Sogni di gloria finiti per la Roma che esce da Manchester con l’ennesima delusione stagionale e dice addio alla finale di Europa League, per la quale aveva addirittura messo in disparte il campionato dove ora rischia anche di perdere il settimo posto.
Che il Manchester United fosse un avversario ostico e forte e che il cammino europeo potesse finire in semifinale lo si era messo in conto, anche se il sostegno dei tifosi a Trigoria, le frasi (poco lusinghiere) di Solskjaer della vigilia sommate alla voglia di Fonseca di dimostrare il proprio valore (dopo le tante ipotesi di esonero di questi due anni e le tante critiche ricevute) e dei calciatori di riportare nella capitale un trofeo che manca da troppi anni facevano sperare in un esito diverso o comunque meno netto del 6-2 finale.
Leggendo unicamente il risultato si potrebbe pensare al netto dominio degli inglesi sulla Roma ma non è proprio così, o meglio i giallorossi sono stati protagonisti di una buonissima prima frazione alla quale però ha fatto da contraltare una ripresa orribile dalla quale è nato il risultato finale dell’incontro.
Entrambe le squadre, in campo con l’undici previsto alla vigilia (Fonseca recupera sia Smalling che Spinazzola,Solskjaer che invece punta su Pogba esterno sinistro e Cavani centravanti), danno vita ad un buon primo tempo con lo United fin da subito protagonista e capace di passare in vantaggio dopo meno di dieci minuti dall’inizio dell’incontro: Pogba porta Smalling ad uscire fuori tempo dalla propria area di rigore, elude gli interventi (poco incisivi) di Villar e Diawara e serve Cavani che di prima lancia in porta Bruno Fernandes che supera con un pallonetto preciso e ben dosato Pau Lopez in uscita bassa. 1-0 e inizio shock per gli uomini di Fonseca fin troppo morbidi nel cercare di frenare le bocche di fuoco avversarie. A differenza del campionato, dove spesso la Roma finisce per avere crolli mentali allo svantaggio, i giallorossi reagiscono e in contropiede trovano il gol del pareggio grazie ad una bellissima azione che muove il pallone da sinistra a destra fino ad arrivare a Karsdorp che riesce in scivolata a crossare nel mezzo il pallone che finisce sul braccio di Pogba: rigore e 1-1 siglato da Pellegrini sempre più responsabilizzato da quando indossa la fascia di capitano. Il pareggio sembra colpire lo United più del previsto e la Roma ne approfitta raddoppiando alla mezz’ora con un’altra azione ben orchestrata che porta Pellegrini a crossare nel mezzo e Dzeko a spingere in porta il gol del 2-1 che sembra mettere in discesa l’incontro anche perché da qui alla fine lo United crea poco e niente almeno fino al finale di tempo quando un passaggio orizzontale davanti alla propria area di rigore di Ibanez lancia a rete Cavani che, poco lucido, prima si lascia ipnotizzare da Mirante poi sulla ribattuta colpisce Smalling. Fine primo tempo Roma in vantaggio e United che sembra essersi arreso dopo il gol del 2-1.

L’inizio del secondo tempo sembra aver ripreso il filo dal termine della prima frazione con la Roma invogliata dalle due reti messe a referto e vogliosa di provare ad aggiungere un altro gol al proprio score. Purtroppo la voglia di attaccare porta i giallorossi a spingersi troppo in avanti e così dopo pochi minuti dall’inizio della seconda frazione subiscono in contropiede il gol del 2-2 di Cavani. Di lì in avanti la Roma accusa sempre di più il colpo e finisce per mostrare il fianco agli inglesi che non si lasciano sfuggire nessuna occasione e iniziano a segnare a raffica. Prima tocca di nuovo a Cavani che mette in rete la corta respinta di Mirante sul tiro (non irresistibile) di Wan-Bissaka,poi tocca di nuovo a Bruno Fernandes che segna su rigore (generoso) assegnato per fallo di Smalling su Cavani. Quinto gol, invece, messo a segno da un’altra vecchia conoscenza del campionato italiano con Pogba bravo di testa a insaccare su azione da corner. Chiude il match il gol di Greenwood lanciato a rete da Cavani.

Finisce così 6-2 con il Manchester che ipoteca la finale (dove sarà anche il favorito per la vittoria) e la Roma che porta a casa l’ennesima delusione stagionale in una partita che ha messo ancora una volta in evidenza sia le qualità della Roma di Fonseca sia i suoi difetti che forse sono la ragione lampante dei risultati altalenanti del biennio del tecnico portoghese nella capitale.

Come spesso accaduto durante la stagione, e come detto in precedenza, la Roma si è dimostrata spesso fragile ed in balia degli eventi quando il risultato li mette in una situazione di svantaggio. In più continuano i problemi in fase d’impostazione con la costruzione dal basso che spesso provoca danni più che portare benefici (vedi l’errore di Ibanez nel primo tempo),in più la scelta di Cristante in versione centrale difensivo sembra togliere più che dare certezze con l’ex Atalanta si capace di dare una mano in impostazione ma che fatica sia nel tenere la linea difensiva sia nel marcare i giocatori avversari. Un’altra causa del risultato finale è stata la troppa libertà lasciata a Bruno Fernandes, vero e proprio fulcro del gioco del Manchester, che ha aiutato in maniera evidente gli inglesi nell’imporre il proprio gioco. Libertà nata anche per via di un centrocampo a due troppo lento sia in fase di copertura che in fase di costruzione e che ha dalla sua solo la scusante della giovane età di chi lo componeva. A pesare sul risultato finale, poi, la troppa aggressività mostrata nella ripresa con una difesa troppo alta ed incline a subire contropiedi (tra l’altro arma principale dei giallorossi per fare male agli avversari), cosa questa che ha portato gli uomini di Fonseca ad un’evidente calo psicofisico. Naturalmente bisogna anche considerare l’elemento sfortuna che ha colpito i giallorossi nella prima frazione quando Fonseca è stato obbligato a finire i tre slot per le sostituzioni per via degli infortuni capitati a Veretout,Pau Lopez e Spinazzola. Bisogna però anche ammettere che se nel caso del portiere si può parlare d’incidente di gara (si infortuna su di una parata) negli altri due casi pesa,forse,il rientro affrettato dai rispettivi infortuni muscolari.
Di positivo resta la partita degli esterni con Spinazzola (finché resta in campo) e Karsdorp (ottima stagione dell’olandese dopo anni difficili) che creano più di un grattacapo alla difesa avversaria, di Pellegrini (in attesa del rinnovo di contratto) e di Dzeko che, nonostante l’addio resti sempre più probabile, rimane leader della squadra anche senza la fascia sul braccio.
Finisce così il sogno europeo della Roma (che potrebbe continuare solo con un miracolo all’Olimpico) e l’avventura italiana di Fonseca che tra qualche settimana lascerà la panchina nelle mani di Sarri, chiamato ad affrontare una delle sfide più complicate della sua carriera.