio molto più rassicurante.

L'intervallo scorre via senza sostituzioni. La pioggia che diventa sempre più forte è l'unica novità alla ripresa del gioco. Il secondo tempo si apre con una violenta testata tra Cuadrado e Augello, risolta con qualche punto di sutura per il bravo terzino blucerchiato. Meglio la Sampdoria in avvio di ripresa. Attacca con maggiore decisione. La Juventus sembra non ritrovare quel ritmo di gioco che aveva imposto alla partita per tutto il primo tempo. Fatica McKennie, sempre importante con il suo pressing e la sua energia, ma troppo spesso costretto, da un modulo che lo vuole subito sulla linea offensiva in fase di possesso palla, a ricevere il pallone spalle alle porta e marcato. Limitato nella sua grande capacità di inserirsi, risulta meno incisivo rispetto al solito in fase offensiva. Non è la prima volta che accade. Una disposizione a tre del centrocampo sarebbe probabilmente ideale per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori impiegati oggi, purtroppo non è prevista dal “calcio liquido” di Pirlo, al quale per il momento sono subordinate tutte le scelte dell’allenatore.
La grande occasione per la Samp arriva con una rapida ripartenza che sfrutta un errore in disimpegno di Bentancur, perfetto fino a quel momento. La palla gol capita sul piede di Quagliarella. Troppo libero in area, l’attaccante napoletano, controlla e rapido calcia in porta. L'intervento vecchia maniera di Chiellini a ribattere la conclusione del capitano della Samp è magistrale. La squadra di Ranieri produce il massimo sforzo alla ricerca del pareggio, ricavando soltanto una serie di calci d’angolo che non producono altro se non un minimo di apprensione. La partita scorre più lentamente. La Juventus si riappropria del possesso palla ma le trame sono meno lineari rispetto al primo tempo. Incide la fatica, le tante partite disputate da inizio mese, incide la pioggia che scende sempre più forte, incide anche il terreno di gioco. Ronaldo scivola piano piano fuori dalla partita. Dopo le occasioni non sfruttate nel primo tempo, nel secondo regala pochi spunti e soprattutto perde troppi palloni.

Ranieri prova a scuotere la Sampdoria rinnovando la linea d’attacco. Entra il giovane Damsgaard per Adrien Silva, poi inserisce Torregrossa e Ramirez al posto di Keita e Quagliarella. La prima sostituzione per Pirlo arriva ad un quarto d’ora dal termine con Rabiot che rileva Bentancur. L’uruguaiano chiude la sua prova con un numero impressionante di palloni intercettati e contrasti vinti. Le sostituzioni, nel calcio di oggi, sono il momento nel quale l'invadenza della pubblicità sfocia nella maleducazione. Lo schermo si divide in due finestre, una mostra quello che accade in campo, l’altra qualche brutto spot. La voce del telecronista cede il passo alla presentazione di un qualche nuovo aperitivo analcolico. Difficile da sopportare, a maggior ragione su una televisione a pagamento. 

La Samp prova a spingere nel finale, ma l’impegno non porta alcuna occasione degna di nota. Pirlo sfrutta le ultime sostituzioni per blindare la squadra. Manda in campo Bernardeschi al posto di uno stanco Morata poi è la volta di Ramsey e Alex Sandro prendere il posto di Chiesa e Arthur, sicuramente uno dei migliori in campo. La partita si chiude esattamente al novantesimo con un contropiede perfetto, innescato da Ronaldo con un’apertura a beneficio di Cuadrado lanciato a rete. In campo aperto il colombiano si presenta davanti ad Audero e serve a Ramsey il pallone per un comodo 2-0. Esplode la panchina per un gol che ricorda moltissimo quello di Morata nella recente Supercoppa. Pinsoglio e Chiesa guidano la festa dei ragazzi della panchina per una vittoria importante, ottenuta su un campo difficile dove in questa stagione erano già cadute Lazio e Inter. I cinque minuti di recupero scorrono via senza altre occasioni. La Samp non ha più nulla da mettere in campo, la Juventus ha gioco facile nel gestire il possesso palla conclusivo.

La fine delle ostilità viene decretata dal triplice fischio dell’arbitro Fabbri, il peggiore in campo. Protagonista come al solito di un arbitraggio quantomeno confusionario. Fischi non sempre chiari, figli di un metro di giudizio poco coerente, cartellini gialli distribuiti a caso, concessione di vantaggi che potevano essere tali solo nella sua testa. L’atteggiamento di grande correttezza tenuto dalle due squadre ha impedito ad una bella partita di rovinarsi.

Il sabato calcistico si conclude con la netta e facilmente prevedibile vittoria dell’Inter, ottenuta a San Siro contro il Benevento. Vittoria che, in attesa della Roma, lascia immutata la situazione in testa alla classifica. Un 4-0 ottenuto con discreta facilità grazie all’autorete di Improta in avvio e ai gol di Martinez e Lukaku, due volte, nella parte centrale del secondo tempo. Partita che ha avuto molto poco da dire e che ha presto convinto il tifoso davanti alla tv a preferire la finale di coppa Libertadores tra Santos e Palmeiras. Una partita di attesa, non entusiasmante ma molto tirata, decisa allo scadere del lunghissimo recupero da un bellissimo colpo di testa di Breno Lopes che ha consegnato la coppa e la gloria eterna, come amano dire i sudamericani, al Palmeiras.
Qualsiasi cosa pur di evitare Inter-Benevento.