Anche quest’anno, nonostante il clima surreale, il mese di agosto fa rima con spostamenti: c’è chi ha scelto il viaggio in aereo verso una meta esotica, altri hanno preferito spostarsi usufruendo dei treni ad alta velocità e altri ancora, i più coraggiosi, hanno deciso di affrontare il classico viaggio in auto. Mentre molti rimangono imbottigliati lungo l’autostrada del Sole, una serie di automobili, perlopiù d’epoca, percorre una strada conosciuta da molti, ma che non tutti hanno la possibilità di attraversare: sto parlando dell’autostrada UCL.

L’autostrada UCL nasce nel 1955 con l’intento di collegare poche e selezionate città d’Europa. Nel corso degli anni, diversi sono stati gli ammodernamenti che hanno modificato radicalmente il volto di questa autostrada: più corsie, pedaggi inferiori e una fitta rete di strade che ha raggiunto città e paesi lontani e poco frequentati. Affacciandosi da uno dei cavalcavia che attraversano le corsie di questa particolare strada, è possibile assistere alle solite scene: lunghe code, incidenti, polemiche tra guidatori, auto in panne. Quella che voglio raccontarvi oggi, è una scena particolare, accaduta qualche giorno fa, a cui ho preso parte da lontano, guardando in basso da uno di quei cavalcavia, fra il km 6 e 7 dell’autostrada UCL.

Approfittando del poco traffico, una macchina rossa fiammante, con un tocco di bianco e di blu qua e là sulla carrozzeria, sta attraversando l’autostrada. Guardandola, è facile capire che è una di quelle macchine tedesche robuste e solide, in grado di percorrere qualsiasi strada con facilità e che conosce quell’autostrada molto bene. La targa recita BM1900DE. Accanto a lei, un’altra macchina, questa volta total red e con le casse dello stereo che rimbombano al suono di una vecchia canzone: “You will never walk alone”. Il guidatore, un tizio barbuto con il cappellino, fa un cenno di saluto al guidatore della macchina tedesca di fianco, alza ancora un po’ il volume del suo stereo, ingrana la sesta e accelera. La targa recita LV1892GB.

Mentre i due continuano a sfrecciare lungo l’autostrada UCL, in prossimità del km 7, vedono ferma in corsia d’emergenza una macchina malandata a strisce rosse e nere di evidente origine italiana. Gomma posteriore destra bucata, qualche macchia d’olio sull’asfalto e il suo proprietario rannicchiato in un angolo in attesa di soccorso. La targa recita MI1899IT.

“Ehi amico, ti serve una mano?” grida il tizio con il cappellino, prima di accostare e scendere dall’auto. Istintivamente, si ferma anche la robusta macchina tedesca dalla quale sbuca un uomo in camicia e di bella presenza.

“Ha bisogno di una mano?” ripetono in coro i due automobilisti.

Il guidatore dell’auto semidistrutta si alza di scatto e freneticamente inizia il suo monologo: “Signori, vi ringrazio per esservi fermati: qui la situazione è gravissima. Ho comprato questa macchina italiana nemmeno un anno fa, ma dovevo capire subito che c’era qualcosa che non andava. Il tizio che me l’ha venduta sembrava agitato, quasi sotto shock. Ci siamo incontrati qui, proprio sotto questo cartello: “Autostrada UCL – km 7”. A voi sembra un luogo appropriato per vendere una macchina?”

“Francamente no” dice l’uomo di bell’aspetto “ma ci spieghi cos’è successo precisamente.”

“Avevo assolutamente bisogno di una nuova macchina e così ho accettato la prima offerta conveniente che ho trovato. Non guardatemi così, avevo appena rottamato il mio furgoncino viola e dovevo subito tornare in pista. Comunque, vi dicevo, arrivo a questo benedetto km 7, tratto velocemente con il proprietario che, lasciate le chiavi sul cruscotto, prende e scappa via in direzione Torino. Scusi, lei con il cappellino, potrebbe abbassare il volume del suo stereo? Sembra di essere allo stadio. Ma questo CD ha una sola canzone?”

Con un mezzo sorriso il tizio con il cappellino si avvicina alla sua auto, infila la testa nel finestrino e spegne lo stereo. Tornato dai suoi compagni di avventura, tende la mano verso i due: “Comunque non ci siamo presentati. Io sono Jurgen, Jurgen Klopp. Sono nato a Stoccarda, ma mi sono trasferito in Inghilterra cinque anni fa.”

“Io sono Hans, Hans Flick. Sono tedesco anche io, sono nato a Heidelberg e ho vissuto praticamente tutta la mia vita in Germania.”

“E io sono Stefano, Stefano Pioli. Sono nato a Parma, in Italia, e ora ho un importante lavoro a Milano. Ma bando ai convenevoli. La mia macchina è in condizioni disastrose! Il vecchio proprietario mi ha palesemente imbrogliato. Come ho acceso la macchina, la gomma posteriore destra è andata a terra, il motore ha iniziato a mugugnare e dopo qualche metro ho dovuto accostare. A questo punto ho cercato qualche documento, qualche carta che potesse aiutarmi a scoprire cosa avesse quest’auto. E cosa scopro? Scopro che questo barattolo con quattro ruote è fermo al km 7 dell’autostrada UCL da ben tredici anni. Guardate, ben dieci diversi proprietari in questi tredici anni e nessuno che riesca a fare i metri necessari per superare questo km 7.”

“Eppure, mi sembra di conoscere questa auto. Mi passa il libretto?” domanda il tedesco con il cappellino. “Ma certo, dovevo capirlo guardando la targa. Questa è la Milan 1899, è una macchina famosissima in tutta Europa. Com’è possibile che sia ferma qui da 13 anni?”

“Ma sì, la conosco anche io” gli fa eco il connazionale “Se non ricordo male, il motore è brasiliano. Deve essere un Kakà del 1982, o sbaglio?”

“Ehm, no. Qui dice che il motore è stato sostituito diverse volte. Attualmente, è montato un modello turco: un Calhanoglu del ‘94. A occhio quest’auto avrà perso 20/25 cavalli, caro Stefano”

“Beh, non mi sembra comunque male. E della trasmissione che mi dite? Il proprietario mi ha detto che è una Pirlo del ’79” ribatte energicamente l’automobilista parmense.

“Impossibile!” afferma Flick “l’ultima volta che ho visto una Pirlo del '79 era montata su una macchina bianca e nera di un mio amico di Torino. E, tra l’altro, la Pirlo non fa più trasmissioni. Ora produce volanti”

“Mi dispiace Stefano, ma ha ragione il mio nuovo amico Hans. La Pirlo del ’79 è stata sostituita da tempo. La trasmissione è algerina, è una Bennacer del ‘97” gli comunica Klopp “Mi sa che dei pezzi originali non ci è rimasto nulla. Senti qua: l’impianto frenante Nesta del ’76 sostituito con un Romagnoli del ’95, il telaio Gattuso del ’78 con un Kessie del ’96, i fari Seedorf del ’76 con un paio di Castillejo del ’95, il volante...”

“Penso sia meglio fermarci qui. Ho capito la fregatura” commenta uno sconsolato Pioli, scuotendo visibilmente la testa.

Rammaricato, Klopp si avvicina al suo nuovo sfortunato amico ed esclama “Stefano, non abbatterti. Ascolta me. Innanzitutto, cambia subito quella posteriore destra. Si vede lontano un miglio che è una Conti. Le Conti non vanno bene, si bucano sempre. Cerca qualcosa simile a quella che hai a sinistra. Guarda che bella Hernandez del ’97 che hai qui. Non mollare subito! Le macchine devono essere modellate a propria immagine e somiglianza. È il tutto che fa la macchina, non il singolo pezzo. Guarda la mia, è la Liverpool 1892. L’ho comprata cinque anni fa da un inglese. Tu non hai idea di quanti soldi abbia speso quell’uomo per quell’auto. E cosa ha ottenuto? Zero. Io l’ho presa e l’ho trasformata. Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di ottenere dei risultati, ma guardala ora è un gioiellino. Pensa, ho anche vinto il premio per la miglior auto inglese quest’anno. È tutta questione di pazienza e fiducia nei propri “mezzi”. Pian piano questa auto malmessa ritornerà lucida, splendente e veloce come un tempo. Ma questo dipende da te e dalle tue capacità. Tocca a te trovare i pezzi di ricambio adatti. O se proprio non ce la fai da solo, fatti consigliare dai tuoi amici. Ci sarà qualcuno che sa come tirar su una buona auto. Ovviamente, stai sempre attento al portafoglio! Hans, ma tu non dici niente?”

“Cosa devo dirti? La vedi la mia auto? Quella è la Bayern Monaco 1900, la macchina tedesca più potente e veloce che la Germania abbia mai concepito. L’ho presa solo qualche mese fa ed è una favola. All’inizio pensavo di non potermela permettere, sembrava di essere su di un carrarmato. Poi ho fatto un tour per l’Europa e indovina un po’? È stata premiata come la miglior auto d’Europa dell’anno. Non è pazzesco? A volte basta veramente poco per essere felici” esclama uno spensierato Flick.

“Sì, Hans, è pazzesco, ma non sei proprio d’aiuto." ribatte Klopp

"Ma Jurgen, il segreto non è solo trovare il pezzo giusto per il guidatore. Il merito di una macchina di successo è prima di tutto della casa automobilistica che progetta l'auto affinchè sia efficiente per diversi anni. Certamente, ogni tanto un pezzo va sostituito, ma l'importare è non cambiare l'identità dell'automobile da un giorno all'altro. Ad esempio, guarda i miei pneumatici: sono perfetti. Controllo sempre che la pressione sia corretta e che nessun chiodo o altro oggetto non si sia conficcato per sbaglio. Nonostante ciò, la ruota di scorta è integra e al suo posto e sto già progettando con il mio meccanico di fiducia l'acquisto di un nuovo treno per sostituirle fra qualche mese. Sono queste le mosse che mantengono le automobili sempre al top della loro forma."

"Caro Hans, mi sa che anche tu hai ragione. Aggiungerei che è il momento di tornare in pista e riprendere il nostro viaggio. Stefano, tu cosa fai? Aspetti qui?” chiede Jurgen.

“Sì, sto aspettando il mio meccanico, un tipo strano. È svedese e mi ha promesso che mi farà ripartire subito. Mi ha chiesto un bel po’ di soldi, ma secondo me può essere la mossa giusta” risponde compiaciuto Stefano.

“Allora, buona fortuna, Stefano” dice il tedesco con il cappellino, congedandosi.

“Stai attento, perché rischi di rimane imbottigliato nel traffico” esclama sornione Flick.

“Grazie, amici. Ci si rivede presto. O almeno spero.”