Max, Max, oh caro Max”. La maggior parte dei tifosi juventini è estasiata dal ritorno di Allegri e non potrebbe essere altrimenti. “Troppi ricordi” diceva Giacomo, noto comico del trio con Giovanni e Aldo, mentre ascoltava Luci a San Siro, grande pezzo di Baglioni, nel film Tre uomini e una gamba. In effetti, è proprio la sensazione che si vive. E’ scesa una lacrimuccia di malinconia mista a gioia. Il primo sentimento è dovuto alle rimembranze. L’arrivo del toscano travagliato e tra le critiche, il triplete sfiorato al primo colpo, la remuntada della seconda stagione, la magnifica Vecchia Signora del 2016-2017, ma anche quella un po’ meno brillante e sempre vincente delle 2 annate successive. La seconda emozione è data dalla possibilità di rivedere il livornese a casa sua. Perché ha accettato di rientrare? Si dice che si senta profondamente juventino. Non lo metto in dubbio e posso confermare che ho sempre avuto l’impressione di un mister professionale, ma atipico. Non è Conte che, per citare Pezzali nel suo Sei un mito, assomiglia di più a “quel freddo robot”. Con la sua proverbiale onestà, Antonio aveva ammesso di non sedersi in panchina con la bandiera. Penso sia prerogativa anche di Max che, non a caso, è passato dal Milan ai sabaudi, ma il toscano pare più avvezzo alla parte emozionale. Questa credo abbia giocato un ruolo fondamentale all’interno della vicenda. Detto ciò, con le importanti offerte che il neo bianconero ha avuto, l’aver accettato quella piemontese non può sicuramente solo giustificarsi tramite la passione e i rapporti umani. Serve qualcosa di più. E’ vero che atleti come Del Piero, Buffon, Trezeguet, Nedved e Camoranesi accolsero la serie B per amore dei colori, ma… Immagino che Allegri abbia avuto qualche rassicurazione sia relativa al progetto che alla querelle Superlega. I media trattano di un ingaggio da 9 milioni di euro a stagione per 4 anni. Non sono esattamente pochi se si pensa di essere alla frutta...

Con o senza Superlega: due Juventus diverse
Epperò non si spiegano certe situazioni. Durante l’era Calciopoli, la Juventus non acquistò certo un allenatore da poco. Sulla panchina bianconera si sedette Deschamps. Due stagioni prima, il tecnico aveva disputato la finale di Champions, persa, con il Monaco contro il Porto di Mourinho. Micca male. Aver guadagnato la fiducia di Allegri non è quindi una totale garanzia sul prossimo futuro relativamente alle vertenze legali sabaude. Ero piuttosto giovane, ma ricordo che, perlomeno mediaticamente, la situazione non fu poi così distante dalla quella attuale. Da tifoso della Vecchia Signora sono preoccupato e diventa difficile, in quest’ottica, riuscire a trattare di mercato. Se gran parte della stampa vede i bianconeri sanzionati con l’esclusione dalle Coppe Europee per una o 2 stagioni, come si fa a discutere di acquisti e cessioni? Tutti i giocatori sarebbero disposti ad accettare una squadra in tale situazione? Gli esborsi da farsi sarebbero comunque i medesimi? E’ vero che si parla di un sicuro ricorso al Tas. Tale organo potrebbe decidere di sospendere la pena durante il giudizio. Il Tribunale di Madrid si è già rivolto alla Corte di Giustizia Europea al fine di chiedere un parere vincolante sul comportamento dell’Uefa. Cosa accadrà? E i tempi? Sabato scorso, in un’intervista a SkySport, Ceferin ha rassicurato tutti affermando che non si andrà incontro alla paralisi del calcio. Non ho motivo per dubitare della bontà delle sue parole, ma è parte in causa e, nel frattempo, è accaduto di tutto. E in Italia? Gravina ha varato la “norma antisuperlega”. In tale regola si parla di partecipazione, sarà corretta l’interpretazione di chi sostiene che essa determini conseguenze dal momento in cui la manifestazione si giochi? O è sufficiente essere parte della società, ancora esistente, che l’ha ideata per perdere l’affiliazione della Figc? Capite bene che la differenza è importante. E le altre 9 compagini? Sono uscite solo formalmente o pure ufficialmente dal nuovo torneo? E’ un caos totale a cui ci sono ancora risposte troppo esigue per potere pianificare persino il futuro del calcio. Ma è altrettanto logico che, nell’interesse di tutti, si troverà una soluzione per procedere.

La nuova dirigenza
In questa vicenda si inserisce pure la figura di Maurizio Arrivabene come il resto dei nuovi vertici sabaudi. Anche per quanto li riguarda sorgono spontanee le precedenti domande che valgono soprattutto per l’ex manager della Ferrari in quanto giunge da tutt’altro mondo. Perché accettare una barca che rischia di essere in alto mare se già se si è insicuri delle sue sorti? Al di là del discorso Superlega, il nome del nuovo a.d. Vi convince? Come sempre, sarò franco e dico che non sono del tutto favorevole all’operazione. E’ molto probabile che sia condizionato dal suo passato con il team di Maranello. Non fu positivo. Anche amandola, non sono troppo esperto di Formula Uno e non voglio entrare in ambiti che non mi riguardano, ma è dal periodo in cui Arrivabene era al timone della Rossa che sono nate le attuali problematiche della squadra? Ricordo che, comunque, in quegli anni, Vettel combatteva per il titolo con Hamilton. A metà stagione, però, la scuderia emiliana si scioglieva di fronte allo strapotere della Mercedes. Fu il manager bresciano, inoltre, a selezionare Leclerc che sicuramente non è scarso. Vabbè, torno al calcio. Il lombardo è una figura vicina agli Elkann e l’interesse della Famiglia per la Vecchia Signora rinfranca. Subirà una ridimensionata anche la posizione di Andrea Agnelli? E Nedved? Alla Juventus, Maurizio pare dovrà ricoprire un ruolo prettamente finanziario senza intromissioni nella parte sportiva. Questa sarà affidata a Federico Cherubini e, udite udite, a Max Allegri. Un cambiamento epocale. Via Marotta, saluta anche Paratici. Annullato il duo delle meraviglie. La Juve modifica completamente il volto? No, perché l’uomo che lavorerà a stretto contatto con il mister ha vissuto la recente epopea bianconera all’ombra della nota coppia. E’ giunto il suo momento. Il livornese, invece, sembra potrà godere di ampi poteri. Una sorta di manager all’inglese. Per intenderci, come Ferguson ai tempi dello United. In Italia, è una roba nuova. Vi garba? Sarò sincero. Non posso esprimermi. Sono curioso di osservare cosa accadrà, ma è una situazione che mi lascia perplesso. Se, per caso, il rapporto non funzionasse, occorrerà trovare due figure: un mister e un direttore sportivo? Come si farà con una squadra che, a quel punto, sarà a immagine e somiglianza del toscano?

La nuova squadra
A proposito, come sarà la nuova Juve di Allegri? Fingiamo per un istante che non esista la querelle Superlega. Il primo compito del tecnico sarà sicuramente quello di rinforzare la trasmissione del DNA bianconero nel gruppo. Le ultime 2 stagioni targate Sarri e Pirlo hanno provocato qualche scossone che ha modificato l’essenza senza, purtroppo, regalare la nuova mentalità europea tanto agognata. Non a caso si è tornati sui propri passi. Nell’ultima fetta di annata, Andrea pareva essere riuscito a riportare in auge la mentalità sabauda, ma non è stato sufficiente a salvargli il posto. Resta ben inteso che concordo con la scelta della società perché sono convinto che Max sia uno dei più grandi allenatori al mondo ed è sempre stato il “cavallo” che ho pronosticato nella corsa alla panchina della Vecchia Signora. Ma il calcio liquido dell’ex numero 21 non mi dispiace. Penso abbia mostrato qualcosa di parecchio interessante. E’ mancato il giusto approccio psicologico. Magari, in una piazza con meno pressioni, potrebbe avere maggior tempo a disposizione e miglior resa. Immagino al Sassuolo. Tornando al futuro bianconero. Non basta essere un buon cuoco. Per originare prelibate pietanze servono ottimi ingredienti. E’ chiaro che la situazione economica dovuta alla pandemia dev’essere tenuta in grande considerazione. Gli esborsi saranno ridotti all’osso. Immaginando un 4-2-3-1 o un 4-3-3, si potrebbe pensare a una prima bozza di Juve. Occorre sapere, però, che Allegri è molto duttile su moduli e posizioni. Siamo, poi, all’inizio di giugno. Il mercato è ancora tutto da vedersi. Vi presenterò un possibile modello con il beneficio di modifiche.

Portieri- Non avrei dubbi. Non ho niente contro Sczcesny, ma preferirei Donnarumma. Si libererà a parametro zero dal Milan ed è un’occasione da non mancare. L’ingaggio potrebbe essere pari a quello percepito in rossonero, quindi, circa 8 milioni a stagione. Il suo agente è Raiola ed è logico che le commissioni valgano praticamente il prezzo di un cartellino. Ma non certo quello di Gigio. Il campano è più giovane e forte del polacco. E’ italiano e la Juve ha sempre avuto una tradizione di vincenti estremi difensori nazionali. Inoltre è un ragazzo che, a differenza dell’attuale numero uno bianconero, si fa sentire molto durante gli incontri aiutando i compagni. Questa è una caratteristica che apprezzo parecchio. Occorrerebbe piazzare Tek senza prestiti. Ciò per 2 ordini di motivi: il primo è fare cassa. Il secondo è levarsi dall’inghippo di vantare, in futuro, due top player contemporaneamente. Buffon ha salutato. Rientrerà Perin. Accetterà il ruolo di vice? Altrimenti occorrerà trovare pure un secondo portiere. In sostanza: Donnarumma, Perin, Pinsoglio.

Difensori- Guardando ai terzini destri, De Sciglio non dovrebbe rientrare. Restano Danilo e Cuadrado. Vista la recente crescita del brasiliano, direi che il ruolo è sufficientemente coperto. Spostandosi sul versante mancino, si notano Alex Sandro e Frabotta. Ci siamo? No. Mi priverei di entrambi. Il sogno si chiama Gosens. E’ abituato a giocare esterno nel centrocampo a 5, ma penso abbia le possibilità di adattarsi facilmente a un nuovo sistema e, anzi, darebbe persino l’opportunità di variare il modulo. Con lui terrei Luca Pellegrini. Ma il portafoglio lo consente? Nella zona centrale, sembra vicino il rinnovo di Chiellini che, tuttavia, non si può considerare costantemente abile e arruolabile. Con quella del toscano, pare solida la posizione di de Ligt. Ultimamente si è rafforzata pure la candidatura di Bonucci che, sinceramente, sarebbe, per me, sacrificabile al fine di fare cassa. Non credo che Rugani rimarrà con la truppa. Resta da valutare il futuro di Demiral che, data la situazione, terrei in Piemonte. L’armata arretrata sarebbe quindi così composta: Danilo, Cuadrado, Bonucci, de Ligt, Chiellini, Demiral, Pellegrini, Gosens.

Centrocampisti-Avete visto la finale di Champions? Credo che abbia parlato chiaro. La differenza la fa la mediana. Kanté-Jorginho rappresentano, al momento, il centrocampo migliore d’Europa sia sulla carta che nella realtà. La Juve ricorda con la lacrumuccia l’epopea targata Marchisio, Pirlo, Pogba e Vidal. Ora occorre ricostruire. Serve un ripulisti? Nì. Il primo sacrificato dev’essere Ramsey. La parentesi sabauda del gallese è sfortunata e destinata allo stop. Proverei a battere cassa con Bentancur. E’ vero che l’uruguaiano conosce bene Allegri, è giovane e può rappresentare il futuro, ma inizia ad avere il sapore dell’eterna promessa. Max è già stato chiaro. Non è un regista. Per lui, quindi, le possibilità si assottigliano. Potrebbe fare esclusivamente la mezz’ala. Perchè non cederlo con l’ottica di arrivare a Locatelli?! E’ lui l’uomo giusto per dirigere la manovra bianconera. Direi, infatti, assolutamente no al ritorno di Pjanic. Ha già dato tanto alla Vecchia Signora, ma non è più il suo turno e i debiti di riconoscenza non si pagano prendendo decisioni dalle conseguenze che paiono già tristemente note. Di fianco al giocatore del Sassuolo? Qui si apre un mondo. In ipotesi fosse possibile, spalancherei le porte allo scambio Ronaldo-Pogba. Sembra, però, un’idea molto lontana anche perché Georgina Rodriguez ha recentemente affermato che CR7 non se ne andrà da Torino. De Paul? Magari! A quel punto urgerebbe avere ulteriore moneta cedendo uno tra Mckennei, Rabiot e Arthur. Il maggior indiziato sarebbe proprio quest’ultimo in quanto gli altri si sposano perfettamente con l’idea di mediano arcigno, tecnicamente affidabile e incursore di Allegri. Esiste, però, il forte rischio di una minusvalenza. Dette operazioni non sono mai benviste dalle parti della Continassa. In sostanza, potrebbe essere: Mckennei, Locatelli, Rabiot, de Paul con Cuadrado, Kulusevski e Bernardeschi come possibili soluzioni di ripiego.

Attaccanti-Il centro di gravità permanente è Ronaldo. Da lui dipende il destino di molti. Stando alle narrazioni che si odono, qualche mese fa, Allegri avrebbe consigliato, ad Agnelli, la cessione del lusitano. Penso possa essere giunto il momento dell’addio perché la squadra appare leggermente bloccata dal suo campione che in 3 stagioni ha portato 2 Scudetti, 2 Supercoppe Italiane e una Coppa Italia regalandosi pure il titolo di capocannoniere. Tanta roba. Per ora, però, visti gli ultimi sviluppi, penso a una sua permanenza. Non mi priverei mai di Dybala che dev’essere la colonna portante della nuova Juve. Non voglio mischiare il sacro al profano, ma: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Così parlò Gesù. Come risolvere l’inghippo della convivenza tra i 2 campioni? Con il 4-2-3-1. In questo caso, la Joya agirebbe da trequartista. Cristiano potrebbe giocare largo a sinistra e Chiesa sarebbe traslato a destra. Si immolerebbe il suo piede preferito, ma Fede riuscirebbe a esprimersi bene anche in quella porzione di campo. La punta? Pare andarsi verso il rinnovo del prestito di Morata. E’ ok, ma ne serve un’altra e fisicamente dotata. Kean? Sì. Depay? Nì. Il reparto avanzato, quindi, vedrebbe: Ronaldo, Dybala, Chiesa, Morata, Kulusevski, Bernardeschi e Kean.

Possibile formazione (4-2-3-1): Donnarumma; Danilo, Bonucci, de Ligt, Gosens; Locatelli, de Paul; Chiesa, Dybala, Ronaldo; Morata.