Stravedo per Antonio Conte, per cui difficilmente riuscirò ad essere obbiettivo. Dal mio punto di vista, il primo tempo di Barcellona è stato di una bellezza quasi sensazionale, mentre dalla successiva partita contro la Juve mi sarei aspettato parecchio di più. Le insufficienti qualità tecniche di Lukaku sono a mio modo di vedere il più grave limite di questa Inter, ma non è di Lukaku che voglio parlare quanto piuttosto della differenza fondamentale tra il gioco di Conte e quello di Sarri. Ho letto articoli trasudanti gioia e meraviglia per i famosi ventiquattro passaggi consecutivi che hanno portato al goal di Higuain, mentre quando si parla dell'Inter e di Conte ci si limita quasi sempre alla sottolineatura degli aspetti caratteriali, come se la squadra si muovesse senza organizzazione e avendo come uniche risorse corsa e agonismo. E io ogni volta non me ne capacito.

L'Inter si muove con velocità e intensità, certamente, ma sempre lungo traiettorie organizzatissime e che tendono al raggiungimento dell'area avversaria con tre/ quattro passaggi. E a me sembra che cercare la porta con tre/quattro passaggi sia molto più razionale e molto più produttivo che cercarla con ventiquattro, oltrechè certamente non meno bello dal punto di vista estetico. Anche e soprattutto in considerazione del fatto che nel secondo caso, la squadra che attacca finirà sempre inevitabilmente per ritrovarsi quella avversaria già tutta schierata, invece di spazi molto più larghi come nel primo caso. Un problema che si ritrovò presto ad affrontare anche il grande Milan di Sacchi il quale, con una squadra composta di calciatori quasi tutti fuoriclasse riuscì nella storica impresa di perdere tre campionati su quattro. Per la fondamentale ragione che quel Milan tendeva a schiacciare gli avversari nei loro sedici metri, così ritrovandosi con pochissimi centimetri di campo disponibili, oltre che prestarsi al contropiede.

Ma sono un tifoso di Conte non soltanto per il modo con cui giocano le su squadre, ma pure per certi suoi aspetti caratteriali che in qualche modo lo accomunano ad altri allenatori quali per esempio Mazzarri, Gasperini, Mihajlovic, Gattuso. E cioè per la partecipazione e direi quasi per la sofferenza con le quali partecipano alla gara. Mentre gente come Allegri e Spalletti appare dall'esterno assai fredda e quasi indifferente alle sorti dell'incontro, i primi che ho citato sembrano considerare la partita di calcio come una questione di vita o di morte. E io mi chiedo: se il calcio non viene vissuto come se fosse una questione di vita e di morte, per quale santissima ragione uno dovrebbe stare a perdere tempo per guardarlo?

Dialm Formurder